lunedì 27 dicembre 2010

magistratura impazzita

 
Non passa quasi giorno che la magistratura non condanni un fedele servitore dello Stato spacciando per reati quelli che sono tradizionali compromessi con le organizzazioni malavitose.
Può darsi che sia spiacevole affermare che il potere costituito da sempre media con i poteri non costituiti lasciando loro spazi praticabili in cambio di tranquillità sociale: fu così con le formazioni terroristiche palestinesi, fu così con la cupola mafiosa, fu così con i cartelli dei narco trafficanti.
Pace sociale in cambio di traffici diversi.
E' prassi, non deviazione.
Oggi la magistratura aggredisce i funzionari che hanno operato sul sottilissimo confine del dialogo con i contro-poteri, che hanno garantito una certa tranquillità sociale e che attraverso il compromesso hanno comunque potuto portare a termine importanti operazioni, ovviamente catturando i perdenti, i sacrificati dai cartelli vincenti.
Dove porta l'applicazione burocratica della legge che non discerne dalla necessità politica della deroga ?
Inevitabilmente allo scontro.
La caduta dei compromessi implica la cessazione degli armistizi e la ripresa del confronto diretto.
Una magistratura che agisce contro gli interessi politici di istanza superiore rappresenta un pericolo politico per la nazione.

domenica 26 dicembre 2010

LETTERA APERTA AL PONTEFICE

Caro Ratzinger,
mi sorprendo che Lei si sorprenda.
Può darsi che diciassette secoli di potere assoluto abbiano dato un po' alla testa, e che la sindrome di onnipotenza che pervade il Vaticano impedisca di osservare il mondo che cambia.
Mentre fate finta di niente, il mondo non si è affatto scordato delle centinaia di migliaia di morti violente che il potere temporale della chiesa ha provocato, delle forzate conversioni nelle americhe centrale e meridionale, dei ghetti ebraici, delle repressioni sanguinose dei cosiddetti eretici, dei roghi delle imputate di stregoneria, del colonialismo ante-litteram che prese il nome di crociate, della "santa" inquisizione, dell'indice dei libri.
Il mondo non si è affatto dimenticato della presa del potere in Roma, generata su un falso documento imperiale, dei secoli di nepotismo vaticano, dai papi avvelenatori e avvelenati, dei pontefici corrotti e lussuriosi, di un Vaticano che imponeva Imperatori e Re, fino a che Martin Lutero ed Enrico VIII si presero la briga di separare i poteri, di una chiesa che ha regolarmente fatto quello che predicava come peccato, fino agli indimenticabili, tenebrosi  pasticci finanziari che vedono collegato il nome del cristo a quelli di noti esponenti del malaffare.
Caro Ratzinger,  questo odierno è un mondo che anela alla spiritualità, ma che è altrettanto maturato nella consapevolezza e nella conoscenza, cose che la chiesa ha sempre osteggiato, un mondo che diffida di teologie alquanto bizzarre per non dire astruse che sconfinano frequentemente in riti che più pagani non si può. Un mondo che conosce i riti e le teosofie antecedenti la vostra, da cui avete colto a piene mani per costruire il mito dei miti, la mistificazione delle mistificazioni, un sistema di potere che predica la mansuetudine e l'ignoranza per meglio governare.
Non bisogna essere certo fanatici fondamentalisti di altre religioni per osservare la crisi che attanaglia il cristianesimo, ormai preda di una schizofrenia che incrocia, confonde e sovrappone rispettabili aspetti etici con insostenibili sistemi temporali.
Non sorprende allora che in altri sistemi, in altre culture, quello che viene proposto dalla sua chiesa venga visto con estremo sospetto, che la bonarietà delle parole venga interpretata come la lusinga del lupo all'agnello.
Per secoli i monaci convertitori sono stati l'anteprima dello sfruttamento coloniale europeo.
Per decenni i cristianissimi "peace corps" americani sono stati l'avvisaglia dell'imperialismo statunitense.
Perché mai, oggi, la predicazione cristiana dovrebbe aver cambiato prospettiva ?
Oggi Lei chiede dialogo e rispetto, dimenticando le migliaia di persone che hanno supplicato, nei secoli, inascoltate, pietà e clemenza.
Non basta, caro Ratzinger.
La sua chiesa sarà credibile solo se rinnegherà completamente e integralmente il proprio passato, solo se cesserà il potere temporale, economico e finanziario, solo se applicherà alla lettera il dettato di misericordia e di soliderietà, rinunciando ai fasti e alle ricchezze in favore dei bisognosi del mondo.
 
 
 

venerdì 24 dicembre 2010

SULLA SEMPLICITA'

"Non è nelle cose straordinarie che si trova l'eccellenza. Chi si eleva per raggiungerla se ne allontana. Il più delle volte ciò che si deve fare è abbassarsi."
Così scriveva Pascal  nell' Art de conférer.
Il malessere dell'occidente, il disagio spirituale in cui si è inabissato, è forse figlio di una ricerca esasperata, e con questo mistificatoria, dell'eccellenza.
Da un decennio circa leggiamo ottimi romanzi scandinavi che rappresentano una società drammaticamente immersa nel disagio, con un numero impressionante di suicidi, e nella violenza, soprattutto verso le donne, col più alto tasso d'Europa di aggressioni, minacce e delitti compiuti da maschi nei confronti delle femmine. Un'apparente, formale società del benessere sotto il cui velo si sviluppa un profondo malessere indviduale e sociale; una società formalmente capace di integrare, devastata da un razzismo fattuale, da segregazioni operate col sorriso mellifuo dell'assistenza sociale.
Se quanto scrive Pascal è giusto, supportato dal detto popolare secondo cui "il meglio è nemico del bene", il modello sociale va ridisegnato partendo dall'abolizione delle ideologie della contrapposizione, quelle che affermano che "noi" abbiamo ragione e gli altri no, ma soprattutto abolendo gli atteggiamenti della "superiorità" intellettuale caratteristici dell'intelligentia dal dopoguerra ad oggi.
Dobbiamo mettere nuovamente al centro della cultura il modello umano rinascimentale, capace di rappresentare il bello e il giusto nella semplice perfezione delle geometrie, nell'esaltazione della sacralità del corpo umano e del rapporto con la natura, nella concretezza del colore, abbandonando all'incomprensione l'incomprensibile contemporaneità iperrealista o surrealista, davanti alle cui opere solo sedicenti intellettuali fingono estatiche comprensioni.
Tornare alle narrazioni degli archetipi e dei miti fondanti, staccando la spina ai video giochi, e alla loro violenza gratuita utile esclusivamente a gratificare un sé asociale.
Dobbiamo "abbassarci" a modelli di umana sobrietà e non provare a elevarci come Icaro sulle ali di pensieri tanto svettanti quanto impraticabili, formalmente ineccepibili, politicamente corretti e incapaci di costruire quella solidarietà che l'appartenenza - non la sussistenza - infonde.
La semplicità è figlia di una maestria assoluta, la complessità spesso nasconde l'incompetenza: ogni forma d'arte esplicita questa affermazione.
Il malessere dell'occidente non deriva dalla complessità sociale, ma dall'alterità culturale con cui l'intellettualismo ha forgiato la classe dirigente.

FUORI DAL NOVECENTO

Forse l'Italia riuscirà a entrare nel terzo millennio, con una decina di anni di ritardo.
E nel nuovo millennio potrà lasciarsi alle spalle ideologie consunte, intellettualismi miopi,stereotipi dannosi.
La svolta di Mirafiori, l'americanizzazione dei rapporti industriali che La Repubblica descrive "truce" in un triste articolo di Luciano Gallino, potrebbe mettere la parola fine su un quarantennio di iper-garantismo, di tutele unidirezionali, che sono componenti non secondarie dell'assenza di investimenti industriali in Italia e dell'orientamento speculativo e non produttivo del capitale nazionale.
La riforma Gelmini tende a muoversi nella stessa direzione, ipotizzando atenei prestigiosi con prestigiosi professori e studenti meritevoli di seguire le loro lezioni, ponendo il concetto di "merito" come asse portante del sistema formativo, sia per i discenti che per i docenti.
Due modelli orientati a dismettere gli automatismi di carriera, le garanzie eccessive che annichiliscono la volontà, i meccanismi della protezione totale che trascinano nella palude dell'inefficienza e del conformismo.
Il '68, anno di svolta fin troppo mitizzato, condusse alla radicalizzazione del conflitto regalando al mondo e all'Europa, non solo all'Italia, varie forme di terrorismo (abbiamo dimenticato Al Fatah e Bader-Meinhoff ? i dirottamenti aerei e le Olimpidi di Monaco ?).
L'Italia uscì definitivamente dagli anni di piombo con la riappacificazione nazionale dei Mondiali 1982, quelli di Bearzot e Paolo Rossi.
Poi un decennio di confitti sotterranei riemersi ed esplosi con Mani Pulite, con il conflitto irrisolto tra magistratura e volontà popolare democraticamente espressa, con le toghe a difesa di sistemi ormai obsoleti e una maggioranza popolare produttiva desiderosa di cambiamento.
Forse, se il patto di Mirafiori sarà confermato e se il governo riuscirà a restare a galla, potremo anche entrare nel nuovo millennio.
Se la resistenza sindacale e politica farà naufragare il progetto Marchionne la FIAT si manterrà americana e l'Italia naufragherà nel dimenticatoio della Storia.
 
 

lunedì 20 dicembre 2010

STUDENTI, TEORIE E PRASSI

Per chi è nato negli anni '50 gli anni '70 hanno segnato il discrimine, il limes, il confine della storia personale, tracciando la demarcazione tra il di qua e il di là.
Allora come oggi si assisteva ad un diffuso malcontento: erano anno di svalutazione competitiva, di crisi petrolifera, di grandi cambiamenti nell'economia planetaria, di guerre guerreggiate tra Israele e paesi Arabi, tra USA e Vietnam. La disoccupazione giovanile era elevatissima, inclusa quella intellettuale.
Lo scenario attuale richiama fortemente quegli anni e oggi come allora sono sufficienti i pretesti, al di là delle motivazioni razionali, per scatenare la protesta e le forme di violenza, di diversa dimensione, che a quella si accompagnano.
L'immodificabilità dell'agire politico degli anni '70 culminò con il sacrificio di Aldo Moro.
La sordità del potere attuale non promette nulla di meglio.
La vera differenza, tra i due decenni, è che allora il PCI era governato da Berlinguer e la CGIL da Lama: l'opposizione aveva idee e progetti, aveva un disegno di società, e i sindacati facevano il loro mestiere a sostegno dei lavoratori, meno connessi rispetto ad oggi a speculazioni immobiliari, meno collusi a pastrocchi di potere, meno alleati delle controparti.
Insomma, c'era un di qua e un di là: c'era un "bipolarismo", anche se espresso da una nutrita serie di partiti.
Gli anni di piombo, si sa, non portarono a nulla. Nessuna rivoluzione, senza il sostegno di ampi strati popolari, si risolve a favore dei rivoluzionari.
Oggi osserviamo un potere più consolidato di allora, con l'alleanza Berlusconi-Bossi ancor più saldamente in testa nei sondaggi, capace di un 43% complessivo al netto del premio di maggioranza.
Per converso il PD non sa proprio che pesci prendere: emotivamente orientato verso una sinistra affabulatrice, poetica, sognatrice quanto priva di schemi economici capaci di modificare l'andamento, in grado di riproporre il sogno di Obama in versione "cime-di-rapa" ma non di tenere i conti in ordine, il PD di Bersani dirige il timone verso il centro con un progetto di pentapartito che abbiamo già visto, purtroppo, ai tempi di Craxi-Andreotti-Forlani.
L'assenza di progetti, di idee, di proposte, di soluzioni politiche e economiche del PD è il vero vulnus, il vero problema della società italiana odierna.
La spocchia degli intellettuali d'area, perfettamente incapaci di comprendere la pancia dell'elettorato, della società, del popolo italiano, segna il tasso di decrescita dei consensi al PD e favorisce, di conseguenza, il centro destra.
L'uscita dei finiani dal governo, intellettualmente apprezzabile se fosse avvenuta dieci anni prima, polarizza il voto a favore di chi al governo c'è.
Domani gli studenti protesteranno contro il cambiamento, a sostegno dello status quo di un'università da bruciare.
E' un pretesto, non una motivazione.
E come i loro padri si scaglieranno contro i simboli del potere, fermo restando che non si aggredisce il poliziotto ma la divisa, il simbolo che indossa.
E ricominceranno i piagnistei dei corifei dei vari poteri, dei senza se e senza ma, dei né con tizio né con sempronio.
Tutto già visto.
La storia si ripete.
Con una grande differenza: negli anni '70 in piazza scendevano studenti e operai.
Oggi gli operai non sono più al centro dell'organizzazione produttiva, anzi vengono svalutati, isolati, decimati, impoveriti.
E gli studenti, da soli, non bastano neppure a far rizzare i capelli al potere.
 

venerdì 17 dicembre 2010

SIPARIO !

