giovedì 29 aprile 2010

EUROFLOP

Una storia di opportunismo Per la prima volta da quando esiste l'euro il rendimento dei tassi dei titoli di Stato di un paese dell'Eurozona ha superato l'11%. Si tratta dei titoli di stato greci a 10 anni. Nel frattempo il rendimento del biennale ellenico è schizzato al 24,2% (15% nella vigilia). Vale la pena ricordare che i tassi dei "Tango Bond" erano del 9%. Le altre situazioni di difficoltà in materia di finanza publica riguardano Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia, mentre esistono (taciute) enormi crisi economiche in Romania, Bulgaria, Slovakia e Polonia dovute alla sovrapposizione della crisi bancaria dello scorso anno con la crisi della finanza pubblica dell'eurozona. Per dirla semplicemente: il progetto tedesco ideato da Kohl di "germanizzazione" dell'Europa attraverso un sistema finanziario (euro) è alle corde. Con l'adozione dell'Euro la Germania si prefiggeva di: 1) impedire ai Paesi concorrenti di competere mediante la svalutazione competitiva (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia) mantenendo una moneta molto forte rispetto alla concorrenza statunitense. 2) acquisire a prezzi d'incanto insediamenti industriali e produttivi nell'area orientale (DDR, Polonia, Romania, Rep. Ceka, Ungheria) massimizzando i profitti industriali e conquistando finanziariamente il controllo di quelle aree, vincendo praticamente tutte le gare per la riqualificazione delle grandi infrastrutture locali. 3) tenere l'Eurozona "zoppa", ovvero disporre di un forte processo economico separato da un'adeguata strategia politica, utile a "chiamarsi fuori" in caso di default dei Paesi minacciati dal modello eurocentrico. Il progetto tedesco ha avuto buon esito sia sul versante della svalutazione competitiva che su quello del controllo geo-economico dell'est, inducendo - mediante la politica finanziaria della BCE - una ridotta potenzialità delle esportazioni "mediterranee" con un sovrapprezzamento dell'Euro rispetto a Dollaro USA, lYen e Yuan. Mentre la Germania si rinforzava sul fronte interno (eurozona) i concorrenti interni, limitati nella capacità di esportazione, si indebolivano a vantaggio di altri concorrenti come , ad esempio, la Turchia le cui esportazioni esplodevano grazie ad una moneta debole e alle partnership commerciali sviluppate proprio con le imprese tedesche. Oggi la Germania può decidere se "riorganizzare" l'Eurozona a proprio uso e consumo, lasciando andare alla deriva Paesi scomodi, oppure se investire per evitare i default allo scopo di non trovarsi, nel medio termine, a doversi nuovamente confrontare con concorrenze basate sulla svalutazione competitiva. La Germania farà bene i suoi conti e deciderà il da farsi dopo le elezioni del 9 maggio, evidenziando come l'opportunismo, non la sussidiarietà, sia il baricentro della sua politica. Il tutto senza perder mai di vista il vero, vecchio sogno tedesco: un' Europa Pan-Germanica. Gilberto Borzini

lunedì 26 aprile 2010

IL RITORNO DI PROMETEO

Prometeo rubò il Fuoco agli Dei e lo donò agli uomini. Il Fuoco divenne Sacro agli uomini che da quel dono percorsero un lungo, tortuoso e grande Cammino. Un cammino fatto di invididui, di Polis e d Stati. Prometeo è tornato donando agli uomini il Web, che con quel dono percorreranno un lungo, tortuoso e grande cammino di condivisione. Un camminoo fatto di individui e di Conoscenza. Di intelligenza condivisa. Non l'Uomo ma l'Intelligenza è destinata a varcare i confini. L'Intelligenza, non l'uomo, porterà il Fuoco ad altri. Gilberto Borzini

