domenica 31 ottobre 2010

STATISTI A CONFRONTO

Camillo Benso conte di Cavour visse 51 anni (1801-1861), divenendo ministro a 42 anni e Presidente del Consiglio a 44.
Tanto per dire, all'epoca la gerontocrazia non c'era.
Massone, liberale e anticlericale fece un po' di cose interessanti.
Con una forza di 15mila uomini partecipò a fianco di Francia e Inghilterra alla Guerra di Crimea, ottenendo l'appoggio della Francia nella Seconda Guerra di Indipendenza (conquista del Lombardo Veneto) e dell'Inghilterra nella Terza (spedizione di Garibaldi e annessione del meridione)
Unì l'Italia in un unico Stato, si accordò in Parlamento con la sinistra moderata di Rattazzi escludendo le ali estreme, promosse il liberalismo economico, sviluppò le ferrovie e l'agricoltura, definì il nuovo Stato come basato sul lavoro abolendo gli ordini monastici di carità e non produttivi (Legge sui Conventi, 1854) che gli valse la scomunica da parte di Papa Pio IX su suggerimento del Vescovo di Casale Luigi di Calabiana, che era anche Senatore.
Per perseguire i propri obiettivi Cavour non esitò a indebitare clamorosamente il regno (910 milioni di lire nel 1859) e fu accusato di manipolare i giornali attraverso l'agenzia Stefani, una specie di ANSA dell'epoca.
 
Benito Mussolini (1883-1945) divenne primo ministro nel 1922, a 39 anni.
Nel 1923 il Governo approva la Riforma Gentile dell'istruzione, quella che consentirà alla classe dirigente del dopoguerra di poter esprimere le proprie competenze.
La stessa riforma istituisce l'organizzazione delle colonie estive per tutti gli studenti: anche i figli dei poveri hanno diritto alle vacanze al mare.
Nel 1924 commissaria le ferrovie (al posto del consiglio d'amministrazione viene posto un commissario governativo): i quindici anni successivi sono ricordati come il periodo d'oro delle ferrovie italiane, con l'elettrificazione della rete, lo sviluppo della rete ferroviaria , i "record di velocità" consquistati dall'ETR 200, primo elettrotreno a trazione distribuita, che sulla Milano Bologna supera i 203 kmh.
Nel 1928 avvia la bonifica dell'agro Pontino, bonifica che si conclude nel 1937: i terreni bonificati vengono affidati all'Opera Nazionale Combattenti.
Nel 1929 firma i Patti Lateranensi, siglando la pace tra Stato Italiano e Vaticano.
Negli anni '30 affida all'Opera Nazionale Dopolavoro la diffusione delle proposte di "treni popolari", un'iniziativa di enorme successo, che passa dai 459mila viaggiatori registrati nel 1931 a 1.260mila del 1937
Nel 1933 trasforma la Cassa di assistenza sociale nell'INPS che in cinque anni estende a tutti i lavoratori l'assicurazione previdenziale e le integrazioni salariali in caso di disoccupazione, malattia e sottoccupazione.
 
Silvio Berlusconi. ..... ?
 