Ultime battute della commedia dell'anno.
Gli spettatori attendono la soluzione dell'intrigo, la battuta folgorante,col fiato sospeso, le palpebre pesanti, le mani pronte a incontrarsi in un applauso.
Poiché questa è l'attesa: zucchero a velo su giornate vacue.
Essere lambiti dalla luce riflessa dal sorriso caimano, ecco il sogno inespresso.
Assuefatti al linguaggio basale che appiattisce perfino le emozioni, asfissiati dalla precarietà dei rapporti, del lavoro, della vita, indifferenti al desiderio, infagottati negli sms abbreviati, soppesano il valore di sé misurando orologi e insoddisfazioni.
Invidiano l'attore, la ricchezza, il potere.
Anoressici della parola, stitici delle emozioni, bulimici del pettegolezzo, percepiscono quel senso di inadeguatezza che risale lo stomaco come i topi dagli scarichi, affamati di visibilità, terrorizzati dalla verità di se stessi, inappropriati persino nell'emulazione.
La battuta non giunge, il mistero è irrisolto, l'attore conclude lasciando in sospeso, come un clown senza talento, una battuta senza risata, che anche per ridere ci vuole sforzo e un po' di intelligenza.
Spaghetti e spumante al rinfresco dell'apparenza.
Unghie ricostruite attorno ai calici, smalti brillanti per fotocopie di sorrisi onnivori.
Tutti intenti a spacciarsi per furbi e bizzarri, stravaganti e moderni, in un effluvio di cretinità.
Tutti ansiosi di piacere e compiacere.
Il sogno di pretty woman per tutte, cenerentole di varietà, esaurite dalla simulazione, liofilizzate dalla rinoplastica.
Poi a casa, pollice scorticato sul telecomando.
A rivedere l'attore, l'ipnotista, il mago, il pifferaio, il venditore di sogni da due soldi.
A dirsi che bravo, che uomo, che talento.
Sipario !
Domani si replica.
Si recita a soggetto.
 
 

martedì 14 dicembre 2010

TAV - GAS E INTERESSI VARI

Le grane, quelle serie, sono iniziate dopo che nel mio romanzo "Le piace Kandinsky?" ho ventilato il fatto che i progetti dell'Alta Velocità Ferroviaria in Europa servissero a trasferire al pubblico i costi che avrebbero dovuto sostenere i privati per costruire oleodotti.
I tracciati, infatti, sono palesemente sovrapponibili, e notoriamente la fame di energia è superiore alla necessità di far viaggiare le patate a 300 all'ora dall'Ucraina all'Atlantico.
Fatto sta che da quando pubblicai quel libro me ne sono successe di tutti i colori e un sacco di porte si sono schiacciate contro il mio naso.
Però.
Però quando il Cav stipulò il contratto con gli italiani il "corridoio 5", l'asse trasversale tra Trieste e Lyone via Milano e Torino, era presente.
Poi quando il Cav diventò amico di Putin la Torino Lyone passò in secondo piano.
E da quando il Cav  firmò l'accordo con Putin per il gasdotto South-Stream del corridoio 5 non se ne parla proprio più.
In compenso South Stream ha fatto imbestialire gli USA, che progettavano il north-stream, mezza Europa e soprattutto la stampa finanziaria britannica che, casualmente, ha nelle società di estrazione e distribuzione energetica il punto forte.
Io, si sa, non sono nessuno.
Ma qualche volta ci azzecco...

lunedì 13 dicembre 2010

PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO

Ci sono tre o quattro cose da fare per sviluppare il territorio.
Cose in apparenza complicate, in realtà legate esclusivamente alla volontà politica.
1) esprimere una "valuta di scambio" territorialmente definita, sull'esempio dei WIR svizzeri e di altre forme presenti in diverse contee europee, al fine di promuovere lo sviluppo dello scambio economico, non finanziario, territoriale;
2) ridisegnare le mappe della produzione agricola rinforzando le produzioni territoriali, promuovendo l'attivazione di serre alimentate con energia solare, e sviluppando contestualmente luoghi di commercio sul territorio del prodotto espresso dal territorio;
3) definire le aree agricole in forma di "parco di sviluppo agricolo";
4) orientare l'edilizia non alla costruzione di nuove abitazioni ma alla riconversione e al recupero dell'esistente, sviluppando contestualmente forme di conservazione energetica utilizzando materiali di risulta derivanti dalla produzione agricola (paglia, loglio eccetera).
Quattro punti semplici capaci di ridare ossigeno e qualità della vita al territorio.
Lotta agli sprechi, economia integrata sul territorio, uscita dagli schemi della produzione-distribuzione alimentare industriale, conversione energetica con forte accento sulla produzione di energie rinnovabili spalmate su tutto il territorio.
Non è complicato, è questione di volontà.
Vogliamo darci da fare ?
 
Gilberto Borzini
 

martedì 7 dicembre 2010

UNICA SCELTA PERCORRIBILE

 
Il Parlamento è chiuso per assenza di lavoro.
L' Unione Europea delle Banche e degli interessi statali ha partorito il rifiuto tedesco a farsi garante dei debiti degli Stati deboli.
Goldman Sachs, il principale istituto finanziario mondiale, ha posizionato i suoi uomini ai vertici delle banche centrali, manovrando e governando il collasso finanziario più colossale della storia, impossessandosi, per ora definitivamente, del controllo delle economie su scala globale.
Debito pubblico finanziato dagli istituti di credito e diritto di signoraggio sull' emissione di valuta rendono le banche centrali, aziende private, padrone del mondo.
In questo scenario, e non attraverso schemi ideologici, va inquadrato l'attuale sfarinamento italiano, come quello belga o il corrispondente spagnolo.
Non è casuale che in barba all'impoverimento della popolazione gli interventi statali puntino al rifinanziamento delle banche, perno dell'esistenza degli Stati stessi.
Nel caso italiano i partiti sono divenuti meri rappresentanti di interessi di categoria, dissociati e disgiunti dalle questioni ideologiche dei secoli pregressi, e il loro agire ne è perfetto rappresentante.
La Lega di Bossi ha un solo obiettivo: governare le regioni ricche e produttive, fare del lombardo-veneto una "tigre europea", mettere le mani e tenerle a lungo nella pasta economica di un territorio ancora capace di intrapresa.
Alleato della Lega è il populismo di Berlusconi, che media altri interessi, primo fra tutti quello delle varie mafie del meridione che, in caso di federalismo alla Bossi, riceveranno in premio il Governo delle loro Regioni di appartenenza, convertendo le loro imprese da oscure a legittime, assoggettandosi al pagamento dell' IVA per reincamerare gli importi in ruolo di governo locale.
Altre pesanti cordate competono: gli interessi del Vaticano, finanziari e immobiliari, la rete tentacolare della CDO di Formigoni, attivissima nell'edilizia e nella sanità, il sistema delle cooperative, i forti complessi di interesse delle forze armate e del pubbligo impiego comunque inteso.
Ogni categoria di interesse, ogni ragnatela di rapporti finanziari e speculativi, ha i suoi rappresentanti partitici, che giocano la propria partita in termini di conflitto e non di mediazione politica.
La deflagrazione è imminente.
La fine della politica, sostituita con l'attuale Camera delle Corporazioni, promette tensioni e scontri di alta portata.
Ma è possibile modificare questo scenario, evocativo di scenari orwelliani inquietanti ?
Probabilmente sì.
La geografia amministrativa esistente, disegnata in Regioni e Province coerenti solo sulle cartine mute delle mappe, è un primo limite al cambiamento.
Coerenza vorrebbe il ripristino delle Contee, aree limitate per coerenza economica e produttiva, dove il governo abbia specifiche competenze.
Necessità vuole che la ricchezza prodotta permanga sul territorio, con banche di credito cooperativo, con mutualità di categoria, fuori dai giochi speculativi della finanza globalizzata.
Politica vuole che i cittadini partecipino, come in Svizzera, alle decisioni, con consultazioni frequenti e rapide sui temi di maggiore rilevanza.
Per abbattere i danni della globalizzazione si può solo tornare alla centralità del locale.
Questa è la rivoluzione copernicana d'inizio millennio, senza la quale e fuori dalla quale la completa cessione delle armi alla finanza internazionale sarà inevitabile
 

 

