lunedì 29 novembre 2010

IL PETARDO WIKILEAKS

Un petardo scambiato per una bomba.
Ci aspettavamo il big-bang della diplomazia e leggiamo del grande peto in ascensore, che imbarazza gli astanti ma non provoca danni.
Bastava chiedere al mio panettiere per disporre degli stessi giudizi sulle qualità morali del nostro presidente del consiglio.
Confonde la Nazione con una sua azienda, approfitta del ruolo per fare affari, va pazzo per la gnocca: lo sapevamo.
Non sorprende neppure che i puritanissimi statunitensi siano sconvolti dai fatti noti, ma gli americani sono gente strana: gente che paga le multe, gente che pianta un finimondo per una fellatio presidenziale,  gente che in tribunale dice la verità, che confessa tutto ai poliziotti dopo cinque minuti di interrogatorio, gente che non sa reggere ai sensi di colpa.
Noi italiani siamo diversi, capaci di negare anche di fronte a tonnellate di prove.
A noi la morale non ci risulta, ancor meno il senso di colpa.
Gli americani, soliti ingenui, che si sorprendono se l'Arabia Saudita con una mano è alleata degli USA e con l'altra raccoglie fondi per Al Qaeda e già che c'è invita a bombardare Teheran; gli americani che si stupiscono se la Turchia tende un orecchio all'Unione Europea e l'altro all'Iran, roba che basta guardare la cartina geografica per capirla; gli americani che si meravigliano se il Grande Puttaniere fa sposare Gazprom con Eni per portare energia direttamente a casa (con SouthStream) senza passare dalle sette sorelle; gli americani che si indignano se il Grande Puttaniere è amico intimo del Grande Zar e del Gran Muftì, tutti pazzi per lo stesso genere di entertainment e di way-of-life.
Gli americani che si stupiscono che gli altri abbiano regole diverse, interessi diversi, rapporti diversi da quelli americani.
Gli americani, così vanitosi e presuntuosi, sempre a combattere il male, unici a difendere il pianeta dai pericoli interstellari, così tecnologici e così bietoloni da non saper proteggere i loro sistemi di comunicazione, perchè alla fine questo è l'unico elemento scandaloso: la sicurezza diplomatica americana è un colabrodo così come è un colabrodo l'organizzazione militare americana - tutta macchinari fantascientifici, urla e grida - in scacco a bande di sfigati armati di buona volontà, così come è un disastro il sistema finanziario statunitense che per avidità ha gettato il mondo sul lastrico.
Lo scandalo è il collasso sistemico degli USA, non Wikileaks.
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martedì 23 novembre 2010

OROSCOPO 2011

FINANZA    Gli nterventi ipotizzati a sostegno dell'economia irlandese serviranno esclusivamente a salvare le banche, ma affonderanno l'economia.
                  Portogallo e Spagna proporranno drastiche manovre finanziarie che contribuiranno all'incremento della disoccupazione.
                  Forti venti di specuazione internazionale sull'Euro metteranno in dubbio la valuta continentale e il senso dell'U.E.
                  La Germania si chiamerà fuori dagli interventi continentali di sostegno alle economie in crisi.
                  La successione di crisi economico-aziendali porteranno le banche ad essere padrone di tutto, ma saranno padrone di gusci vuoti, di aziende
                  e immobili dal valore prossimo allo zero.
                  Molte banche dichiareranno il default, l'oro supera i 2500 dollari l'oncia entro l'estate.
 
ECONOMIA   Crescita della disoccupazione e cessazioni d'impresa contrassegnano il primo trimestre continentale e italiano
                    Aumenti insostenibili dei prezzi energetici, incluso il gas per riscaldamento, e dei beni primari. Il pane supererà la quotazione di 4 euro al kg.
                    Taglio drastico delle spese correnti di sussistenza, crollo delle entrate erariali, annullamento del welfare europeo comunemente inteso con
                    riduzione sensibile dei servizi sanitari e socio assistenziali.
                    La previdenza e le assicurazioni sanitarie private sostituiranno, per chi potrà permettersele, le assistenze nazionali che annunceranno
                    il default.
 