sabato 30 ottobre 2010

HALLOWEEN, OVVERO LA PREVALENZA DELL'IDIOTA

Tra i due estremi di Agilulfo, il Cavaliere che non c'è ma dispone della massima consapevolezza, e del suo servo Gurgulù, che c'è ma non ha alcuna consapevolezza, si erge la folla degli Oblomov, che lasciano scorrere nella clessidra la sabbia del loro tempo impersonando ruoli e funzioni, imparando pregiudizi, recitando copioni, consapevoli dell'apparire ben più del proprio essere.
Questo enorme stuolo umano, da sempre terrorizzato dall'idea di morire  - in quanto inconsapevole del senso dell'essere - pratica scongiuri nei confronti della morte.
Il più recente si chiama Halloween, e reca con sé una babele di fantasmi, streghe, zombie, spiriti irrequieti, nell'ennesima mascherata che ha per obiettivo far sentire vivo, almeno per una notte, chi vivo non è, chi sopravvive.
Da sempre dubbioso sul senso del proprio esistere l'uomo si appella al mito, al fantastico e al religioso per dare un codice di finalità alla propria vita: solo un fine ultimo trascendente giustifica l'esistere, solo un premio eterno da senso all'etica, solo la sacralità della vita (e la proprietà terza e divina della propria vita) limita la lbertà dei singoli e pone un freno al nichilismo e all'autodistruzione. Senza quei vincoli morali, senza quei freni lessicali,l'uomo sarebbe sconcertato, nullo, perduto.
Così tra l'estrema consapevolezza (saper cercare l'assoluto o l'infinito nel proprio animo), e il suo opposto (vivere in totale inconsapevolezza, preda di stili, pensieri e comportamenti acquisiti e imposti) l'umanità galleggia nella mediocre ostilità al nulla, temendo spiriti maligni, intagliando zucche e esplodendo petardi per allontanare le oscure potenze ostili  dalla propria mediocrità.
La crescita della popolarità di Halloween è l'ennesimo tassello del degrado spirituale, morale, etico dell'inconsapevolezza di massa.
Il rito si compie, ed è il medesimo, mutatis mutandis,  che tra sessanta giorni scuoterà i cieli con botti e missili per dire addio al vecchio anno e buon giorno al nuovo.
Scongiurare, allontanare i fantasmi,i folletti e gli spiriti che rendono difficile la vita sembra essere il fine dell'uomo .
Che rinuncia, così facendo, ad assumere su di sé il senso e la responsabilità della propria esistenza.
 

mercoledì 27 ottobre 2010

FRATELLI DI TAGLIA

Qualcuno pensava che l'Italia fosse il Paese dove si gioca meglio a pallone.
La figuraccia rimediata ai mondiali, l'eliminazione dell'Under 21, l'assenza di un candidato italiano al Pallone d'Oro e le magre figure in ambito europeo, hanno dimostrato il contrario.
 
Allora qualcuno ci ha detto che dobbiamo difenderci dai migranti perchè ci rubano il lavoro, ci trombrano le donne, sono brutti, sporchi e cattivi.
Statistiche alla mano gli immigrati rappresentano il 7% della popolazione, producono l'11% del PIL e solo grazie a loro, che fanno figli, la popolazione sta ricominciando ad aumentare.
 
L'Italia è un Paese creativo, innovativo, che lavora e che produce, con un presidente del consiglio imprenditore e operaio, oltrechè illuminatissimo statista che neppure Cavour...
Il reddito procapite italiano è il 20° su 30 nazioni prese in esame.
Conquistiamo il 118° gradino, su 139, per efficienza del lavoro.
Siamo il fanalino di coda, alla 48° posizione,  per competitività industriale.
 
Eh, quante storie... siamo il Paese per eccellenza della Cultura, il mondo ce la invidia !
Stando ai dati OCSE Il 12% circa dei ragazzi tra i 15 e i 19 anni non va a scuola né lavora.
Gli studenti italiani sono al 35* posto (su 44 Paesi partecipanti) per competenze scientifiche (in matematica al 36° posto).
Raggiungono il 24° posto, ma su 32 partecipanti, nella comprensione e competenza linguistica.
 
Consoliamoci:  grazie ad un'accorta gestione della Pubblica Amministrazione, siamo un Paese trasparente.
L'italia viene dopo il Rwanda, ma prima di Georgia e Cecenia (sic !), nella classifica sulla corruzione stilata da Transparency International (67° posto in classifica).
 
 
 
 

 

lunedì 25 ottobre 2010

REAL POLITIK

Facendo seguito agli articoli pubblicati oggi un lettore mi domanda come mai la Lega, dopo avere accusato il cav. di rapporti con la mafia oggi sia la migliore alleata del PDL e perchè l'opposizione sia tanto loffia. 
Bella domanda. Provo a rispondere.
 
Oggi la lega è al potere (governare è altra cosa, quello lo facevano Einaudi e Fanfani) e, tenendo per le palle saldamente il cavaliere, ottiene
a) una secessione mascherata da federalismo (con Borghezio che si candida ad ambasciatore padano in Italia (sic !!!))
b) arresti eccellenti di mafiosi perdenti (gentilmente offerti dai vincenti che sono gli alleati del cav) con relativo sostegno e plauso popolare
c) uno stato che risparmia nel medio-lungo termine delegando alle mafie il controllo territoriale del sud (e di parte del nord: lecco e asti sono in mano alla 'ndrangheta)
d) uno stato tremontiano che recupera quattrini ripulendo i capitali sporchi al basso costo del 5%
e) nel frattempo è entrata a gamba tesa in RAI, gestisce la BPM, governa un pateracchio di province: chi glielo fa fare di rovinare il meccanismo ?
 