domenica 5 dicembre 2010

L'OCCHIO DEL SERPENTE

Per qualche migliaio di anni gli uomini si sono sforzati di rappresentare il mondo e i miti attraverso l'arte raffigurativa, prevalentemente con il disegno, parzialmente con la scultura. Quella del disegno, e successivamente della pittura, sembrano essere necessità primarie dell'essere umano, che dai graffiti di caccia neolitici ad oggi ha sempre esercitato l'arte quasi fosse un "bisogno" più che un hobby o una professione.
La filosofia protende a valutare quel bisogno con la tensione al comprendere la realtà, di appropriarsene riproducendola, anche se la riproduzione bidimensionale di una realtà multidimensionale appare poca cosa, un'ombra proiettata sulle pareti della caverna per dirla con Platone.
Tra le diverse forme artistiche svluppate dall'uomo vi sono due correnti a prima vista contrastanti.
Da un lato le arti visive (pittura, scultura, fotografia e sue evoluzioni), dall'altro la musica.
Le prime sono materiali, composte di particelle e atomi, la seconda è fatta di onde.
Le arti visive hanno sviluppato modelli e mode culturali lente nei cambiamenti, e alcuni dei modelli originari, basti pensare a Fidia, ancor oggi godono di interesse e apprezzamento; la musica gode di mode brevi, dai rapidi mutamenti, quasi rappresentasse lo stato d'animo e l'emozione del mondo rispetto al corpo-struttura delle arti visive.
La moderna psicologia ci avverte che l'arte, in particolare l'arte visiva, serve all'uomo non per rappresentare ma per definire la realtà che lo circonda, quindi non di riproduzione si tratterebbe ma di effettiva modellazione.
L'oggetto osservato quindi esiste in quanto percepito, elaborato e compreso dall'osservatore dal suo proprio punto di vista e nel rapporto tra osservatore e osservato, indipendentemente dalle qualità intrinseche dell'oggetto se non riportate alla relazione con l'osservatore.
Goethe si soffermò frequentemente su questo argomento, giungendo alle medesime conclusioni della psicologia contemporanea, pur in assenza del supporto scientifico determinato dalle recenti ricerche sui tessuti cerebrali e le interconnessioni neuronali.
L'occhio dell'uomo, e soprattutto il complesso sistema neuronale che capta, registra e interpreta ciò che l'occhio inquadra, trasforma ciò che osserva in ciò che è in grado di comprendere. La riproduzione di ciò che comprende, quello che chiamiamo "arte", rappresenta l'interiorizzazione, l'appropriazione semantica dell'osservato.
L'occhio del serpente è diverso.
Il serpente distingue oggetti animati e inanimati selezionando i diversi campi di calore, calore riflesso o calore (energia) prodotta da altri esseri.
Il serpente guarda l'uomo e vede una minacciosa mole di energia che si muove all'interno di un sistema di complessi energetici distinti, dove ciò che conta sono le quantità di energia e le dimensioni in cui si palesano.
I cani vedono il mondo con sfumature di grigio, i gatti ci vedono al buio: cani e gatti sono in grado di percepire le emozioni di chi li osserva, emozioni che ai loro occhi assumono evidentemente sfumature diverse di energia, quella che alcuni chiamano "aura".
Cani e gatti, e probabilmente moltissime specie animali, "leggono" l'energia-particelle e l'emozione-onda, una sincresi tra il visivo e il musicale di ogni altro da sè.
L'occhio dell'uomo, se non molto raramente, non è in grado di leggere l'aura, non sa leggere l'energia, deve rappresentare per comprendere.
L'occhio dell'uomo è cieco all'energia-particella e sordo all'emozione-onda, e si obbliga a interpretarne i segni esteriori per provare a comprenderli.
Sembra quindi che l'occhio dell'uomo sia il responsabile della trasformazione dell'energia in forma, dei campi energetici in modelli estetici e funzionali, esattamente come ora, mentre scrivo,  interpreto i segni che appaiono - le parole che scrivo - come forme rappresentative di idee , mentre in realtà sono un susseguirsi di campi energetici allineati secondo un modello pre-determinato da me appreso e interiorizzato, condiviso con la maggioranza dei miei simili.
Sostanza e forma dello scrivere, in questo caso, sono conciliabili solo se funzionali alla mia volontà, ma diversissime tra loro nella realtà.
Se proviamo ad osservare il mondo con l'occhio del serpente scopriamo di essere un agglomerato di energie all'interno di altri agglomerati di energie, ogni corpo un "sistema" energetico accerchiato da infiniti sistemi energetici.
Se osserviamo il mondo con l'occhio del serpente i concetti di forma, arte, estetica perdono istantaneamente il significato abituale, vanno rimodellati o forse semplicemente ignorati in quanto superflui, semplice frutto di una necessità rappresentativa determinata dalla caratteristica struttura neuronale della specie umana.
Ignorando la forma, l'arte e l'estetica non possiamo distinguere tra bello e brutto, non potremo discernere il bene dal male ma al più soffermarci sull'utile e il dannoso, cancellando in un attimo qualche secolo di filosofia morale e metafisica.
L'animale che non vede al buio, l'animale che non distingue l'aurea energetica, l'uomo insomma ha dovuto creare un criterio di rappresentazione per afferrare i limiti formali dell'apparenza che lo circonda, e su quella rappresentazione ha costruito una realtà immaginifica, le sue regole, i suoi precetti.
Il mondo come forma apparente che si traduce in estetica e da questa in morale, come una pelle morbida e setosa che nasconde, opportunamente, ghiandole, mucose, secrezioni e miasmi.
L'irrealtà come rifugio estetico e conforto salvifico, la rappresentazione come forma primigenia della volontà.
L'apparenza e l'interpretazione come elemento funzionale al superamento dell'orrore, come quello che produce un corpo spellato.
Cos'è dunque la realtà ?
Un caotico turbinio di masse e di energie che si incontrano e scontrano, si integrano e si scambiano nel continuo divenire o il modello formale che l'occhio dell'uomo ha nel tempo costruito ?
L'occhio del serpente conosce la realtà; l'occhio umano la trasforma e modella, modificandola a proprio beneficio.
La vita  vista con l'occhio del serpente è scambio di energia, acquisizione e predazione di energie terze per conservare la propria, fino a che una diversa e più forte energia non predi la propria, o fino a quando la propria energia complessiva non si esaurisca trasformandosi in altre modalità, in campi minuti di energia.
L'occhio del serpente osserva, l'occhio umano interpreta.
Il terzo occhio è l'occhio del serpente.
 

lunedì 29 novembre 2010

IL PETARDO WIKILEAKS

Un petardo scambiato per una bomba.
Ci aspettavamo il big-bang della diplomazia e leggiamo del grande peto in ascensore, che imbarazza gli astanti ma non provoca danni.
Bastava chiedere al mio panettiere per disporre degli stessi giudizi sulle qualità morali del nostro presidente del consiglio.
Confonde la Nazione con una sua azienda, approfitta del ruolo per fare affari, va pazzo per la gnocca: lo sapevamo.
Non sorprende neppure che i puritanissimi statunitensi siano sconvolti dai fatti noti, ma gli americani sono gente strana: gente che paga le multe, gente che pianta un finimondo per una fellatio presidenziale,  gente che in tribunale dice la verità, che confessa tutto ai poliziotti dopo cinque minuti di interrogatorio, gente che non sa reggere ai sensi di colpa.
Noi italiani siamo diversi, capaci di negare anche di fronte a tonnellate di prove.
A noi la morale non ci risulta, ancor meno il senso di colpa.
Gli americani, soliti ingenui, che si sorprendono se l'Arabia Saudita con una mano è alleata degli USA e con l'altra raccoglie fondi per Al Qaeda e già che c'è invita a bombardare Teheran; gli americani che si stupiscono se la Turchia tende un orecchio all'Unione Europea e l'altro all'Iran, roba che basta guardare la cartina geografica per capirla; gli americani che si meravigliano se il Grande Puttaniere fa sposare Gazprom con Eni per portare energia direttamente a casa (con SouthStream) senza passare dalle sette sorelle; gli americani che si indignano se il Grande Puttaniere è amico intimo del Grande Zar e del Gran Muftì, tutti pazzi per lo stesso genere di entertainment e di way-of-life.
Gli americani che si stupiscono che gli altri abbiano regole diverse, interessi diversi, rapporti diversi da quelli americani.
Gli americani, così vanitosi e presuntuosi, sempre a combattere il male, unici a difendere il pianeta dai pericoli interstellari, così tecnologici e così bietoloni da non saper proteggere i loro sistemi di comunicazione, perchè alla fine questo è l'unico elemento scandaloso: la sicurezza diplomatica americana è un colabrodo così come è un colabrodo l'organizzazione militare americana - tutta macchinari fantascientifici, urla e grida - in scacco a bande di sfigati armati di buona volontà, così come è un disastro il sistema finanziario statunitense che per avidità ha gettato il mondo sul lastrico.
Lo scandalo è il collasso sistemico degli USA, non Wikileaks.
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martedì 23 novembre 2010

OROSCOPO 2011

FINANZA    Gli nterventi ipotizzati a sostegno dell'economia irlandese serviranno esclusivamente a salvare le banche, ma affonderanno l'economia.
                  Portogallo e Spagna proporranno drastiche manovre finanziarie che contribuiranno all'incremento della disoccupazione.
                  Forti venti di specuazione internazionale sull'Euro metteranno in dubbio la valuta continentale e il senso dell'U.E.
                  La Germania si chiamerà fuori dagli interventi continentali di sostegno alle economie in crisi.
                  La successione di crisi economico-aziendali porteranno le banche ad essere padrone di tutto, ma saranno padrone di gusci vuoti, di aziende
                  e immobili dal valore prossimo allo zero.
                  Molte banche dichiareranno il default, l'oro supera i 2500 dollari l'oncia entro l'estate.
 
ECONOMIA   Crescita della disoccupazione e cessazioni d'impresa contrassegnano il primo trimestre continentale e italiano
                    Aumenti insostenibili dei prezzi energetici, incluso il gas per riscaldamento, e dei beni primari. Il pane supererà la quotazione di 4 euro al kg.
                    Taglio drastico delle spese correnti di sussistenza, crollo delle entrate erariali, annullamento del welfare europeo comunemente inteso con
                    riduzione sensibile dei servizi sanitari e socio assistenziali.
                    La previdenza e le assicurazioni sanitarie private sostituiranno, per chi potrà permettersele, le assistenze nazionali che annunceranno
                    il default.
 
POLITICA    Nuove elezioni in primavera e risultato privo di efficacia: l'Italia si presenterà divisa tra Nord leghista, Centro vendoliano, Sud berlusconiano.
                  Violenti conflitti tra nord e sud con prepotenti richieste di secessione in tutte le regioni. Moti popolari per il mantenimento dell'assistenza sociale
                  che le casse vuote dello Stato non consentiranno di mantenere. Riemersione del terrorismo.
                  La questione ambientale nel meridione sfocia in manifestazioni violente e vere sommosse popolari.
                  L'assenza di risorse a sostegno dei cassintegrati determina sommosse nel nord Italia (formazioni comuniste in Piemonte e Liguria, fasciste nel Lombardo                       Veneto). L'impasse politica centrale esaspera i moti trasformando i conflitti da locali a regionali, sul modello della ex Yugoslavia.
                  Lo stesso quadro si presenterà in Portogallo, Spagna, Belgio, Grecia.
                  Polonia, Repubblica Ceka, Slovakia, Romania e Bulgaria sottoscriveranno accordi separati energetici con la Russia, avallati dalla Germania.
                  Fine del patto di solidarietà franco-tedesco con nuove tensioni ai confini tra quei Paesi.
                  Le violente tensioni economiche e finanziarie internazionali influiranno pesantemente sugli USA sfociando in tentativi di uccisione del Presidente.
                  Svolta prepotentemente repubblicana negli USA e fine del dialogo con la Cina. Fortissime tensioni tra le due Coree.
                  Abbandono di Afghanistan e Irak da parte della Nato. I talebani si insediano al governo dal Pakistan all' Irak.
                  Israele chiuderà le fonti idriche ai paesi islamici e subirà attacchi militari da Turchia e Siria.
 
Buon anno a tutti !
 