POLITICA    Nuove elezioni in primavera e risultato privo di efficacia: l'Italia si presenterà divisa tra Nord leghista, Centro vendoliano, Sud berlusconiano.
                  Violenti conflitti tra nord e sud con prepotenti richieste di secessione in tutte le regioni. Moti popolari per il mantenimento dell'assistenza sociale
                  che le casse vuote dello Stato non consentiranno di mantenere. Riemersione del terrorismo.
                  La questione ambientale nel meridione sfocia in manifestazioni violente e vere sommosse popolari.
                  L'assenza di risorse a sostegno dei cassintegrati determina sommosse nel nord Italia (formazioni comuniste in Piemonte e Liguria, fasciste nel Lombardo                       Veneto). L'impasse politica centrale esaspera i moti trasformando i conflitti da locali a regionali, sul modello della ex Yugoslavia.
                  Lo stesso quadro si presenterà in Portogallo, Spagna, Belgio, Grecia.
                  Polonia, Repubblica Ceka, Slovakia, Romania e Bulgaria sottoscriveranno accordi separati energetici con la Russia, avallati dalla Germania.
                  Fine del patto di solidarietà franco-tedesco con nuove tensioni ai confini tra quei Paesi.
                  Le violente tensioni economiche e finanziarie internazionali influiranno pesantemente sugli USA sfociando in tentativi di uccisione del Presidente.
                  Svolta prepotentemente repubblicana negli USA e fine del dialogo con la Cina. Fortissime tensioni tra le due Coree.
                  Abbandono di Afghanistan e Irak da parte della Nato. I talebani si insediano al governo dal Pakistan all' Irak.
                  Israele chiuderà le fonti idriche ai paesi islamici e subirà attacchi militari da Turchia e Siria.
 
Buon anno a tutti !
 
 

mercoledì 17 novembre 2010

IL SOSPETTO

Gentile Direttore,
una breve informazione prima di passare al contenuto tematico.
Negli anni '90 vivevo in Sicilia, tra Terrasini e Cinisi. Conobbi per motivi lavorativi il maresciallo Antonino Lombardo, divenni amico del tenente dei carabinieri Antonio Giordano (che prese parte all'arresto di Totò Riina), frequentavo il maneggio di Cinisi (La Staffa, dove si allenava Giuseppe di Matteo, il bambino sciolto nell'acido da Brusca) dove conobbi, e ne diventai consulente, l'ing. Giuseppe Montalbano, il proprietario dei terreni in cui venne arrestato Riina nonchè, fra le altre, dell'azienda vicina al punto da cui lo stesso Brusca azionò l'esplosivo che uccise Falcone a Capaci, azienda che, chissà come, si aggiudicava molti appalti pubblici.
Per finire fui consulente di una società partecipata dall'avvocato Ponte a Palermo, illustre figura locale molto vicina a Salvo Lima.
Mi occupavo di turismo, ma disponevo anche allora di occhi e orecchie.
Vengo al punto.
Più volte sul mio blog ho sostenuto la tesi, che è una pura tesi speculativa di carattere induttivo, secondo cui i recenti grandi successi ottenuti dal Governo nel contrasto alla malavita organizzata non potessero essere altro che il frutto di uno scambio: le cosche vincenti stavano cedendo allo Stato le cosche perdenti, ottenendo in cambio il governo dei territori di provenienza (Sicilia, Calabria e Campania).
Naturalmente la tesi si fonda anche su alcuni elementi pratici:
1) le mafie "evolute", a partire da quelle statunitensi, da tempo si sono trasformate in imprese alla luce del sole, operando in forma lobbistica più che gangsteristica;
2) la formulazione "federalista" attualmente in discussione cede il Governo dei territori a chi ha migliori capacità di convincimento (modalità associative, cooperative di lavoro, peso economico, controllo del territorio) riducendo al minimo l'intervento Statale, visto più come ragioniere contabile che non come compartecipe;
Lo Stato centrale, peraltro, risparmierebbe miliardi di euro se potesse formalizzare la terziarizzazione del controllo del territorio a chi, storicamente, lo sa fare: il problema delle mafie, dai tempi di Al Capone, è fargli pagare le tasse.
Banalizzando: se un'organizzazione estorsiva del pizzo si trasforma in agenzia di assicurazioni fa più o meno lo stesso lavoro, però paga le tasse e lo Stato non ha nulla da dire.
Ripeto, la mia è solamente una teoria deduttiva, che però si basa su due altri convincimenti, privi naturalmente di prove:
a) possibile mai che i clan mafiosi siano diventati stupidi d'un botto e che si facciano pizzicare ovunque ?
b) possibile mai che le nostre Forze dell'Ordine abbiano fatto un salto di qualità così sostanzioso nella lotta al crimine organizzato, mentre le volanti non hanno i soldi per fare il pieno e le investigazioni criminali non sembrano all'altezza di CSI o di BONES ?
Quindi, quando ho sentito il contenuto dell'intervento di Roberto Saviano non mi sono affatto sorpreso, anzi: mi sono detto, finalmente qualcuno toglie le ragnatele, anche se nelle mie teorie immaginavo che la 'ndrangheta in Lombardia cercasse appoggi più negli ambienti della CDO che con la Lega, visti i diversi pesi e poteri delle due realtà territoriali.
Non mi sorprende lo sdegno di Roberto Maroni, che immagino in assoluta buona fede sia personale che di ruolo, e credo anzi che gli accordi che il discorso di Saviano paventa non siano frutto del pensiero leghista ma di un livello governativo differente che, pare, nel passato avrebbe avuto modo di ricevere qualche aiutino dal moloch finanziario siciliano.
Naturalmente le mie sono teorie di fantapolitica, induttive e senza prove.
Però... Antonino Lombardo si suicidò a Palermo (ricorda Samarcanda? Buscetta ? il sindaco Orlando in tv ?);  Antonio Giordano morì in Calabria in un curioso incidente di volo a vela; chi guidò l'azione dell'arresto di Riina (Mori e il Capitano Ultimo) sono processati a Palermo: insomma, il sospetto di qualche cosa di contorto mi pare legittimo.
Lei cosa ne pensa ?