venerdì 23 aprile 2010

L'INTERPRETAZIONE DELLA DEMOCRAZIA

Recentemente ho dato ai miei discenti un esercizio da sviluppare, un esercizio semplice basato sulla divisione in due gruppi che si dovevano confrontare su un tema. I discenti hanno autonomamente stabilito che il confronto competitivo non era di loro gradimento e hanno presentato un esercizio collettivo. Fin qui il fatto. Passiamo al commento. Il relativismo politico, che tende a porre sullo stesso piano qualitativo, gerarchico e meritocratico, le espressioni della maggioranza e tutte le variabili espressive di qualsiasi minoranza, ha condotto il sistema ad un blocco della democrazia, ad uno stallo del potere decisionale. In democrazia dovrebbe infatti valere la regola per cui chi dispone del 50%+1 dei voti, dopo avere ascoltato le opinioni del 50%-1, ha facoltà di decidere e il 100% si adegua alla decisione assunta dalla maggioranza. In Italia anche se il 65% ha potere decisionale basta un 2% che si mette di traverso per bloccare ogni decisione, come appare chiaro nei casi della TAV o degli impianti di smaltimento rifiuti o nelle decisioni relative alla produzione energetica. Il relativismo è, a sua volta, figlio primogenito della critica all'autorità, che ha posto in discussione ogni autorità comunque costituita, dalla figura parentale in poi. Per cui oggi osserviamo famiglie che pongono al centro delle loro azioni i desiderata dei marmocchi, professori soggetti ad azioni di bullismo, gentori che difendono i bulli, allievi che decidono arbitrariamente ciò che a loro pare più utile indipendentemente dai percorsi didattici. Questa situazione non è "anarchica", ma semplicemente caotica. L'anarchia è il massimo esempio di responsabilità individuale che diventa autogoverno collettivo che non ha bisogno di un governo superiore, mentre il caos non conduce ad alcun risultato, non ha un fine da raggiungere. La democrazia ha bisogno del principio di autorità. L'interpretazione individuale e opportunistica della democrazia è una metastasi della società. Gilberto Borzini

martedì 20 aprile 2010

CARTE TRUCCATE

L’inchiesta su Goldman Sachs si allarga a simili operazioni finanziarie condotte da altre grandi banche di Wall Street mentre il presidente Barack Obama spinge il Congresso a varare la riforma per evitare il ripetersi di illeciti ai danni degli investitori. Il sito Internet ProPublica, appena premiato con un Pulitzer, rivela che gli instituti convolti in comportamenti analoghi a quelli contestati a Goldman Sachs sono numerosi: JpMorgan Chase, Merrill Lynch (oggi in Bank of America), Citigroup, Deutsche Bank e Ubs sono solo i più noti. Qualcuno probabilmente ricorderà come il 24 novembre scorso, durante la manifestazione intitolata "dalla Borsa di Wall Street alla borsa della spesa", avessi affermato che alla base della crisi mondiale c'erano le responsabilità di Goldman Sachs, società che - tra le altre cose - ha suoi ex vice Presidenti e attuali partner ai vertici di molteplici Banche Nazionali, Banca d'Italia inclusa. Qualcuno ricorderà anche come fin dal 2008 abbia scritto che i Fondi Comuni raccolgono (e incamerano) soldi veri per trasformarli in "quote"; le "quote" perdono valore, il risparmiatore viene rapinato e le società di gestione dei Fondi Comuni trattengono i soldi (veri) pagati dal piccolo investitore, accumulando fortune. Si tratta di un "gioco delle tre carte" che, come molti giochi d'azzardo, ha le carte truccate. Inutile scrivere qui ed ora gli innumerevoli tavoli sporchi su cui si sono giocate le speculazioni, quando non le truffe, ai danni dei risparmiatori. In America si fanno le indagini, in Italia dopo avere depenalizzato il falso in bilancio e avere dimezzato i tempi di prescrizione, si cerca di far approvare il processo breve. Fino a quando i risparmiatori italiani saranno disposti ad essere trattati come "pecore da tosare" ? Gilberto Borzini