 

mercoledì 17 novembre 2010

IL SOSPETTO

Gentile Direttore,
una breve informazione prima di passare al contenuto tematico.
Negli anni '90 vivevo in Sicilia, tra Terrasini e Cinisi. Conobbi per motivi lavorativi il maresciallo Antonino Lombardo, divenni amico del tenente dei carabinieri Antonio Giordano (che prese parte all'arresto di Totò Riina), frequentavo il maneggio di Cinisi (La Staffa, dove si allenava Giuseppe di Matteo, il bambino sciolto nell'acido da Brusca) dove conobbi, e ne diventai consulente, l'ing. Giuseppe Montalbano, il proprietario dei terreni in cui venne arrestato Riina nonchè, fra le altre, dell'azienda vicina al punto da cui lo stesso Brusca azionò l'esplosivo che uccise Falcone a Capaci, azienda che, chissà come, si aggiudicava molti appalti pubblici.
Per finire fui consulente di una società partecipata dall'avvocato Ponte a Palermo, illustre figura locale molto vicina a Salvo Lima.
Mi occupavo di turismo, ma disponevo anche allora di occhi e orecchie.
Vengo al punto.
Più volte sul mio blog ho sostenuto la tesi, che è una pura tesi speculativa di carattere induttivo, secondo cui i recenti grandi successi ottenuti dal Governo nel contrasto alla malavita organizzata non potessero essere altro che il frutto di uno scambio: le cosche vincenti stavano cedendo allo Stato le cosche perdenti, ottenendo in cambio il governo dei territori di provenienza (Sicilia, Calabria e Campania).
Naturalmente la tesi si fonda anche su alcuni elementi pratici:
1) le mafie "evolute", a partire da quelle statunitensi, da tempo si sono trasformate in imprese alla luce del sole, operando in forma lobbistica più che gangsteristica;
2) la formulazione "federalista" attualmente in discussione cede il Governo dei territori a chi ha migliori capacità di convincimento (modalità associative, cooperative di lavoro, peso economico, controllo del territorio) riducendo al minimo l'intervento Statale, visto più come ragioniere contabile che non come compartecipe;
Lo Stato centrale, peraltro, risparmierebbe miliardi di euro se potesse formalizzare la terziarizzazione del controllo del territorio a chi, storicamente, lo sa fare: il problema delle mafie, dai tempi di Al Capone, è fargli pagare le tasse.
Banalizzando: se un'organizzazione estorsiva del pizzo si trasforma in agenzia di assicurazioni fa più o meno lo stesso lavoro, però paga le tasse e lo Stato non ha nulla da dire.
Ripeto, la mia è solamente una teoria deduttiva, che però si basa su due altri convincimenti, privi naturalmente di prove:
a) possibile mai che i clan mafiosi siano diventati stupidi d'un botto e che si facciano pizzicare ovunque ?
b) possibile mai che le nostre Forze dell'Ordine abbiano fatto un salto di qualità così sostanzioso nella lotta al crimine organizzato, mentre le volanti non hanno i soldi per fare il pieno e le investigazioni criminali non sembrano all'altezza di CSI o di BONES ?
Quindi, quando ho sentito il contenuto dell'intervento di Roberto Saviano non mi sono affatto sorpreso, anzi: mi sono detto, finalmente qualcuno toglie le ragnatele, anche se nelle mie teorie immaginavo che la 'ndrangheta in Lombardia cercasse appoggi più negli ambienti della CDO che con la Lega, visti i diversi pesi e poteri delle due realtà territoriali.
Non mi sorprende lo sdegno di Roberto Maroni, che immagino in assoluta buona fede sia personale che di ruolo, e credo anzi che gli accordi che il discorso di Saviano paventa non siano frutto del pensiero leghista ma di un livello governativo differente che, pare, nel passato avrebbe avuto modo di ricevere qualche aiutino dal moloch finanziario siciliano.
Naturalmente le mie sono teorie di fantapolitica, induttive e senza prove.
Però... Antonino Lombardo si suicidò a Palermo (ricorda Samarcanda? Buscetta ? il sindaco Orlando in tv ?);  Antonio Giordano morì in Calabria in un curioso incidente di volo a vela; chi guidò l'azione dell'arresto di Riina (Mori e il Capitano Ultimo) sono processati a Palermo: insomma, il sospetto di qualche cosa di contorto mi pare legittimo.
Lei cosa ne pensa ?

martedì 16 novembre 2010

IL GOVERNO DEI SAGGI

E' forse venuto il momento di ripensare con serietà al concetto di Democrazia a suffragio universale.
A tutti è noto che se in Algeria, pochi anni or sono, fosse dato esito al suffragio popolare i fondamentalisti islamici avrebbero assunto il potere, così come accadde una trentina di anni fa nell'Iran di Khomeini.
La manovrabilità della pubblica opinione, grazie alla prepotenza dei mezzi di comunicazione di massa, non determina una sovranità popolare, ma la sovranità di chi meglio usa i mezzi di comunicazione, siano essi i pulpiti delle parrocchie o le trasmissioni televisive, spesso provocando danni immensi.
Mussolini venne democraticamente eletto, il rifiuto dell'energa nucleare venne democraticamente sancito, Bush jr venne rieletto con un plebiscito : quanto influisce l'emotività sul voto popolare? e quanti danni produce l'emotività allo sviluppo coerente di una società di estrema complessità quale quella contemporanea ?
Si può governare emotivamente una nazione immersa in un continente le cui fondamenta economiche e politiche scricchiolano paurosamente ?
I dati OCSE relativi alle competenze analitiche e critiche degli studenti sono, in questo senso, scoraggianti: disegnano un Paese con qualifiche formali a cui non corrispondono competenze di ragionamento, ed è probabile che gli stessi dati possano essere replicati sull'universo della popolazione.
Siamo abituati a pensare, o indotti a pensare, che la democrazia sia la miglior forma di governo.
Ma su questa abitudine occorre operare un ragionamento "laico".
Forse al posto della tessera elettorale bisognerebbe istituire una "patente a punti" elettorale, ottenibile previa esame di qualificazione, un test attitudinale simile ai quiz che l'OCSE o il progetto PISA propongono agli allievi degli istituti secondari.
Forse non otteremmo il "governo dei saggi", ma più probabilmente un governo di minor espressione emotiva, capace di esprimere progetti e programmi, non simpatia o antipatia viscerali.
Quando il potente di turno si appella costantemente alla "volontà popolare" ricorda altre frasi, diverse ma coerenti, come "dio me l'ha data, guai chi me la tocca", ed esprime lo stesso concetto di potere.
Una riflessione senza pregiudizi, laica appunto, sarebbe davvero necessaria su un argomento per nulla secondario.

lunedì 15 novembre 2010

PARTITI CENTRISTI, ELETTORI ESTREMISTI

E' in corso una paradossale comica, in cui i partiti si gettano al centro nel tentativo disperato di intercettare il voto, e gli elettori anelano a posizioni estreme disdegnando le moine partitiche.
Così il PD, figlio invertebrato di un robustissimo padre (PCI) e una poderosa madre (DC) , ha sperperato in un decennio un trentapercento dell'elettorato ereditario, mentre il PDL vive di un carisma tanto corrisivo inizialmente quanto corroso attualmente.
La risposta popolare alle primarie di Milano fa esclamare a Fioroni che "lo slittamento verso sinistra minaccia di far perdere il consenso": roba da non credere.
La perplessità del popolo di centro destra induce i post fascisti  a riposizionarsi al centro con una verniciata di moderatismo.
Intanto il 26% dell'elettorato afferma di non voler andare a votare e il 14% di votare scheda bianca o nulla.
Un chiaro segnale di incomprensione, di mancanza di rapporti tra politica e Paese.
 

QUANTA IPOCRISIA...

A Vercelli compaiono titoli cubitali sui periodici locali relativi ad un titolare di cinque negozi che "toccava il sedere" alle commesse.
Apriti cielo ! Finalmente l'ipocrisia e il bigottismo si possono scatenare.
Distinguiamo allora tra principio etico e prassi.
Il principio etico afferma che se la manifestazione di interesse esprime una prevaricazione tra chi ha il potere (esercente) e chi lo subisce (commessa) l'atto in sé sia negativamente valutabile.
Deroga al principio etico è l'eventuale assenso o consenso, ovvero la reciprocità di interesse tra i soggetti indipendentemente dal rapporto lavorativo.
Osservo che la maggioranza degli "amori" nascono in ambiti lavorativi, e questo per ovvia causalità ambientale e relazionale.
Aggiungo che in un Paese in cui il Primo Ministro attribuisce alle sue pulzelle incarichi e prebende di valore pubblico sarebbe opportuno evitare due pesi e due misure, pertanto o chi stigmatizza l'azione del commerciante non vota per il Premier, oppure chi vota per il Premier abbia la decenza di tacere.
A meno che il senso dell'ipocrisia non sia dettato dalla scadenza temporale dei termini, definendo giusto il comportamento del Premier (prima ti uso, poi ti assumo) e sbagliato quello del commerciante (prima ti assumo, poi ti tocco il sedere).
Indipendentemente dalla forma del "politically correct" credo che tutti abbiano conosciuto professionisti e imprenditori che hanno relazioni intime con la "classica" segretaria, e nessuno, fino ad oggi, ha "sbattuto il mostro in prima pagina".
Se ci definiamo cristiani dobbiamo avere compassione per le debolezze umane.
Gridare allo scandalo mal si concilia con il dettato evangelico.

 

domenica 14 novembre 2010

MIDDLE CLASS KILLER

Il delitto è stato compiuto per strangolamento e la vittima, la Middle Class, è morta per asfissia.
Una lunga agonia provocata da una poltiica che ha agito come la Garrota, lo strumento di tortura spagnolo.
Un'agonia durata 20 anni, iniziata con i festeggiamenti per la caduta del Muro di Berlino.
La scomparsa del comunismo ha generato la globalizzazione, la globalizzazione ha sviluppato la finanza globale e la finanza globale ha massacrato la classe media.
L'errore di Gorbaciov e di Eltsin, lasciare libera l'economia senza un controllo politico, è stato reiterato dall'occidente provocando la caduta del potere di acquisto, la crescita della disoccupazione, la devastazione morale - promossa dai media e soprattutto dalla televisione - per cui il denaro è l'unico obiettivo e per il denaro è lecito, meno faticoso e più proficuo, prostituirsi.
In Italia il killeraggio è stato portato avanti da Berlusconi, presentatosi come paladino della middle class, delle partite iva e delle piccole e medie imprese-
Dopo venti anni di berlusconismo middle class, partite iva e PMI sono indebitate oltre ogni limite, stentano a onorare i debiti, cessano l'attività.
Tra i lavoratori autonomi chi ha superato i 50 anni sa di non avere alcuna possibilità: non troverà lavoro e la pensione diventa un miraggio.
Non potrà neppure reinvestire in un piccolo commercio, perchè il piccolo commercio è strangolato dalla Grande Distribuzione, i negozi chiudono,è un dato di fatto.
Precariato, sottocupazione, disoccupazione, crisi industriale, fallimenti, un miliardo di ore di cassa integrazione, sgretolamento del territorio, banche e assicurazioni libere di infierire, puttane e puttanelle agli onori delle cronache: questo è il risultato concreto di venti anni di non politica berlusconiana.
Non ci sono soldi per l'istruzione pubblica, ma si trovano 150 milioni per le scuole private, perchè l'unica politica berlusconiana è quella di tenersi buoni i centri di potere che contano per il suo impero finanziario: delle esigenze concrete dei cittadini non importa.
La classe media non scende in piazza: non è nella sua cultura e ha ancora qualcosa da pardere, come la casa con il mutuo o le vacanze last minute da pagare a rate.
Vietato uscire di casa, vietato socializzare: tutti nel proprio bunker a guardare la tv a pagamento o a giocare a tennis col televisore.
Si fa il nome di Draghi alla presidenza del consiglio, fingendo di non ricordare che è vice presidente di Goldman Sachs, il promotore e autore della speculazione finanziaria globale che ha ucciso, strangolato e annientato la Middle Class.
Mentre l'Italia si riempie di Conti Mascetti, decaduti e squattrinati, si trova sempre il "colpevole" tra gli stranieri, fingendo che siano loro a sottrarre lavoro agli italiani e se osano chiedere di lavorare onestamente li si carica con la polizia.
Gli studenti non hanno futuro: venti anni di non politica berlusconiana hanno mandato all'aria sogni e aspirazioni.
Che tristezza. Che infinita tristezza.
 