l'opposizione non si oppone in quanto mantiene il potere su regioni importanti (una ingloba san marino) e il controllo sulle banche principali (unicredit, monte paschi, BNL, san paolo) insieme con l'UDC (ARCA gestioni e banche di credito cooperativo).
la politica di oggi va letta in chiave bancaria, di idealisti gh'è n'è minga
 
 il PD mantiene eccellenti relazioni con la curia e il vaticano, compresi tanti fondi a scopi umanitari che vanno in africa (area veltroniana).
al PD va benissimo togliersi dai marroni il problema meridionale (che non sa come affrontare e tanto meno risolvere)
al PD va benissimo fare buuuu mentre qualcun altro smonta i sindacati (che hanno sottratto potere al PD) e risistema (?) i modelli contrattuali
al PD va benissimo che qualcuno si inventi politiche economiche (che peraltro non avrebbe in testa)
nel PD scorrono fiumi di sangue tra gaudenti sorrisi : alla fine vince chi sta con De Benedetti, Scalfari e De Mauro senza i quali non si va da nessuna parte
 
pare che i dinosauri, agonizzanti, dicessero alle lucertole: ragazzi, rimbocchiamoci le maniche...
 
domandina: se Santoro, Fazio, Floris, Gabanelli, Piroso e Lerner fanno decine di milioni di ascolti cosa fanno quegli ascoltatori quando si tratta di votare ?
si depilano ? ascoltano tutto-il-voto-minuto-per-minuto ? vanno al cinema ? a pescare ? allo stadio ? trombano ?
escluderei la pesca, perché mi sa che non sanno che pesci prendere...

MAX PARISI, LA PADANIA E IL CAVALIERE

Nel Luglio 1988 il giornalista de La Padania Max Parisi pubblicava questi articoli.
Li ho ripescati nella certezza che molti amici, soprattutto i più giovani, non rammentino alcune vicende fondamentali della nostra storia recente.
La trascrizione è integrale, inclusi gli errori di stampa.
 

"la Padania", 8 luglio 1998

Berlusconi mafioso? 11 domande al Cavaliere per negarlo

Signor Berlusconi, chi le diede nel '68 l'equivalente di 32 miliardi d'oggi per acquistare i

terreni? Dica

Max Parisi

Perché, signor Berlusconi, lei si ostina a tacere? Dica l'identità dei suoi finanziatori

Per quale motivo, Cavaliere, fece amministrare importanti quote della Fininvest alla società

Par.Ma.Fid. Di Milano? Sapeva che gestiva anche i patrimoni di boss mafiosi?

Tra il '68 e il '79 Berlusconi eseguì aumenti di capitale per centinaia di miliardi.

Soldi di chi?

Da Palermo arrivano notizie gravissime: Silvio Berlusconi ・sotto inchiesta per riciclaggio di

capitali di Cosa Nostra. Noi offriamo al Cavaliere la possibilit・concreta di smentire e distruggere

ogni sospetto al suo riguardo. ネ sufficiente che risponda – punto per punto, nome per nome – alle

nostre richieste di chiarimenti sulle sue attivit・imprenditoriali. Spieghi, citi chi, come, dove e

perch・gli forn・nell'arco di 10 anni, all'inizio della sua carriera, i fortissimi capitali che permisero a

un giovane di soli 32 anni e senza patrimoni familiari di mettere in moto una macchina edilizia

capace di costruire interi quartieri. Sveli questo mistero e prosegua facendo cadere gli altri schermi

che impediscono di capire le fonti di cos・tanto denaro e le successive, strabilianti, scelte gestionali.

Parli, Cavaliere. Parli o taccia per sempre.

Basta. Basta con questa indicibile manfrina messa in piedi dai mezzi di comunicazione di massa

sulle vicende giudiziarie – specialmente quelle palermitane – di Silvio Berlusconi. ネ arrivata l'ora

delle certezze definitive. Di seguito presento al signor Berlusconi una serie di domande invitandolo

pubblicamente a rispondere nel merito con cristallina chiarezza affinch・una volta per tutte sia lui in

prima persona a dimostrare – se ne ・capace – che con Cosa Nostra non ha e non ha mai avuto nulla

a che fare. A scanso di equivoci e strumentalizzazioni, gi・da ora – signor Berlusconi – le annuncio

che nessuna delle notizie sul suo conto che legger・in questo articolo ・frutto di "pentimenti", e

nessuna delle domande che le sto per porre si basa o prende spunto anche fosse in modo marginale

dalle parole dei cosiddetti "pentiti". Tutto al contrario, esse si basano su personali indagini e su

documenti amministrativi che in ogni momento – se lo riterr・– potr・inviarle perch・si sinceri della

loro autenticit・

Detto questo, prego, legga, e mi sappia poi dire.