UN'AZIENDA CURIOSA

Immaginate di essere azionisti di una grande azienda e, come tali, di essere abituati a "delegare" una persona di vostra fiducia a partecipare all'assemblea degli azionisti. Immaginate che, a un certo punto, non vi sia più consentito di delegare una persona di vostra fiducia ma possiate solamente scegliere se votare a favore dell'attuale consiglio d'amministrazione, tenendo presente che il vostro delegato sarà scelto dallo stesso consiglio d'amministrazione, o dall'amministratore delegato in persona. La cosa, probabilmente, potrebbe preoccuparvi. Immaginate poi che insistenti, ricorrenti voci, affermino che i vostri rappresentanti vengono associati a vari tipi di reati (falso in bilancio, evasione fiscale, esportazione di capitali, corruzione, riciclaggio di proventi mafiosi): è indubbio che la vostra preoccupazione salirebbe in maniera significativa. Nell'azienda i sindaci revisori cercano di fare chiarezza sui troppi "rumors e boatos" che circolano, ma l'amministratore delegato strepita che i revisori dei conti sono una banda di rivoluzionari, e cerca di cambiare le regole che determinano l'azione dei sindaci revisori, inserendo anche una regoletta per cui né il presidente della società, né l'amministratore delegato o i membri del CDA possono essere criticati durante il loro mandato. La vostra azienda, di cui siete azionisti, sta per essere smembrata in una ventina di aziende autonome (unità locali) dove i rispettivi consigli d'amministrazione vengono nominati dagli azionisti: in quattro o cinque aziende locali è però fortissimo il sospetto che i voti vengano raccolti attraverso sistemi particolari chiamati "voto di scambio", "favori", "pressioni", "minacce", "collusioni", il che fa pensare che quelle aziende porteranno al vertice personaggi intimamente legati ai "rumors e boatos" di cui sopra. L'assemblea dei delegati verrà cambiata, così da dare ai nuovi amministratori locali maggior peso e forza, riunendoli tutti in una speciale nuova assemblea dove potranno decidere come spartirsi i dividendi che a voi (azionisti di base) da anni non vengono distribuiti. Per finire l'amministratore delegato medita di prendere il posto del Presidente e di nominare direttamente un Amministratore delegato che, così eletto, abbia una ben scarsa autonomia. Credo proprio che a questo punto fareste di tutto per liberarvi del vostro pacchetto azionario o, non potendolo fare, cerchereste tutte le possibili azioni di protesta da mettere in campo contro l'amministratore delegato e la sua cricca di consiglieri, cricca nella quale sono entrati a far parte, al posto di celebri professionisti, nani (uno) e ballerine (svariate). E la vostra preoccupazione, come la mia, salirebbe alle stelle. Gilberto Borzini

martedì 13 aprile 2010

SCAJOLA DECRETA LA FINE DELL'EDITORIA

Con un decreto del 1° aprile 2010 (data sospetta...) il Ministro Scajola abolisce, dall'oggi al domani, le tariffe postali agevolate a favore dell'editoria. Il che, presumibilmente, manderà all'aria i bilanci di centinaia di riviste e porterà ad una riduzione degli abbonamenti. Meno libera editoria e più televisione: sembra questo l'obiettivo governativo. La democrazia in Italia è agli sgoccioli. Gilberto Borzini

VELOCITA' ITALIANA

Paghiamo ancora le accise sui carburanti per finanziare la Guerra in Eritrea e la ricostruzione per vari terremoti, da quello di Messina all'Irpinia. La velocità di reazione italiana ai cambiamenti è straordinaria, in particolare nella pubblica amministrazione. Il Ministero vara la Posta Elettronica Certificata, mentre nei piccoli centri l'amministrazione non sa bene cosa sia la Posta Elettronica. Internet, Skype e i Blog restano un mistero per gli apparati pubblici: timbro e firma, con fotocopia via fax dei documenti, sono sempre necessari. Trenta anni dopo aver detto NO alle centrali nucleari ci ripensiamo; qualche anno dopo avere sostenuto che bisogna abolire le Province si pensa a crearne una dozzina di nuove, ma si dice che cambiare idea sia sintomo di saggezza Anche i Tagiki hanno cambiato idea e davanti alla corruzione governativa hanno assaltato il Parlamento. Al contrario i Thai assaltano il loro Parlamento per rimettere al Governo un corruttore doc, un magnate multimiliardario con TV e squadra di calcio, plurigiudicato e rifugiato all'estero. Ai governanti Tagiki consiglio di rinnovare i programmi televisivi e dedicarsi al football: in Thailandia porta bene. Anche in Italia football e gnocca-in-tv portano bene. In Italia, dove non contano fatti banali come la velocità di adeguamento della burocrazia alle innovazioni o il supporto alle attività in crisi, ma dove contano moltissimo le apparenze mediatiche. Gilberto Borzini