 
 
 

mercoledì 10 novembre 2010

IL CERINO E LA BOMBA

E' facilmente prevedibile che il 2011 segnerà il 150mo anniversario dell'unità nazionale e, contemporaneamente, la sua dissoluzione.
La crescita dei Movimenti secessionisti in Sicilia, in rapida estensione nel mezzogiorno, e l'affermazione della Lega nel nord si avviluppa nelle spire del rapido aumento del differenziale dei titoli di stato rispetto ai bond tedeschi, passato da 1,14 a 1,92 in un anno.
Sarà la finanza a produrre la lacerazione finale dello Stato ? Probabilmente sì.
L'incremento dei tassi di interesse implica l'aumento del debito pubblico che a sua volta genera restrizioni di disponibilità distributive e/o incrementi della fiscalità.
Le crisi aziendali e occupazionali, pertanto, non sembrano potersi ridurre, mentre lo Stato non ha risorse sufficienti né per il sostegno all'occuazione né per il riassetto ambientale di cui  c'è estremo bisogno in un paese in cui quando piove si sgretola tutto.
Assistiamo interdetti ad un utilizzo della forza pubblica che a sud manganella le famiglie che si oppongono agli sversamenti di rumenta in un parco nazionale e a nord chi sostiene il diritto alla sanatoria per i migranti che vogliono lavorare in regola: un atteggiamento che difficilmente porta a sostenere gli interventi statuali.
Assistiamo allibiti agli abusi di potere del presidente del consiglio per favorire un'amichetta di facili costumi senza permesso di soggiorno.
Assistiamo mortificati alla devastazione praticata da torrenti quali il Sele, il Bacchiglione e il Polcevera che non sono il Mississippi.
Assistiamo sconcertati al taglio orizzontale di tutte le risorse pubbliche, taglio senza capo né coda, senza giustificazione, tipico di un'assenza di obiettivi.
Assistiamo all'imbarazzo delle amministrazioni locali che stentano a disporre del minimo necessario per le funzioni istituzionali.
Osserviamo che se al monte delle tensioni sociali si aggiunge il taglio delle risorse il risultato non può che essere un'accelerazione del malessere e la facile quanto comprensibile tentazione dell'autonomismo locale.
Su tutto ciò incombe il macigno della politica nazionale: Berlusconi si regge esclusivamente sull'appoggio della Lega e la Lega fa da stampella a Berlusconi escusivamente in vista dell'approvazione del federalismo. Ottenuto il federalismo la Lega punterà direttamente al governo delle risorse del nord ricreando di fatto il Lombardo-Veneto pre-risorgimentale, i nuovi potentati economici del meridione disporranno di proprie rappresentanze politiche (autonomiste e secessioniste) e non si faranno ripetere l'invito.
Resta da capire se si prospetta una separazioni consensuale (come fu per la Cecoslovacchia) o violenta (come per la Yugoslavia).
Dietro al cerino della crisi governativa c'è una miccia corta e una bomba potente.
 
 

IL BENE, IL MALE, L'ANIMA

Giovanni Paolo II (Memoria e Carità, pag 27) identifica il diavolo come "una parte di quella forza che vuole sempre il male e opera sempre il bene", arrivando a porre in essere, sotto lo stimolo del male, un bene più grande.
Benedetto XVI (Fede, Verità, Tolleranza, pag 48) scrve che il Male non è affatto una parte del tutto di cui abbiamo bisogno, bensì la distruzione dell'Essere..
Due Papi contigui, due visioni esattamente opposte del Male, in perfetta coerenza con il dogma dell'infallibilità papale.
D'altra parte si sa che ciò che non è dimostrabile è anche incontrovertibile.
Recita il Catechismo della Chiesa Cattolica (Compendio, 70):" L'anima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio".
Sia di conforto, questo verso, a tutti i genitori che hanno figli scriteriati: loro, i genitori, non c'entrano...

lunedì 8 novembre 2010

MEDIOCRAZIA

Scriveva Dante (canto XIX dell'Inferno) "Ahi Costantin di quanto mal fu matre, non la tua conversion, ma quella dote, che da te prese il primo ricco patre".
Dante si riferiva alla cosiddetta Donazione di Costantino che concedeva alla Chiesa di Roma il potere temporale, documento poi rivelatosi un falso costruito dai segretari di Silvestro I°, primo Papa con poteri temporali.
Quella terzina dantesca di solito non viene approfondita a scuola, anche perchè porrebbe gli allievi nella condizione di porre domande capziose che troverebbero risposta adeguata nell'ultimo libro di Umberto Eco che afferma, in sostanza, che tutti i giochi del Potere si basano su mistificazioni e contraffazioni documentali.
L'uscita del libro di Eco in un periodo di misfatti mediatici, di palate di fango su ogni avversario politico, di dossieraggi e calunnie non sembra affatto casuale.
Ma se nel passato gli atti contraffatti coinvolgevano i gruppi di potere e la poca stampa e i pochi lettori di quella stampa, oggi la mistificazione viene propagata anche e soprattutto attraverso i canali televisivi, prima fonte di informazione italiana, e sulla verità hanno facile gioco lo scandalo, l'indignazione temporanea, la sintassi della comunicazione televisiva.
Gioco facile, reso ancor più facile dalla bassissima capacità analitica e critica della maggioranza dei telespettatori, figli di un sistema scolastico che non insegna neppure ad analizzare e gestire informazioni di base (vedi ricerche OCSE sulle competenze linguistiche e scientifiche degli italiani).
La mistificazione mediatica, quindi, interviene pesantemente in un sistema "democratico" a suffragio universale, dove quell'universo è composto da una maggioranza relativa che non dispone di sufficienti capacità intellettuali per distinguere la mistificazione dalla verità, soprattutto quando la mistificazione è verosimile, e il verosimile è asso nella manica della retorica.
Siamo pertanto in pieno dilemma: la democrazia dovrebbe nutrirsi di ideali e contenuti, mentre la politica attuale offre aggressioni e mistificazioni propagandate attraverso i mezzi di informazione di massa. Può, su queste basi,sostenersi una democrazia ? O non siamo ormai calati da tempo in una "medio-crazia" ?
Appare purtroppo chiaro che la risposte sono: no, una democrazia non può sostenersi; sì, siamo in mediocrazia.
La mediocrazia ha in sé le dinamiche nel migliore dei casi dell'oligarchia, nel peggiore della tirannia.
E la democrazia, il suffragio universale, non dispone di anticorpi per respingere la mediocrazia se non l'intelligenza e le competenze analitiche e critiche individuali, elementi - come detto poco sopra - scarsi nella penisola.
Scatenare paure e passioni è mediaticamente facile: la paura dello straniero, del non conosciuto, è elementare, nota da sempre ad ogni Potere.
Far votare con la "pancia" e poi sventolare la volontà popolare a difesa del potere è gioco in corso e vulnus tremendo dell'agone politico.
In tempi siffati la storia insegna che o si istaurano tirannie o si scatenano rivoluzioni, ma le rivoluzioni sono promosse da chi ha tutto da guadagnare e praticate da chi non ha niente da perdere: difficilmente nell'Italia odierna troveremmo qualcuno che ritiene di non avere niente da perdere.  
Quindi non resta che l'ipotesi della tirannia.
A meno che.
A meno che chi ancora può intervenire, e oggi c'è solo un'Istituzione che può farlo, non trovi il modo, anche stressando le forme e le regole, di resettare la situazione, ma qui si esce dal campo delle prassi di potere per entrare in quello della miracolistica.
 
 

sabato 6 novembre 2010

IL VIZIETTO

Nel 2009, in virtù di un consistente curriculum operativo, fui cooptato nella Consulta Nazionale del Turismo presieduta dall'on.le Nicola Bono dietro indicazione delle sedi provinciali di Alleanza Nazionale di Alessandria e di Cuneo.
La Consulta, la cui partecipazione ai lavori era totalmente gratuita, lavorò rapidamente per la formulazione di una  nuova Legge Quadro del turismo, ma i suoi lavori vennero fermati, e la Consulta stessa scomparve, quando venne nominata Ministro del Turismo tale Michela Brambilla da Lecco, eccellente imprenditrice alimentare e valida presidentessa provinciale di associazione d'imprese, ma che di turismo, come spesso accade in Italia, non è grande esperta.
"Turismo" è termine che raggruppa troppi elementi per essere considerato disciplina semplice, tanto che definiamo il turismo come industria, in virtù della complessa macchina operativa e funzionale.
Esistono diversissime forme di turismo, sia legate alla struttura paesaggistica, sia ai modelli culturali, sia, soprattutto, alle modalità di fruizione, ovvero ai mercati di consumo potenziali e attivi.
Fatto sta che in Italia, Paese dal potenziale estremo di Turismo e di Cultura, si da per scontato che i due soggetti (turismo e cultura appunto) funzionino da sé, per cui ai vertici dei sistemi vengono messi amici o utili idioti, e poco importa se l'amica immagina di fare promozione turistica abbracciando somari in tivù o rinnegando il Palio di Siena, o se l'utile idiota, davanti al crollo di Pompei, affermi laconico che non ci sono denari, neppure per l'ordinaria manutenzione.
Il vizietto di attribuire poltrone e poltroncine agli amici è, purtroppo, esteso nella penisola, e magari si predilige un fastoso e spendibile pedigree accademico ad un'onesta gavetta trentennale, pur sapendo che l'antico motto "chi sa fa, chi non sa insegna" è nella sostanza veritiero.
Abituato per prassi a giudicare in base ai risultati osservo che troppo spesso i neo eletti attribuiscono valore di interesse generale ai propri interessi personali, e non mi sorprende che un giovane in procinto di sposarsi ponga attenzione ai "matrimoni di charme", indipendentemente dalla struttura e dalle criticità del territorio, così come l'animalismo da copertina della Ministra del Turismo tende a influenzare gli obiettivi turistici nazionali.
Il turismo, in quanto industria, è oggettivo: ha mercati, risorse e modelli organizzativi che vanno disgiunti dalle preferenze, dalle aspirazioni e dai gusti individuali di chi è insediato al vertice della macchina organizzativa.
Questo, in Italia, è difficile da far capire. Il vizietto si replica all'infinito.
 

venerdì 5 novembre 2010

A TESTA IN GIU'

Per molti anni ho frequentato il mare. Non le spiagge su cui rosolarsi, ma il mare sotto la superficie.
E' un mondo a sè, dove il contrasto tra la luminosità della superficie e l'oscurità dell'abisso pone l'osservatore in una posizione intermedia, in un purgatorio fluido che separa la luce dal buio, con quella vaga consapevolezza che dal buio possa emergere un mostro divoratore.
L'acqua è un elemento diverso dall'aria e dalla terra. Noi bipedi siamo abituati a dividere aria e terra: la terra nutre e viene calpestata, è un punto permanente di appoggio, l'aria da la vita.
Per i pesci non esiste un punto di appoggio, tranne per poche specie come le sogliole. I pesci nascono respirano, si nutrono, si accoppiano, defecano, muoiono nell'acqua.
Ma anche per i pesci esiste un sopra e un sotto: nessun pesce nuota con la testa all'ingiù. Se trovi un pesce con la pancia in alto vuol dire che è morto.
Esiste quindi un rapporto tra il centro di gravità e la vita. Un pesce vivo reagisce alla gravità tenendo la pancia orientata verso il centro gravitazionale. Un pesce morto no.
Senza un centro di gravità si perdono le coordinate essenziali, senza un polo di attrazione il sistema vitale sbanda e si perde.
Tengono la posizione i molluschi abbarbicati alle scogliere, ma è gente senza spina dorsale e senza palle, sempre bisognosa di aggrapparsi a qualcosa.
La vita ha delle regole: un rferimento gravitazionale è fondamentale.
Quando nella vita fisica o nella vita sociale viene a mancare il centro gravitazionale i viventi impazziscono, i branchi vagolano senza meta, le balene spiaggiano, i mostri marini risalgono verso la superficie.
In politica avviene la stessa cosa.
 

domenica 31 ottobre 2010

STATISTI A CONFRONTO

Camillo Benso conte di Cavour visse 51 anni (1801-1861), divenendo ministro a 42 anni e Presidente del Consiglio a 44.
Tanto per dire, all'epoca la gerontocrazia non c'era.
Massone, liberale e anticlericale fece un po' di cose interessanti.
Con una forza di 15mila uomini partecipò a fianco di Francia e Inghilterra alla Guerra di Crimea, ottenendo l'appoggio della Francia nella Seconda Guerra di Indipendenza (conquista del Lombardo Veneto) e dell'Inghilterra nella Terza (spedizione di Garibaldi e annessione del meridione)
Unì l'Italia in un unico Stato, si accordò in Parlamento con la sinistra moderata di Rattazzi escludendo le ali estreme, promosse il liberalismo economico, sviluppò le ferrovie e l'agricoltura, definì il nuovo Stato come basato sul lavoro abolendo gli ordini monastici di carità e non produttivi (Legge sui Conventi, 1854) che gli valse la scomunica da parte di Papa Pio IX su suggerimento del Vescovo di Casale Luigi di Calabiana, che era anche Senatore.
Per perseguire i propri obiettivi Cavour non esitò a indebitare clamorosamente il regno (910 milioni di lire nel 1859) e fu accusato di manipolare i giornali attraverso l'agenzia Stefani, una specie di ANSA dell'epoca.
 