Partiamo da lontano, perch・lontano inizia la sua storia imprenditoriale, signor Berlusconi.

Primo quesito: lei certamente ricorda che il 26 settembre 1968 la sua societ・– l'Edilnord Sas –

acquist・dal conte Bonzi l'intera area dove di l・a breve lei costruir・il quartiere di Milano2. Lei

pag・l'area circa 4.250 lire al metro quadrato, per un totale di oltre 3 miliardi. Questa somma, nel

1968 quando lei aveva appena 32 anni e nessun patrimonio familiare alle spalle, ・di enorme

portata. Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a 38 miliardi, 739 milioni e spiccioli. Dopo

l'acquisto – intendo dire nei mesi successivi – lei apr・un gigantesco cantiere edilizio, il cui costo

arriver・a sfiorare 500 milioni al giorno, che in circa 4-5 anni porter・all'edificazione di Milano2

1

cos・come ・oggi. Ecco la prima domanda: signor Berlusconi, a lei, quando aveva 32 anni, gli oltre

30 miliardi per comprare l'area, chi li diede? Inoltre: che garanzie offr・e a chi per ricevere tale

ingentissimo credito? In ultimo: il denaro per avviare e portare a conclusione il super-cantiere, chi

glielo forn・ Vede, se lei non chiarisce questi punti, si ・autorizzati a credere che le due misteriose

finanziarie svizzere amministrate dall'avvocato di Lugano Renzo Rezzonico "sue finanziatrici",

cos・come altre finanziarie elvetiche che entreranno in scena al suo fianco e che tra poco

incontreremo, sono paraventi dietro i quali si sono nascosti soggetti tutt'altro che raccomandabili.

S・ perch・– mi creda signor Berlusconi – nel 1998, oggi, se lei chiarisse una volta per tutte, con

nomi e cognomi, chi le prest・tale gigantesca fortuna facendo con questo crollare ogni genere di

sospetto e insinuazione sul suo conto, nessuno e dico nessuno si alzerebbe per criticarla sostenendo

che lei oper・con capitali sfuggiti, per esempio, al fisco italiano e riparati in Svizzera, e rientrati in

Italia grazie alla sua attivit・imprenditoriale. Sarei il primo ad applaudirla, signor Berlusconi, se la

realt・fosse questa. Se invece di denaro frutto di attivit・illecite, si tratt・di risparmi onestamente

guadagnati e quindi sottratti dai rispettivi proprietari al fisco assassino italiota che grazie a lei

ridiventarono investimenti, lei sarebbe da osannare. Parli, signor Berlusconi, faccia i nomi e il

castello di accuse di riciclaggio cadr・di schianto.

Secondo quesito: il 22 maggio 1974 – certamente lo ricorda, signor Berlusconi – la sua societ

"Edilnord Centri Residenziali Sas" comp・un aumento di capitale che cos・arriv・a 600 milioni (4,8

miliardi oggi, fonte Istat). Il 22 luglio 1975 la medesima societ・esegu・un altro aumento di capitale

passando dai suddetti 600 milioni a 2 miliardi (14 miliardi di oggi, fonte Istat). Anche in questo

caso, vorrei sapere da dove o da chi sono arrivati queste forti somme di denaro in contanti.

Terzo quesito: il 2 febbraio 1973 lei fond・un'altra societ・ la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975

questa sua piccola Impresa divent・una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito,

quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi e lei far・in modo di emettere anche un prestito

obbligazionario per altri 2 miliardi. Signor Berlusconi, anche in questo caso le chiedo: il denaro in

contanti per queste forti operazioni finanziarie, chi glielo diede? Fuori i nomi.