martedì 16 novembre 2010

IL GOVERNO DEI SAGGI

E' forse venuto il momento di ripensare con serietà al concetto di Democrazia a suffragio universale.
A tutti è noto che se in Algeria, pochi anni or sono, fosse dato esito al suffragio popolare i fondamentalisti islamici avrebbero assunto il potere, così come accadde una trentina di anni fa nell'Iran di Khomeini.
La manovrabilità della pubblica opinione, grazie alla prepotenza dei mezzi di comunicazione di massa, non determina una sovranità popolare, ma la sovranità di chi meglio usa i mezzi di comunicazione, siano essi i pulpiti delle parrocchie o le trasmissioni televisive, spesso provocando danni immensi.
Mussolini venne democraticamente eletto, il rifiuto dell'energa nucleare venne democraticamente sancito, Bush jr venne rieletto con un plebiscito : quanto influisce l'emotività sul voto popolare? e quanti danni produce l'emotività allo sviluppo coerente di una società di estrema complessità quale quella contemporanea ?
Si può governare emotivamente una nazione immersa in un continente le cui fondamenta economiche e politiche scricchiolano paurosamente ?
I dati OCSE relativi alle competenze analitiche e critiche degli studenti sono, in questo senso, scoraggianti: disegnano un Paese con qualifiche formali a cui non corrispondono competenze di ragionamento, ed è probabile che gli stessi dati possano essere replicati sull'universo della popolazione.
Siamo abituati a pensare, o indotti a pensare, che la democrazia sia la miglior forma di governo.
Ma su questa abitudine occorre operare un ragionamento "laico".
Forse al posto della tessera elettorale bisognerebbe istituire una "patente a punti" elettorale, ottenibile previa esame di qualificazione, un test attitudinale simile ai quiz che l'OCSE o il progetto PISA propongono agli allievi degli istituti secondari.
Forse non otteremmo il "governo dei saggi", ma più probabilmente un governo di minor espressione emotiva, capace di esprimere progetti e programmi, non simpatia o antipatia viscerali.
Quando il potente di turno si appella costantemente alla "volontà popolare" ricorda altre frasi, diverse ma coerenti, come "dio me l'ha data, guai chi me la tocca", ed esprime lo stesso concetto di potere.
Una riflessione senza pregiudizi, laica appunto, sarebbe davvero necessaria su un argomento per nulla secondario.

lunedì 15 novembre 2010

PARTITI CENTRISTI, ELETTORI ESTREMISTI

E' in corso una paradossale comica, in cui i partiti si gettano al centro nel tentativo disperato di intercettare il voto, e gli elettori anelano a posizioni estreme disdegnando le moine partitiche.
Così il PD, figlio invertebrato di un robustissimo padre (PCI) e una poderosa madre (DC) , ha sperperato in un decennio un trentapercento dell'elettorato ereditario, mentre il PDL vive di un carisma tanto corrisivo inizialmente quanto corroso attualmente.
La risposta popolare alle primarie di Milano fa esclamare a Fioroni che "lo slittamento verso sinistra minaccia di far perdere il consenso": roba da non credere.
La perplessità del popolo di centro destra induce i post fascisti  a riposizionarsi al centro con una verniciata di moderatismo.
Intanto il 26% dell'elettorato afferma di non voler andare a votare e il 14% di votare scheda bianca o nulla.
Un chiaro segnale di incomprensione, di mancanza di rapporti tra politica e Paese.
 