Benito Mussolini (1883-1945) divenne primo ministro nel 1922, a 39 anni.
Nel 1923 il Governo approva la Riforma Gentile dell'istruzione, quella che consentirà alla classe dirigente del dopoguerra di poter esprimere le proprie competenze.
La stessa riforma istituisce l'organizzazione delle colonie estive per tutti gli studenti: anche i figli dei poveri hanno diritto alle vacanze al mare.
Nel 1924 commissaria le ferrovie (al posto del consiglio d'amministrazione viene posto un commissario governativo): i quindici anni successivi sono ricordati come il periodo d'oro delle ferrovie italiane, con l'elettrificazione della rete, lo sviluppo della rete ferroviaria , i "record di velocità" consquistati dall'ETR 200, primo elettrotreno a trazione distribuita, che sulla Milano Bologna supera i 203 kmh.
Nel 1928 avvia la bonifica dell'agro Pontino, bonifica che si conclude nel 1937: i terreni bonificati vengono affidati all'Opera Nazionale Combattenti.
Nel 1929 firma i Patti Lateranensi, siglando la pace tra Stato Italiano e Vaticano.
Negli anni '30 affida all'Opera Nazionale Dopolavoro la diffusione delle proposte di "treni popolari", un'iniziativa di enorme successo, che passa dai 459mila viaggiatori registrati nel 1931 a 1.260mila del 1937
Nel 1933 trasforma la Cassa di assistenza sociale nell'INPS che in cinque anni estende a tutti i lavoratori l'assicurazione previdenziale e le integrazioni salariali in caso di disoccupazione, malattia e sottoccupazione.
 
Silvio Berlusconi. ..... ?
 

sabato 30 ottobre 2010

HALLOWEEN, OVVERO LA PREVALENZA DELL'IDIOTA

Tra i due estremi di Agilulfo, il Cavaliere che non c'è ma dispone della massima consapevolezza, e del suo servo Gurgulù, che c'è ma non ha alcuna consapevolezza, si erge la folla degli Oblomov, che lasciano scorrere nella clessidra la sabbia del loro tempo impersonando ruoli e funzioni, imparando pregiudizi, recitando copioni, consapevoli dell'apparire ben più del proprio essere.
Questo enorme stuolo umano, da sempre terrorizzato dall'idea di morire  - in quanto inconsapevole del senso dell'essere - pratica scongiuri nei confronti della morte.
Il più recente si chiama Halloween, e reca con sé una babele di fantasmi, streghe, zombie, spiriti irrequieti, nell'ennesima mascherata che ha per obiettivo far sentire vivo, almeno per una notte, chi vivo non è, chi sopravvive.
Da sempre dubbioso sul senso del proprio esistere l'uomo si appella al mito, al fantastico e al religioso per dare un codice di finalità alla propria vita: solo un fine ultimo trascendente giustifica l'esistere, solo un premio eterno da senso all'etica, solo la sacralità della vita (e la proprietà terza e divina della propria vita) limita la lbertà dei singoli e pone un freno al nichilismo e all'autodistruzione. Senza quei vincoli morali, senza quei freni lessicali,l'uomo sarebbe sconcertato, nullo, perduto.
Così tra l'estrema consapevolezza (saper cercare l'assoluto o l'infinito nel proprio animo), e il suo opposto (vivere in totale inconsapevolezza, preda di stili, pensieri e comportamenti acquisiti e imposti) l'umanità galleggia nella mediocre ostilità al nulla, temendo spiriti maligni, intagliando zucche e esplodendo petardi per allontanare le oscure potenze ostili  dalla propria mediocrità.
La crescita della popolarità di Halloween è l'ennesimo tassello del degrado spirituale, morale, etico dell'inconsapevolezza di massa.
Il rito si compie, ed è il medesimo, mutatis mutandis,  che tra sessanta giorni scuoterà i cieli con botti e missili per dire addio al vecchio anno e buon giorno al nuovo.
Scongiurare, allontanare i fantasmi,i folletti e gli spiriti che rendono difficile la vita sembra essere il fine dell'uomo .
Che rinuncia, così facendo, ad assumere su di sé il senso e la responsabilità della propria esistenza.
 

mercoledì 27 ottobre 2010

FRATELLI DI TAGLIA

Qualcuno pensava che l'Italia fosse il Paese dove si gioca meglio a pallone.
La figuraccia rimediata ai mondiali, l'eliminazione dell'Under 21, l'assenza di un candidato italiano al Pallone d'Oro e le magre figure in ambito europeo, hanno dimostrato il contrario.
 
Allora qualcuno ci ha detto che dobbiamo difenderci dai migranti perchè ci rubano il lavoro, ci trombrano le donne, sono brutti, sporchi e cattivi.
Statistiche alla mano gli immigrati rappresentano il 7% della popolazione, producono l'11% del PIL e solo grazie a loro, che fanno figli, la popolazione sta ricominciando ad aumentare.
 
L'Italia è un Paese creativo, innovativo, che lavora e che produce, con un presidente del consiglio imprenditore e operaio, oltrechè illuminatissimo statista che neppure Cavour...
Il reddito procapite italiano è il 20° su 30 nazioni prese in esame.
Conquistiamo il 118° gradino, su 139, per efficienza del lavoro.
Siamo il fanalino di coda, alla 48° posizione,  per competitività industriale.
 
Eh, quante storie... siamo il Paese per eccellenza della Cultura, il mondo ce la invidia !
Stando ai dati OCSE Il 12% circa dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni non va a scuola né lavora.
Gli studenti italiani sono al 35* posto (su 44 Paesi partecipanti) per competenze scientifiche (in matematica al 36° posto).
Raggiungono il 24° posto, ma su 32 partecipanti, nella comprensione e competenza linguistica.
 
Consoliamoci:  grazie ad un'accorta gestione della Pubblica Amministrazione, siamo un Paese trasparente.
L'italia viene dopo il Rwanda, ma prima di Georgia e Cecenia (sic !), nella classifica sulla corruzione stilata da Transparency International (67° posto in classifica).
 
 
 
 

 

lunedì 25 ottobre 2010

REAL POLITIK

Facendo seguito agli articoli pubblicati oggi un lettore mi domanda come mai la Lega, dopo avere accusato il cav. di rapporti con la mafia oggi sia la migliore alleata del PDL e perchè l'opposizione sia tanto loffia. 
Bella domanda. Provo a rispondere.
 
Oggi la lega è al potere (governare è altra cosa, quello lo facevano Einaudi e Fanfani) e, tenendo per le palle saldamente il cavaliere, ottiene
a) una secessione mascherata da federalismo (con Borghezio che si candida ad ambasciatore padano in Italia (sic !!!))
b) arresti eccellenti di mafiosi perdenti (gentilmente offerti dai vincenti che sono gli alleati del cav) con relativo sostegno e plauso popolare
c) uno stato che risparmia nel medio-lungo termine delegando alle mafie il controllo territoriale del sud (e di parte del nord: lecco e asti sono in mano alla 'ndrangheta)
d) uno stato tremontiano che recupera quattrini ripulendo i capitali sporchi al basso costo del 5%
e) nel frattempo è entrata a gamba tesa in RAI, gestisce la BPM, governa un pateracchio di province: chi glielo fa fare di rovinare il meccanismo ?
 
l'opposizione non si oppone in quanto mantiene il potere su regioni importanti (una ingloba san marino) e il controllo sulle banche principali (unicredit, monte paschi, BNL, san paolo) insieme con l'UDC (ARCA gestioni e banche di credito cooperativo).
la politica di oggi va letta in chiave bancaria, di idealisti gh'è n'è minga
 
 il PD mantiene eccellenti relazioni con la curia e il vaticano, compresi tanti fondi a scopi umanitari che vanno in africa (area veltroniana).
al PD va benissimo togliersi dai marroni il problema meridionale (che non sa come affrontare e tanto meno risolvere)
al PD va benissimo fare buuuu mentre qualcun altro smonta i sindacati (che hanno sottratto potere al PD) e risistema (?) i modelli contrattuali
al PD va benissimo che qualcuno si inventi politiche economiche (che peraltro non avrebbe in testa)
nel PD scorrono fiumi di sangue tra gaudenti sorrisi : alla fine vince chi sta con De Benedetti, Scalfari e De Mauro senza i quali non si va da nessuna parte
 
pare che i dinosauri, agonizzanti, dicessero alle lucertole: ragazzi, rimbocchiamoci le maniche...
 
domandina: se Santoro, Fazio, Floris, Gabanelli, Piroso e Lerner fanno decine di milioni di ascolti cosa fanno quegli ascoltatori quando si tratta di votare ?
si depilano ? ascoltano tutto-il-voto-minuto-per-minuto ? vanno al cinema ? a pescare ? allo stadio ? trombano ?
escluderei la pesca, perché mi sa che non sanno che pesci prendere...

MAX PARISI, LA PADANIA E IL CAVALIERE

Nel Luglio 1988 il giornalista de La Padania Max Parisi pubblicava questi articoli.
Li ho ripescati nella certezza che molti amici, soprattutto i più giovani, non rammentino alcune vicende fondamentali della nostra storia recente.
La trascrizione è integrale, inclusi gli errori di stampa.
 

"la Padania", 8 luglio 1998

Berlusconi mafioso? 11 domande al Cavaliere per negarlo

Signor Berlusconi, chi le diede nel '68 l'equivalente di 32 miliardi d'oggi per acquistare i

terreni? Dica

Max Parisi

Perché, signor Berlusconi, lei si ostina a tacere? Dica l'identità dei suoi finanziatori

Per quale motivo, Cavaliere, fece amministrare importanti quote della Fininvest alla società

Par.Ma.Fid. Di Milano? Sapeva che gestiva anche i patrimoni di boss mafiosi?

Tra il '68 e il '79 Berlusconi eseguì aumenti di capitale per centinaia di miliardi.

Soldi di chi?

Da Palermo arrivano notizie gravissime: Silvio Berlusconi ・sotto inchiesta per riciclaggio di

capitali di Cosa Nostra. Noi offriamo al Cavaliere la possibilit・concreta di smentire e distruggere

ogni sospetto al suo riguardo. ネ sufficiente che risponda – punto per punto, nome per nome – alle

nostre richieste di chiarimenti sulle sue attivit・imprenditoriali. Spieghi, citi chi, come, dove e

perch・gli forn・nell'arco di 10 anni, all'inizio della sua carriera, i fortissimi capitali che permisero a

un giovane di soli 32 anni e senza patrimoni familiari di mettere in moto una macchina edilizia

capace di costruire interi quartieri. Sveli questo mistero e prosegua facendo cadere gli altri schermi

che impediscono di capire le fonti di cos・tanto denaro e le successive, strabilianti, scelte gestionali.

