giovedì 19 maggio 2011

NEL PAESE DEL GRANDE BIGOTTO

L'ipotesi del complotto ordito ai danni di Strauss-Kahn è verosimile e affascinante in un periodo di consistenti turbolenze finanziarie e di feroci lotte sotterranee per la conquista o il mantenimento del Potere. Da un lato un dollaro  scambiato a 1,42 contro l'Euro a rappresentare la debolezza statunitense, dall'altro la ricerca del nuovo ruolo di potenza imperialista degli USA che si esprime chiaramente nel mediterraneo meridionale e in medio oriente (apertamente contrastata dalla Francia di Sarkozy), e per carico finale la lotta per l'Eliseo che vedeva impegnato l'imputato eccellente. Ce ne sarebbe abbastanza per rendere credibile l'ipotesi  complottista.

Immaginiamo però una giovane donna di colore, con figli adolescenti, che vive a New York con uno stipendio da cameriera ai piani: quale può essere la sua soglia di resistenza davanti al denaro ? Denaro che potrebbe esserle stato offerto da Strauss-Kahn o da qualcun altro per poter incastrare il francese.

Oppure, ipotesi umanista, lo scenario vede lui che propone, lei che accetta, poi nega qualche prestazione particolare, infine, forte di una legge assolutamente folle e bigotta, immagina di rivalersi in milioni di dollari sul ricchissimo partner occasionale.

Il vero problema, alla luce degli scenari possibili, è il Mostro Normativo Statunitense che fa delle "molestie sessuali"  un argomento di gravità impensabile per chi non è ottusamente idiota e immensamente bigotto.

Il "puritanesimo" americano è talmente oppressivo da essere il vero motore dell'esplosivo mercato del sesso hard-core di cui gli Usa sono il primo consumatore seguito a ruota, non a caso, dai Paesi Arabi. Ogni forma repressiva scatena il suo opposto e contrario. Il sistema legale statunitense ha punti di eccellenza che definire "talebani" è sensato.

Nel Paese del Grande Bigotto è meglio che i turisti europei viaggino sempre con le mani in tasca, la bocca chiusa e gli occhi bendati.

 

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