QUANTA IPOCRISIA...

A Vercelli compaiono titoli cubitali sui periodici locali relativi ad un titolare di cinque negozi che "toccava il sedere" alle commesse.
Apriti cielo ! Finalmente l'ipocrisia e il bigottismo si possono scatenare.
Distinguiamo allora tra principio etico e prassi.
Il principio etico afferma che se la manifestazione di interesse esprime una prevaricazione tra chi ha il potere (esercente) e chi lo subisce (commessa) l'atto in sé sia negativamente valutabile.
Deroga al principio etico è l'eventuale assenso o consenso, ovvero la reciprocità di interesse tra i soggetti indipendentemente dal rapporto lavorativo.
Osservo che la maggioranza degli "amori" nascono in ambiti lavorativi, e questo per ovvia causalità ambientale e relazionale.
Aggiungo che in un Paese in cui il Primo Ministro attribuisce alle sue pulzelle incarichi e prebende di valore pubblico sarebbe opportuno evitare due pesi e due misure, pertanto o chi stigmatizza l'azione del commerciante non vota per il Premier, oppure chi vota per il Premier abbia la decenza di tacere.
A meno che il senso dell'ipocrisia non sia dettato dalla scadenza temporale dei termini, definendo giusto il comportamento del Premier (prima ti uso, poi ti assumo) e sbagliato quello del commerciante (prima ti assumo, poi ti tocco il sedere).
Indipendentemente dalla forma del "politically correct" credo che tutti abbiano conosciuto professionisti e imprenditori che hanno relazioni intime con la "classica" segretaria, e nessuno, fino ad oggi, ha "sbattuto il mostro in prima pagina".
Se ci definiamo cristiani dobbiamo avere compassione per le debolezze umane.
Gridare allo scandalo mal si concilia con il dettato evangelico.

 

domenica 14 novembre 2010

MIDDLE CLASS KILLER

Il delitto è stato compiuto per strangolamento e la vittima, la Middle Class, è morta per asfissia.
Una lunga agonia provocata da una poltiica che ha agito come la Garrota, lo strumento di tortura spagnolo.
Un'agonia durata 20 anni, iniziata con i festeggiamenti per la caduta del Muro di Berlino.
La scomparsa del comunismo ha generato la globalizzazione, la globalizzazione ha sviluppato la finanza globale e la finanza globale ha massacrato la classe media.
L'errore di Gorbaciov e di Eltsin, lasciare libera l'economia senza un controllo politico, è stato reiterato dall'occidente provocando la caduta del potere di acquisto, la crescita della disoccupazione, la devastazione morale - promossa dai media e soprattutto dalla televisione - per cui il denaro è l'unico obiettivo e per il denaro è lecito, meno faticoso e più proficuo, prostituirsi.
In Italia il killeraggio è stato portato avanti da Berlusconi, presentatosi come paladino della middle class, delle partite iva e delle piccole e medie imprese-
Dopo venti anni di berlusconismo middle class, partite iva e PMI sono indebitate oltre ogni limite, stentano a onorare i debiti, cessano l'attività.
Tra i lavoratori autonomi chi ha superato i 50 anni sa di non avere alcuna possibilità: non troverà lavoro e la pensione diventa un miraggio.
Non potrà neppure reinvestire in un piccolo commercio, perchè il piccolo commercio è strangolato dalla Grande Distribuzione, i negozi chiudono,è un dato di fatto.
Precariato, sottocupazione, disoccupazione, crisi industriale, fallimenti, un miliardo di ore di cassa integrazione, sgretolamento del territorio, banche e assicurazioni libere di infierire, puttane e puttanelle agli onori delle cronache: questo è il risultato concreto di venti anni di non politica berlusconiana.
Non ci sono soldi per l'istruzione pubblica, ma si trovano 150 milioni per le scuole private, perchè l'unica politica berlusconiana è quella di tenersi buoni i centri di potere che contano per il suo impero finanziario: delle esigenze concrete dei cittadini non importa.
La classe media non scende in piazza: non è nella sua cultura e ha ancora qualcosa da pardere, come la casa con il mutuo o le vacanze last minute da pagare a rate.
Vietato uscire di casa, vietato socializzare: tutti nel proprio bunker a guardare la tv a pagamento o a giocare a tennis col televisore.
Si fa il nome di Draghi alla presidenza del consiglio, fingendo di non ricordare che è vice presidente di Goldman Sachs, il promotore e autore della speculazione finanziaria globale che ha ucciso, strangolato e annientato la Middle Class.
Mentre l'Italia si riempie di Conti Mascetti, decaduti e squattrinati, si trova sempre il "colpevole" tra gli stranieri, fingendo che siano loro a sottrarre lavoro agli italiani e se osano chiedere di lavorare onestamente li si carica con la polizia.
Gli studenti non hanno futuro: venti anni di non politica berlusconiana hanno mandato all'aria sogni e aspirazioni.
Che tristezza. Che infinita tristezza.
 