Parli, Cavaliere. Parli o taccia per sempre.

Basta. Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa

sulle vicende giudiziarie – specialmente quelle palermitane – di Silvio Berlusconi. ネ arrivata l'ora

delle certezze definitive. Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo

pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinch・una volta per tutte sia lui in

prima persona a dimostrare – se ne ・capace – che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla

a che fare. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, gi・da ora – signor Berlusconi – le annuncio

che nessuna delle notizie sul suo conto che legger・in questo articolo ・frutto di "pentimenti", e

nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale

dalle parole dei cosiddetti "pentiti". Tutto al contrario, esse si basano su personali indagini e su

documenti amministrativi che in ogni momento – se lo riterr・– potr・inviarle perch・si sinceri della

loro autenticit・

Detto questo, prego, legga, e mi sappia poi dire.

Partiamo da lontano, perch・lontano inizia la sua storia imprenditoriale, signor Berlusconi.

Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua societ・– l'Edilnord Sas –

acquist・dal conte Bonzi l'intera area dove di l・a breve lei costruir・il quartiere di Milano2. Lei

pag・l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di oltre 3 miliardi. Questa somma, nel

1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, ・di enorme

portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi, 739 milioni e spiccioli. Dopo

l'acquisto – intendo dire nei mesi successivi – lei apr・un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo

arriver・a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni porter・all'edificazione di Milano2

1

cos・come ・oggi. Ecco la prima domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre

30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie offr・e a chi per ricevere tale

ingentissimo credito? In ultimo: il denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi

glielo forn・ Vede, se lei non chiarisce questi punti, si ・autorizzati a credere che le due misteriose

finanziarie svizzere amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue finanziatrici",

cos・come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco

incontreremo, sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt'altro che raccomandabili.

S・ perch・– mi creda signor Berlusconi – nel 1998, oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con

nomi e cognomi, chi le prest・tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di

sospetto e insinuazione sul suo conto, nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo

che lei oper・con capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in Svizzera, e rientrati in

Italia grazie alla sua attivit・imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi, se la

realt・fosse questa. Se invece di denaro frutto di attivit・illecite, si tratt・di risparmi onestamente

guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei

ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare. Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il

castello di accuse di riciclaggio cadr・di schianto.

Secondo quesito: il 22 maggio 1974 – certamente lo ricorda, signor Berlusconi – la sua societ

"Edilnord Centri Residenziali Sas" comp・un aumento di capitale che cos・arriv・a 600 milioni (4,8

miliardi oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima societ・esegu・un altro aumento di capitale

passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche in questo

caso, vorrei sapere da dove o da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti.

Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fond・un'altra societ・ la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975

questa sua piccola Impresa divent・una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito,

quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei far・in modo di emettere anche un prestito

obbligazionario per altri 2 miliardi. Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in

contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede? Fuori i nomi.

Quarto quesito: lei non pu・essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua societ・Edilnord

cedette alla neo-costituita "Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel

Comune di Segrate battezzato "Milano2″ pi・alcune aree ancora da edificare di quell'immenso

terreno che lei comper・nel '68 per l'equivalente di pi・di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15

settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor Berlusconi, decise il contemporaneo

cambiamento di nome della societ・acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa inizi・a chiamarsi cos

proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma, il 16 settembre 1974, la futura

Milano2 Spa – come lei senza dubbio rammenta – viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San

Martino Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui amministratore era Marcello

Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei, signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un ォmio

semplice segretario personaleサ. Sempre il 15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la

sede trasferita da Roma a Segrate. Il 19 luglio 1978, i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di

capitale sociale. Ecco, anche in questo caso, vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto

denaro contante e in base a quali garanzie.

Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, certamente

ricorda che nacque in due tappe. Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fond・a Roma la

"Finanziaria d'Investimento Srl" – in sigla Fininvest – dotandola di un capitale di 20 milioni e di un

amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi

grami (per lui). I1 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50

milioni, il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e

400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei pass・dall'avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la

Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi. Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la societ・in questo

periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl, con tutti quei soldi in

cassa, venne trasferita a Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra sua

2

societ・dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa di Milano. Questa societ・fu la

prima delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo

impero, e in realt・di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la Fininvest Spa venne

anch'essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl, l'11 novembre dello stesso anno

trasformata in Spa con 2 miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo. Tutte

operazioni, queste, che pens・ decise e attu・proprio lei, signor Berlusconi. Dopo la fusione,

ricorda?, il capitale sociale verr・ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca,

equivalenti a pi・di 166 miliardi di oggi, fonte Istat). Bene, fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17

miliardi e 980 milioni di differenza della Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli forn・ Vorrei

conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei,

signor Berlusconi, offr・loro. Lo stesso dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52 miliardi.

Naturalmente le chiedo anche notizie sull'origine dei fondi, altri 2 miliardi, della "gemella"

Fininvest Spa di Milano che lei fond・nel 1975, anno pessimo per ci・che attiene al credito bancario

e ancor peggio per i fondamentali dell'economia del Paese.

Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato tent・di chiarire il motivo

dell'esistenza delle 22 (ma c'・chi scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari

del Presidente" siano molte di pi・ addirittura 38) "Holding Italiane" che detengono tuttora il

capitale della Fininvest, esattamente l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con

Holding Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell'aver

inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato. Cos・pure, signor Berlusconi, lei ha

dichiarato che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene – sono sue parole –

l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e l'unico scopo per il quale l'invent・consisteva – e

consiste tutt'oggi – nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse, ovvero il bottino

del rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un meccanismo assolutamente legale. Queste, mi

corregga se sbaglio, furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per spiegare il

motivo per cui il capitale della Fininvest ・suddiviso cos・ ネ una motivazione, per・ che a molti

appare quanto meno curiosa, se raffrontata – ad esempio – con l'assetto patrimoniale di un altro big

dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che viceversa ha optato da molti anni per una

trasparentissima societ・in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo

Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, pi・volte ha ribadito che "dietro" le 22 Holding c'・soltanto

la sua persona e la sua famiglia. Non avr・mai pi・motivo di dubitare di questa sua affermazione

quando lei spiegher・con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente.

Questa: c'・un indirizzo – a Milano – che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si tratta di via

Sant'Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo indirizzo nel 1978 nacque una societ・fiduciaria –

ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui – denominata Par.Ma.Fid. A fondarla furono due

commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini. Detto questo, certo

rammenta, signor Berlusconi, che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da

lei intestate proprio alla Par.Ma.Fid. Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda, Terza,

Quarta, Quinta, Ventunesima e Ventiduesima, pi・il 49% della Holding Italiana Prima, la quale – in

un perfetto gioco di scatole cinesi – a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana

Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe

chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestir・questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perch

lei decise di affidare proprio a questa societ・tale immensa fortuna. Infatti lei – che ・un attento

lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonch・informatissimo staff di legali

civilisti e penalisti – non pu・non sapere che la Par.Ma.Fid. ・la medesima societ・fiduciaria che ha

gestito – esattamente nello stesso periodo – tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa

Nostra e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bonn, Salvatore

Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Canneto Gaeta e altri boss – di area corleonese e non –

operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona.

Quindi, signor Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in

3

mano alla Par.Ma.Fid.? Per conto di chi la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in

suo possesso? Chi erano – mi passi il termine – i suoi "soci", signor Berlusconi, nascosti dietro lo

schermo anonimo della fiduciaria di via Sant'Orsola civico 37. Capisce che in assenza di una sua

precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto – o i volti – di coloro che per anni

incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute

dalla Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare che costoro non fossero

estranei all'altro "giro" di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi

rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.

Settimo quesito: ・universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore ・"nato col

mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tiv・・incentrato

questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad

Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tiv・ Lo scopo – del tutto evidente – fu

quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter

trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicit・ che cos・sarebbe stata "nazionale" e non pi

locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un

piano perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti

al Nord, inizi・dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entr・in societ・con i fratelli Inzaranto di

Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedr・nel

proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei,

signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual ・ non pu・non avere preso informazioni

all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre

questioni, oltre la tiv・ Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonch・suo partner, ・marito

della nipote prediletta di Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta"

del 1984, ma al super boss che nel '79 ・ancora braccio destro di Pippo Cal・e amico intimo di

Stefano Bontale, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perch・entr・in

affari – tramite Adriano Galliani – con gente di questa risma? C'・da notare, oltre tutto, che i fratelli

Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto

chiedendo con grande seriet・ Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile

famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto – nativa di Misilmeri, appunto – fond・nel 1955

la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto,

sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilit・sentiva parlare addirittura in

casa da suo padre. Gli Azzaretto erano – con i Rasini i diretti superiori di suo padre Luigi, signor

Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti

anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con

quali capitali – e di chi – Giuseppe Azzaretto riusc・ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di

Milano, tenuto conto che Misilmeri ・tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, per

che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile. Ora le ripeto la

domanda: si inform・sulla "seriet" e la "moralit" dei nuovi soci – il clan Inzaranto – quando tra il

1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tiv・nazionale?

Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della societ・immobiliare Romana Paltano

non pu・risultare sconosciuto. ネ impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di

capitale, fin・sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri, perch・proprio sui terreni di

questa societ・lei dar・corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Cos・pure ricorder・che nel

1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumenter・a 500; e che il 12 maggio del 1977 salir

ulteriormente a 1 (un) miliardo, e che cambier・anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti

Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche in questo ennesimo caso, chi le forn・

signor Berlusconi, questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una

modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquist・

Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fond

l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa societ・ che oggi possiede beni immobili

4

pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo – era il 1978 – aument・il proprio capitale a 900

milioni. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi, fonte

Istat) che fecero la differenza?

Decimo quesito: signor Berlusconi, in pi・occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario

genere – l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio – la finanziaria di Chiasso

denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito alla Par.Ma.Fid., lei ha scelte

una societ・fiduciaria – questa volta domiciliata in Svizzera – al cui riguardo le cronache giudiziarie

si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda,

signor Berlusconi., mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la Fimo di

Chiasso, che ・stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi,

arrestato il 15 novembre del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca palermitana

dei Madonia. Cos・pure non le sar・sfuggito che Lottusi venne condannato a 2 anni di reclusione per

quei reati. Tuttora ・in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel gangster fini in

galera il 15 novembre del '91, nella primavera del 1992 – cio・pochi mesi dopo quel fatto che

campeggi・con dovizia di particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i giornali – il

suo Milan "pag" una forte somma "in nero" – estero su estero – per la cessione di Gianluigi

Lentini, e us・per la transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di narcotrafficanti

internazionali. Perch・ signor Berlusconi?

Ecco, queste sono le domande. Risponda, signor Berlusconi. Presto. Come ha visto, di "pentiti" veri

o presunti non c'・traccia negli 11 quesiti. Semmai c'・il profumo di centinaia di miliardi che tra il

1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora non si sa da dove arrivarono.

Poich・c'・chi l'accusa che quell'oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta

indagando proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la

verit・ Punto per punto, nome per nome.

ノ un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che d'ora in poi il silenzio non le

pi・consentito n・come imprenditore, n・come politico, n・come uomo.