venerdì 9 aprile 2010

MEMORANDUM PER LE PROSSIME ELEZIONI

Al PD si offre la possibilità di invertire la rotta e di portare il Paese fuori dal berlusconismo. Come? Seguendo pochi e precisi passaggi: 1) Ignorare il "problema" Berlusconi (status giudiziario e conflitto di interessi): se gli elettori vivono ogni elezione come un referendum pro o contro il premier questi viene sostenuto. Le scelte vanno fatte sui programmi e sui progetti. Inseguire il "problema B." fa gioco a B. e all' IDV, non al Paese. 2) Definire programmi e progetti strategici di rinnovamento istituzionale e rilancio economico: prendere spunto dal Labourismo inglese (Blair), dal socialismo spagnolo (Zapatero), così come dai Democratici americani (Obama) dimenticando Marx, Lenin & Co. le cui categorie economiche sono decisamente superate. In sostanza definire un Partito Socialista lasciando perdere gli estremismi. 3) Parlare agli individui e non alle categorie storiche, superate dall'economia reale: la scomparsa del ceto medio, le nuove professioni, il cambiamento del sistema produttivo, la trasformazione della famiglia, sono elementi non secondari. Le "masse" di Marx non sono più presenti. 4) Dare voce, spazio e potere a persone come Massimo Cacciari, Sergio Chiamparino, Matteo Renzi, Debora Serracchiani, Enrico Letta e Nichi Vendola: persone che sanno individuare gli obiettivi, parlare al cuore degli elettori, ottenere la fiducia e proporre un sogno. 5) Fare piazza pulita dei "potentati" locali, principali responsabili dell'attuale arretramento culturale, progettuale e elettorale del PD. 6) Togliere dagli schermi televisivi i volti più arroganti, saccenti, elitari (D'Alema, Turco, Bindi, Visco, Bresso tanto per non sbagliare) Il tutto va fatto con cortese urgenza: l'esordio leghista in Piemonte, con il diniego della pillola RU, fa presagire che non passeranno molti mesi perchè in Piemonte l'esigua maggioranza venga fatta a pezzi, così come in Lazio è improbabile che l'ancor più risicata maggioranza possa reggere l'urto di una revisione alle politiche sulla sanità Gilberto Borzini

DEBITI & CLASSIFICA

Mentre riprendono fiato le intercettazioni telefoniche del mondo del calcio, coinvolgendo nuovamente - in maniera preoccupante - le più blasonate squadre del campionato di serie A, è interessante esaminare il verminaio dei bilanci (fonte IlSole24ore 2 luglio 2009): dati espressi in MILIONI di Euro squadra patrimonio debiti utile/perdita (in ordine alfabetico) FIORENTINA 78 80 - 9 INTER - 12 394 -148 JUVENTUS 95 147 - 20 MILAN 43 392 - 77 NAPOLI 14 71 + 12 PALERMO 22 69 - 4 ROMA 128 152 + 18 Circa 750 milioni complessivamente sono i debiti vantati dall'erario, il resto riguarda l'esposizione bancaria. Occorre ricordare che nel 2003, il 17 ottobre per l'esattezza, il governo aveva decretato la legge "salva calcio", consentendo artifici contabili inauditi e inammissibili alle normali società, pur di evitare che andassero tutte (o molte) a catafottersi. Malgrado i sette anni trascorsi non sembra che lo stato di salute economico delle società sia brillante, e preoccupa anche molto il fatto che le varie presidenze siano in capo a soggetti che dovrebbero rappresentare il meglio dell'economia nazionale. Quindi: i "maestri" dell'economia nostrana hanno debiti colossali verso erario e banche, solo limitandoci al settore del "gioco". Non sorprende allora che la lotta per la conquista di titoli (o classifiche) che consentono di accedere ai benefici straordinari dei diritti televisivi (da quelli di Sky a Premium, ma soprattutto a quelli di Champions League) sia feroce, e percorra tutte le strade possibili, comprese quelle del gossip giudiziario. Il vero scandalo, in un Paese dove il falso in bilancio non è più un reato, non è tanto nel fatto che le società navighino in un rosso profondo, quanto piuttosto che continuino a scippare i tifosi e gli appassionati lucrando su ingressi, abbonamenti e pay-tv cannibalizzando i pochi averi dei tifosi. Ovviamente quando i risultati non arrivano è colpa degli arbitri, categoria che sta al calcio come quella dei giudici sta alla politica. Gilberto Borzini

venerdì 2 aprile 2010

Quello che...