 
 
 

mercoledì 10 novembre 2010

IL CERINO E LA BOMBA

E' facilmente prevedibile che il 2011 segnerà il 150mo anniversario dell'unità nazionale e, contemporaneamente, la sua dissoluzione.
La crescita dei Movimenti secessionisti in Sicilia, in rapida estensione nel mezzogiorno, e l'affermazione della Lega nel nord si avviluppa nelle spire del rapido aumento del differenziale dei titoli di stato rispetto ai bond tedeschi, passato da 1,14 a 1,92 in un anno.
Sarà la finanza a produrre la lacerazione finale dello Stato ? Probabilmente sì.
L'incremento dei tassi di interesse implica l'aumento del debito pubblico che a sua volta genera restrizioni di disponibilità distributive e/o incrementi della fiscalità.
Le crisi aziendali e occupazionali, pertanto, non sembrano potersi ridurre, mentre lo Stato non ha risorse sufficienti né per il sostegno all'occuazione né per il riassetto ambientale di cui  c'è estremo bisogno in un paese in cui quando piove si sgretola tutto.
Assistiamo interdetti ad un utilizzo della forza pubblica che a sud manganella le famiglie che si oppongono agli sversamenti di rumenta in un parco nazionale e a nord chi sostiene il diritto alla sanatoria per i migranti che vogliono lavorare in regola: un atteggiamento che difficilmente porta a sostenere gli interventi statuali.
Assistiamo allibiti agli abusi di potere del presidente del consiglio per favorire un'amichetta di facili costumi senza permesso di soggiorno.
Assistiamo mortificati alla devastazione praticata da torrenti quali il Sele, il Bacchiglione e il Polcevera che non sono il Mississippi.
Assistiamo sconcertati al taglio orizzontale di tutte le risorse pubbliche, taglio senza capo né coda, senza giustificazione, tipico di un'assenza di obiettivi.
Assistiamo all'imbarazzo delle amministrazioni locali che stentano a disporre del minimo necessario per le funzioni istituzionali.
Osserviamo che se al monte delle tensioni sociali si aggiunge il taglio delle risorse il risultato non può che essere un'accelerazione del malessere e la facile quanto comprensibile tentazione dell'autonomismo locale.
Su tutto ciò incombe il macigno della politica nazionale: Berlusconi si regge esclusivamente sull'appoggio della Lega e la Lega fa da stampella a Berlusconi escusivamente in vista dell'approvazione del federalismo. Ottenuto il federalismo la Lega punterà direttamente al governo delle risorse del nord ricreando di fatto il Lombardo-Veneto pre-risorgimentale, i nuovi potentati economici del meridione disporranno di proprie rappresentanze politiche (autonomiste e secessioniste) e non si faranno ripetere l'invito.
Resta da capire se si prospetta una separazioni consensuale (come fu per la Cecoslovacchia) o violenta (come per la Yugoslavia).
Dietro al cerino della crisi governativa c'è una miccia corta e una bomba potente.
 