Oltre gli "anonimi" flussi finanziari, c'・un altro mistero da svelare

Un impero di prestanome

Caro Silvio; perch・li ha usati dal '68 all'84?

Casalinghe e praticanti notai, queste furono le prime coperture di Berlusconi che grazie a loro, per

oltre 10 anni, rimarrà nell'ombra. Perché?

5

L'altra faccia della medaglia. Signor Berlusconi, certo che abbia letto l'articolo della pagina a

fianco, ora vengo ad affrontare con lei un'altra questione – per nulla marginale – che sta alla base

dei sospetti di riciclaggio su cui i magistrati palermitani stanno indagando.

Nella sua scalata all'empireo dell'imprenditoria nazionale c'・una costante che sconcerta, anzi,

allarma: ・l'inconcepibile, continuo, inarrestabile uso di prestanome che lei ha fatto dal primo

giorno della sua carriera imprenditoriale. Vuole che le rinfreschi la memoria?

Mi spieghi il senso, tanto per cominciare, della nascita della sua prima societ・ costituita il 29

settembre 1968 a Milano.

Col nome di "Edilnord centri residenziali Sas di Lidia Borsani & C.", laddove la signorina Borsani

– se non dico male una sua cugina, signor Berlusconi – era il socio d'opera, mentre il socio di

capitale era la "Aktiengesellschaft fur Immobilienanlagen in Residenzzentren Ag" di Lugano che

infatti forn・i 50.000 franchi svizzeri del capitale, prese vita l'impresa che di l・a poco sborser・pi

di 3 miliardi per comprare l'area dove verr・costruita la citt・satellite di Milano2 nel Comune di

Segrate.

Era una bellissima iniziativa imprenditoriale, signor Berlusconi. Un'iniziativa di cui andare fieri,

che qualsiasi altro imprenditore avrebbe firmato col proprio nome a caratteri cubitali. Lei no. Lei

rimase nell'ombra, tanto quanto restarono nell'ombra i veri fornitori di quei primi 3 miliardi in

contanti del 1968. Una bella somma, sa? Oggi varrebbero pi・di 32, proprio il numero che segna gli

anni che lei aveva quando questa gigantesca fortuna fin・nelle sue mani.

Ecco, se questo fu il primo caso di prestanomi al suo servizio, i successivi che la riguardano

denunceranno uno stile che rimarr・costante per almeno 10 anni, i suoi primi 10 anni d'attivit・

signor Berlusconi. Ricorda?

La Italcantieri Srl, uno dei suoi bracci operativi nell'edilizia, nasce il 2 febbraio 1973 a Milano

avendo come soci Renato Pironi, un giovane praticante notaio, ed Elda Brovelli, una casalinga

senza alcuna occupazione o titolo di studio inerente l'attivit・della societ・che va a fondare e per la

cui "opera" percepir・solo 600.000 lire. Eppure lei usa questi due perfetti sconosciuti – nonch

incompetenti – per far muovere un'impresa che dovr・affrontare un progetto colossale:

l'edificazione e l'ultimazione di Milano2. Perch・

Inoltre, mi permetta signor Berlusconi, i due suddetti – la casalinga e il praticante notaio – nell'atto

di costituzione della Italcantieri risultano essere rappresentanti di due potenti quanto discutibili

societ・svizzere: rispettivamente la "Eti Ag Holding" di Chiasso per la signorina Brovelli, e la

Cofigen Sa per il giovane Pironi.

I suoi due prestanome, signor Berlusconi, a loro volta rappresentavano i finanziatori? Lei non pu

non sapere chi si celasse dietro la Eti Holding e la Cofigen, due societ・finanziarie svizzere.

Dica, faccia i nomi, perch・altrimenti rimane solo quello di Ercole Doninelli, finanziere elvetico

primo fondatore della famigerata Fimo Sa di Chiasso, societ・di riciclaggio di capitali di mafia, che

proprio nella Italcantieri – in seguito – entrer・in rapporti e affari. Anche la Sogeat Sas; che lei

certamente conosce perch・vantava un credito nei suoi confronti – che immagino lei pag・– di 22,5

miliardi nel 1978 (101,5 miliardi di oggi), ・un altro soggetto finanziario inquietante, mi permetta.

Come fu possibile che ad amministrare la Sogeat Sas di Walter Donati & C., fondata il 4 luglio

1972 con un capitale di 400.000 lire, fu messo appunto il signor Donati, ovvero un suo impiegato,

signor Berlusconi? E poi: chi forn・al signor Donati 1 miliardo, 999 milioni e 600.000 lire per

finanziare l'aumento di capitale della Sogeat deliberato ed attuato non molto dopo la fondazione?

Guardi che stiamo parlando di una somma che oggi equivarrebbe a oltre 22 miliardi, mica

noccioline. Fu un prestanome al fulmicotone, questo signor Donati. Gli ballavano in tasca i miliardi

come a me le monetine.

Tra l'altro, signor Berlusconi, eviti di dire – casomai – che della Sogeat sa poco e nulla, perch・se

Walter Donati fu il socio d'opera, l'altro socio, il finanziatore, documenti alla mano fu l'avvocato

Renzo Rezzonico di Lugano, lo stesso che amministrava le due finanziarie svizzere di cui sopra.

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Insomma, un personaggio che lei conosce e conosceva benissimo. Ora intendiamoci bene. Seppure

possa sembrare irrazionale, la sua scelta di tenere costantemente per pi di 10 anni un profilo

imprenditoriale cos・basso da risultare inesistente potrebbe essere giustificata da un riserbo

caratteriale, da innata timidezza e modestia di cui per・dal 1980 per tutto il tempo a venire fino a

oggi non si trover・pi・traccia. D'accordo, proviamo a prendere per buona questa ipotesi.

Se ・cos・signor Berlusconi, mi usi la cortesia di spiegare all'opinione pubblica la "faccenda

Berruti". Quale?

Le rammento i fatti. Il 12 novembre 1979, a Milano, il capitano della Guardia di Finanza Massimo

Maria Berruti si present・negli uffici di Foro Bonaparte della sua Edilnord, signor Berlusconi, e

interrog・proprio lei sui complicati giri societari e finanziari – farciti di prestanome, come abbiamo

visto – che le avevano permesso di edificare Milano2. Certo ricorda, signor Berlusconi, che lei

rispose al capitano Berruti a questo modo: ォNon sono il proprietario della Edilnord e tanto meno

della Sogeat, Io sono un semplice consulente esternoサ.

Nella relazione su questa ispezione, scritta e firmata da Berruti, risulta cos・ Formalmente, la sua, fu

una risposta ineccepibile, ma nella sostanza una menzogna tonante. Perch・ signor Berlusconi, neg

l'evidenza? Di chi e che cosa ebbe paura? Non certo di Berruti, visto che pochi mesi dopo si

dimetter・dalle Fiamme Gialle e presto diventer・consulente della Fininvest.

Le ripeto la domanda: perch・sostenne di essere un "semplice consulente" delle societ・che avevano

appena finito di edificare Milano2?

A quale retroscena temette di essere associato? Forse si spavent・pensando che qualcuno avrebbe

potuto domandarle chi realmente si celasse dietro i formidabili flussi finanziari arrivati dalla

Svizzera alla Edilnord e alla Sogeat?

Se non ・cos・ spieghi, dica come stanno le cose. Anche perch・ vede, l'allora capitano Berruti (e

attuale deputato Berruti di Forza Italia) nel pomeriggio di quel 12 novembre 1979 torn・a cercarla

nei suoi uffici, signor Berlusconi, e le pose una domanda spiazzante. Berruti le chiese di spiegare

come mai lei, che si era appena dichiarato "consulente esterno della Edilnord e della Sogeat",

ovvero dell'intero affare Milano2, viceversa aveva garantito personalmente – tramite fideiussioni a

diverse banche per importi monumentali – la solidit・di entrambe quelle societ・

Ma come, le fece notare la Gdf, i soci di capitale della Edilnord e della Sogeat erano ufficialmente

svizzeri, cio・i loro capitali erano svizzeri, e per loro garantiva un italiano, Berlusconi? D'altra parte

i fatti erano questi e cos・la Gdf sospett・– ma per poco, fintanto che Berruti non si dimise per

mettersi a lavorare per lei, Cavaliere – che in realt・dietro le finanziarie elvetiche c'era ancora lei,

Berlusconi.

Sospetto pi・che legittimo direi, visto che ancora oggi non si sa, e appunto vengo a domandarle, chi

c'era dietro le varie Eti Holding, Cofigen, Aktiengesellschaft & company. Capisce che se le Fiamme

Gialle erano in qualche modo convinte che alle spalle di quelle sigle spuntava ancora lei, signor

Berlusconi, la questione si complica, e di molto.

Si, perch・a questo punto l'intera rete finanziaria da cui lei ricevette qualcosa come 200 miliardi in

contanti quasi 30 anni fa, anzich・in Svizzera va collocata in Italia. ネ cos・ Dica, ・cos・o si tratta di

una mera fantasia? Non penso di poter tollerare il suo silenzio su questo punto centrale, perch

altrimenti entrerebbero in scena ben altri personaggi e situazioni. D'improvviso si

materializzerebbero i fantasmi che circondano Marcello Dell'Utri, sotto processo a Palermo per

mafia. Lugubri scenari che lei ha un solo modo per cancellare: raccontare tutto, nome per nome.

E' facile: convochi una conferenza stampa

MP

Non molleremo. Insisteremo con ogni mezzo a disposizione di chi fa il nostro mestiere per avere,

una volta per tutte, risposte certe e definitive. Silvio Berlusconi accusa i "pentiti" di essere dei

mentitori prezzolati, accusa i magistrati – al minimo – di strumentalizzare dichiarazioni di

delinquenti che in cambio dei loro "racconti" ottengono benefici di ogni genere, primo dei quali il

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pi・prezioso di tutti: la libert・ nonostante costoro siano responsabili di reati gravissimi, quasi

sempre omicidi. Ebbene, c'・un modo sicuro in mano a Berlusconi per far tacere questa gente e

contemporaneamente far s・che le loro accuse si trasformino in un boomerang: svelare tutti i misteri

che circondano – da sempre – in maniera impenetrabile la sua carriera imprenditoriale. I capitali

"svizzeri" che alimentarono dal '68 in poi le iniziative edilizie del futuro Cavaliere sono limpidi

come l'acqua di fonte? Prego, dica di chi erano, signor Berlusconi. Chi glieli affid・era integerrimo?

Prego, faccia i nomi, cos・sapremo quali onesti, laboriosi e lungimiranti italiani si fidarono di lei tra

la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta permettendo – grazie all'enorme fiducia che

lei riusc・a ispirar loro – la creazione della Fininvest e di ci・che ne ・seguito. Se lei insiste a tacere

su questi fondamentali riscontri che accrediterebbero immediatamente la sua sincerit・facendo

sprofondare in un abisso di menzogna tutti coloro l'accusano, lei di fatto dona il crisma dello verit

a chi "ricorda" i suoi incontri milanesi con Stefano Bonante, a chi "rammenta" i suoi contatti

finanziari con Francis Turatello, a chi "spiega" la presenza di Mangano a villa San Martino con ben

diverse ragioni dalla cura delle stalle, a chi "parla" d・vorticosi giri di capitali di eroina nella Barica

Rasin・e altro perfino di peggio.

Ha capito, signor Berlusconi? E' facile. ネ l'azione pi・semplice che si possa immaginare. Una bella

conferenza stampa affiancato da qualcuno dei suoi antichi finanziatori sorridente come non mai che

stringe in mano vecchi documenti bancari, e il gioco ・fatto.

Sappia che se dovesse accadere, sar・in primo fila a plaudire un galantuomo.

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