Quello che deve a Craxi le concessioni televisive su scala nazionale e alcuni altri piccoli favori Quello dello scudo fiscale per far rientrare i soldi sottratti al fisco Quello che ha abbassato dell'1% le tasse dirette e costretto comuni/province/regioni ad aumentare le tasse locali del 45% per tenere aperti asili, trasporti, servizi sociali essenziali Quello che ha ricandidato 13 persone già condannate con sentenza passata in giudicato Quello che ha modificato la legge elettorale in modo che siano le segreterie di partito a scegliere gli eletti e non più i cittadini Quello che ha omesso qualsiasi controllo sull'entrata in vigore dell'Euro permettendo a negozianti e professionisti di raddoppiare I prezzi Quello che ha abolito la tassa di successione per I patrimoni miliardari e subito dopo ha cointestato le sue aziende ai figli Quello che ha quadruplicato il suo patrimonio personale e salvato le sue aziende dalla bancarotta da quando è al governo e che dice che è entrato in politica gratis per il bene degli italiani Quello che ha epurato dalla RAI i personaggi che non gradiva Quello che ha fatto la Ex-Cirielli, la Cirami e la salva-Previti Quello che ha fatto una voragine nei conti dello stato e ha cambiato 3 volte ministro del tesoro Quello che ha dato, a spese degli italiani, il contributo per il decoder digitale per permettere al fratello di fare soldi con una società che li produceva Quello che depenalizzato il falso in bilancio e ha introdotto la galera per chi masterizza I DVD Quello che ha permesso alla Francia di saccheggiare la BNL e si è fatto prendere a pesci in faccia quando ENEL ha tentato di acquisire una società francese Quello che ha impedito ad Air France di rilevare Alitalia è ha addossato al debito pubblico il fallimento Alitalia, favorendo qualche amico Quello che ha fatto diventare la sua banca privata una banca di stato grazie alle poste italiane Quello che ha dato ai pensionati 40 euro al mese con un bancomat che nessuno usa Quello che si dichiara cattolico ed è al secondo divorzio Quello che le donne non le paga, le pagano gli altri per lui Quello che chiama "pollaio" un confronto di opinioni Quello che si è preso la Mondadori con un trucco Quello che aveva per stalliere un killer della mafia Quello che vuole il Ponte sullo Stretto di Messina Quello che continua a impedire a chi ne ha diritto di stare dove sta Rete 4 Quelo che suo fratello è un galantuomo come si sa a Lacchiarella, tra discariche abusive e campi da golf Quello che ci ha salvato dai comunisti che non ci sono più Quello che privatizza l'acqua potabile Quello che vuole le centrali nucleari mentre chi le ha le dismette Quello che l'Italia non sarà mai multiculturale e multietnica Quello che la legge vale per tutti ma non per lui Quello che autorizza l'incremento del 20% dell'edilizia privata senza verifiche e controlli Quello che sottrae alle Regioni i FAS per poi dire che ha aumentato la cassa integrazione Quello che elegge un Ministro del Turismo senza Ministero Quello che fa cu-cù alla Merkel Quello che chiama a gran voce Mister Obama scandalizzando la regina Elisabetta Quello che chiede se può dare una palpatina a un vigile del fuoco donna durante un sopralluogo alle rovine dell'Aquila Quello che non è mai stato iscritto alla P2 Quello che fa cacciare dalla conferenza stampa chi fa domande impertinenti Quello che ... ma non si finisce mai ???? Gilberto Borzini

IL PROGETTO POLITICO CHE VORREI

Inutile cincischiare. L'orrenda campagna elettorale è stata priva di PROGRAMMI e PROGETTI. In compenso abbiamo visto che: - i partiti tradizionali sono stati impietosamente puniti - si affermano i movimenti che creano consenso sulla rete web - si confermano i movimenti presenti e attivi sul territorio Quindi LA POLITICA sta radicalmente cambiando modalità aggegative, di consenso e di partecipazione, e una valida gestione di FaceBook vale più che una valanga di manifesti, volantini e santini. Ma veniamo ai PROGETTI. In Piemonte, dove risiedo, vorrei: 1) l'acqua deve restare pubblica 2) il contributo per l'educazione deve essere unico e uguale per ogni studente, sia che frequenti la scuola pubblica che la privata 3) la sanità è pubblica e cura tutto (denti inclusi). Ticket proporzionale alla fascia di reddito dichiarato e verificato 4) liberalizzazione totale del commercio (presentazione DIA al Comune e autocertificazione per ASL) come nel resto dell'Europa Occidentale 5) investimenti su energia pulita (vetture elettriche, centrali fotovoltaiche e eoliche) 6) piani edilizi popolari per rilanciare edilizia e dare a tutti un tetto 7) detrazione fiscale per contributi a associazioni umanitarie e onlus al posto dell'8 per mille 8) SI al terzo valico ferroviario (Genova-Rotterdam) per sviluppare la logistica in Piemonte orientale 9) NO alla Torino Lione per come finora è stata ipotizzata. Al suo posto: porto ferroviario a Torino e implementazione dell'autostrada ferroviaria alpina mediante miglioramenti al tracciato storico 10) abolizione temporanea dell'IRAP per sostenere le piccole imprese Dieci piccoli punti che possono abbattere le distanze siderali tra la politica operativa e i sentimenti degli elettori. Gilberto Borzini