 

IL BENE, IL MALE, L'ANIMA

Giovanni Paolo II (Memoria e Carità, pag 27) identifica il diavolo come "una parte di quella forza che vuole sempre il male e opera sempre il bene", arrivando a porre in essere, sotto lo stimolo del male, un bene più grande.
Benedetto XVI (Fede, Verità, Tolleranza, pag 48) scrve che il Male non è affatto una parte del tutto di cui abbiamo bisogno, bensì la distruzione dell'Essere..
Due Papi contigui, due visioni esattamente opposte del Male, in perfetta coerenza con il dogma dell'infallibilità papale.
D'altra parte si sa che ciò che non è dimostrabile è anche incontrovertibile.
Recita il Catechismo della Chiesa Cattolica (Compendio, 70):" L'anima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio".
Sia di conforto, questo verso, a tutti i genitori che hanno figli scriteriati: loro, i genitori, non c'entrano...

lunedì 8 novembre 2010

MEDIOCRAZIA

Scriveva Dante (canto XIX dell'Inferno) "Ahi Costantin di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote, che da te prese il primo ricco patre".
Dante si riferiva alla cosiddetta Donazione di Costantino che concedeva alla Chiesa di Roma il potere temporale, documento poi rivelatosi un falso costruito dai segretari di Silvestro I°, primo Papa con poteri temporali.
Quella terzina dantesca di solito non viene approfondita a scuola, anche perchè porrebbe gli allievi nella condizione di porre domande capziose che troverebbero risposta adeguata nell'ultimo libro di Umberto Eco che afferma, in sostanza, che tutti i giochi del Potere si basano su mistificazioni e contraffazioni documentali.
L'uscita del libro di Eco in un periodo di misfatti mediatici, di palate di fango su ogni avversario politico, di dossieraggi e calunnie non sembra affatto casuale.
Ma se nel passato gli atti contraffatti coinvolgevano i gruppi di potere e la poca stampa e i pochi lettori di quella stampa, oggi la mistificazione viene propagata anche e soprattutto attraverso i canali televisivi, prima fonte di informazione italiana, e sulla verità hanno facile gioco lo scandalo, l'indignazione temporanea, la sintassi della comunicazione televisiva.
Gioco facile, reso ancor più facile dalla bassissima capacità analitica e critica della maggioranza dei telespettatori, figli di un sistema scolastico che non insegna neppure ad analizzare e gestire informazioni di base (vedi ricerche OCSE sulle competenze linguistiche e scientifiche degli italiani).
La mistificazione mediatica, quindi, interviene pesantemente in un sistema "democratico" a suffragio universale, dove quell'universo è composto da una maggioranza relativa che non dispone di sufficienti capacità intellettuali per distinguere la mistificazione dalla verità, soprattutto quando la mistificazione è verosimile, e il verosimile è asso nella manica della retorica.
Siamo pertanto in pieno dilemma: la democrazia dovrebbe nutrirsi di ideali e contenuti, mentre la politica attuale offre aggressioni e mistificazioni propagandate attraverso i mezzi di informazione di massa. Può, su queste basi,sostenersi una democrazia ? O non siamo ormai calati da tempo in una "medio-crazia" ?
Appare purtroppo chiaro che la risposte sono: no, una democrazia non può sostenersi; sì, siamo in mediocrazia.
La mediocrazia ha in sé le dinamiche nel migliore dei casi dell'oligarchia, nel peggiore della tirannia.
E la democrazia, il suffragio universale, non dispone di anticorpi per respingere la mediocrazia se non l'intelligenza e le competenze analitiche e critiche individuali, elementi - come detto poco sopra - scarsi nella penisola.
Scatenare paure e passioni è mediaticamente facile: la paura dello straniero, del non conosciuto, è elementare, nota da sempre ad ogni Potere.
Far votare con la "pancia" e poi sventolare la volontà popolare a difesa del potere è gioco in corso e vulnus tremendo dell'agone politico.
In tempi siffati la storia insegna che o si istaurano tirannie o si scatenano rivoluzioni, ma le rivoluzioni sono promosse da chi ha tutto da guadagnare e praticate da chi non ha niente da perdere: difficilmente nell'Italia odierna troveremmo qualcuno che ritiene di non avere niente da perdere.  
Quindi non resta che l'ipotesi della tirannia.
A meno che.
A meno che chi ancora può intervenire, e oggi c'è solo un'Istituzione che può farlo, non trovi il modo, anche stressando le forme e le regole, di resettare la situazione, ma qui si esce dal campo delle prassi di potere per entrare in quello della miracolistica.
 
 

sabato 6 novembre 2010

IL VIZIETTO

Nel 2009, in virtù di un consistente curriculum operativo, fui cooptato nella Consulta Nazionale del Turismo presieduta dall'on.le Nicola Bono dietro indicazione delle sedi provinciali di Alleanza Nazionale di Alessandria e di Cuneo.
La Consulta, la cui partecipazione ai lavori era totalmente gratuita, lavorò rapidamente per la formulazione di una  nuova Legge Quadro del turismo, ma i suoi lavori vennero fermati, e la Consulta stessa scomparve, quando venne nominata Ministro del Turismo tale Michela Brambilla da Lecco, eccellente imprenditrice alimentare e valida presidentessa provinciale di associazione d'imprese, ma che di turismo, come spesso accade in Italia, non è grande esperta.
"Turismo" è termine che raggruppa troppi elementi per essere considerato disciplina semplice, tanto che definiamo il turismo come industria, in virtù della complessa macchina operativa e funzionale.
Esistono diversissime forme di turismo, sia legate alla struttura paesaggistica, sia ai modelli culturali, sia, soprattutto, alle modalità di fruizione, ovvero ai mercati di consumo potenziali e attivi.
Fatto sta che in Italia, Paese dal potenziale estremo di Turismo e di Cultura, si da per scontato che i due soggetti (turismo e cultura appunto) funzionino da sé, per cui ai vertici dei sistemi vengono messi amici o utili idioti, e poco importa se l'amica immagina di fare promozione turistica abbracciando somari in tivù o rinnegando il Palio di Siena, o se l'utile idiota, davanti al crollo di Pompei, affermi laconico che non ci sono denari, neppure per l'ordinaria manutenzione.
Il vizietto di attribuire poltrone e poltroncine agli amici è, purtroppo, esteso nella penisola, e magari si predilige un fastoso e spendibile pedigree accademico ad un'onesta gavetta trentennale, pur sapendo che l'antico motto "chi sa fa, chi non sa insegna" è nella sostanza veritiero.
Abituato per prassi a giudicare in base ai risultati osservo che troppo spesso i neo eletti attribuiscono valore di interesse generale ai propri interessi personali, e non mi sorprende che un giovane in procinto di sposarsi ponga attenzione ai "matrimoni di charme", indipendentemente dalla struttura e dalle criticità del territorio, così come l'animalismo da copertina della Ministra del Turismo tende a influenzare gli obiettivi turistici nazionali.
Il turismo, in quanto industria, è oggettivo: ha mercati, risorse e modelli organizzativi che vanno disgiunti dalle preferenze, dalle aspirazioni e dai gusti individuali di chi è insediato al vertice della macchina organizzativa.
Questo, in Italia, è difficile da far capire. Il vizietto si replica all'infinito.
 

venerdì 5 novembre 2010

A TESTA IN GIU'

Per molti anni ho frequentato il mare. Non le spiagge su cui rosolarsi, ma il mare sotto la superficie.
E' un mondo a sè, dove il contrasto tra la luminosità della superficie e l'oscurità dell'abisso pone l'osservatore in una posizione intermedia, in un purgatorio fluido che separa la luce dal buio, con quella vaga consapevolezza che dal buio possa emergere un mostro divoratore.
L'acqua è un elemento diverso dall'aria e dalla terra. Noi bipedi siamo abituati a dividere aria e terra: la terra nutre e viene calpestata, è un punto permanente di appoggio, l'aria da la vita.
Per i pesci non esiste un punto di appoggio, tranne per poche specie come le sogliole. I pesci nascono respirano, si nutrono, si accoppiano, defecano, muoiono nell'acqua.
Ma anche per i pesci esiste un sopra e un sotto: nessun pesce nuota con la testa all'ingiù. Se trovi un pesce con la pancia in alto vuol dire che è morto.
Esiste quindi un rapporto tra il centro di gravità e la vita. Un pesce vivo reagisce alla gravità tenendo la pancia orientata verso il centro gravitazionale. Un pesce morto no.
Senza un centro di gravità si perdono le coordinate essenziali, senza un polo di attrazione il sistema vitale sbanda e si perde.
Tengono la posizione i molluschi abbarbicati alle scogliere, ma è gente senza spina dorsale e senza palle, sempre bisognosa di aggrapparsi a qualcosa.
La vita ha delle regole: un rferimento gravitazionale è fondamentale.
Quando nella vita fisica o nella vita sociale viene a mancare il centro gravitazionale i viventi impazziscono, i branchi vagolano senza meta, le balene spiaggiano, i mostri marini risalgono verso la superficie.
In politica avviene la stessa cosa.