Quarto quesito: lei non pu・essersi scordato che il 15 settembre 1977 la sua societ・Edilnord

cedette alla neo-costituita "Milano2 Spa" tutto il costruito del nuovo quartiere residenziale nel

Comune di Segrate battezzato "Milano2″ pi・alcune aree ancora da edificare di quell'immenso

terreno che lei comper・nel '68 per l'equivalente di pi・di 32 miliardi in contanti. Tuttavia quel 15

settembre di tanti anni fa, accadde un altro fatto: lei, signor Berlusconi, decise il contemporaneo

cambiamento di nome della societ・acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa inizi・a chiamarsi cos

proprio da quella data. Il giorno della sua fondazione a Roma, il 16 settembre 1974, la futura

Milano2 Spa – come lei senza dubbio rammenta – viceversa rispondeva al nome di Immobiliare San

Martino Spa, "forte" di un capitale di lire 1 (un) milione, il cui amministratore era Marcello

Dell'Utri. Lo stesso Dell'Utri che lei, signor Berlusconi, sostiene fosse a quell'epoca un ォmio

semplice segretario personaleサ. Sempre il 15 settembre 1977, quel milione venne portato a 500 e la

sede trasferita da Roma a Segrate. Il 19 luglio 1978, i 500 milioni diventeranno 2 miliardi di

capitale sociale. Ecco, anche in questo caso, vorrei sapere dove ha preso e chi le ha fornito tanto

denaro contante e in base a quali garanzie.

Quinto quesito: signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, certamente

ricorda che nacque in due tappe. Partiamo dalle seconda: l'8 giugno 1978 lei fond・a Roma la

"Finanziaria d'Investimento Srl" – in sigla Fininvest – dotandola di un capitale di 20 milioni e di un

amministratore che rispondeva al nome di Umberto Previti, padre del noto Cesare di questi tempi

grami (per lui). I1 30 giugno 1978 il capitale sociale di questa sua creatura venne portato a 50

milioni, il 7 dicembre 1978 a 18 miliardi, che al valore d'oggi sarebbero 81 miliardi, 167 milioni e

400 mila lire. In 6 mesi, quindi, lei pass・dall'avere avuto in tasca 20 milioni per fondare la

Fininvest Srl a Roma, a 18 miliardi. Fra l'altro, come lei certamente ricorda, la societ・in questo

periodo non possedeva alcun dipendente. Nel luglio del 1979 la Fininvest Srl, con tutti quei soldi in

cassa, venne trasferita a Milano. Poco prima, il 26 gennaio 1979 era stata "fusa" con un'altra sua

2

societ・dall'identico nome, signor Berlusconi: la Fininvest Spa di Milano. Questa societ・fu la

prima delle due tappe fondamentali di cui dicevo poc'anzi alla base dell'edificazione del suo

impero, e in realt・di milanese aveva ben poco, come lei ben sa. Infatti la Fininvest Spa venne

anch'essa fondata a Roma il 21 marzo del 1975 come Srl, l'11 novembre dello stesso anno

trasformata in Spa con 2 miliardi di capitale, e quindi trasferita nel capoluogo lombardo. Tutte

operazioni, queste, che pens・ decise e attu・proprio lei, signor Berlusconi. Dopo la fusione,

ricorda?, il capitale sociale verr・ulteriormente aumentato a 52 miliardi (al valore dell'epoca,

equivalenti a pi・di 166 miliardi di oggi, fonte Istat). Bene, fermiamoci qui. Signor Berlusconi, i 17

miliardi e 980 milioni di differenza della Fininvest Srl di Roma (anno 1978) chi glieli forn・ Vorrei

conoscere nomi e cognomi di questi suoi munifici amici e anche il contenuto delle garanzie che lei,

signor Berlusconi, offr・loro. Lo stesso dicasi per l'aumento, di poco successivo, a 52 miliardi.

Naturalmente le chiedo anche notizie sull'origine dei fondi, altri 2 miliardi, della "gemella"

Fininvest Spa di Milano che lei fond・nel 1975, anno pessimo per ci・che attiene al credito bancario

e ancor peggio per i fondamentali dell'economia del Paese.

Sesto quesito: lei, signor Berlusconi, almeno una volta in passato tent・di chiarire il motivo

dell'esistenza delle 22 (ma c'・chi scrive, come Giovanni Ruggeri, autore di "Berlusconi, gli affari

del Presidente" siano molte di pi・ addirittura 38) "Holding Italiane" che detengono tuttora il

capitale della Fininvest, esattamente l'elenco che inizia con Holding Italiana Prima e termina con

Holding Italiana Ventiduesima. Lei sostenne che la ragione di tale castello societario sta nell'aver

inventato un meccanismo per pagare meno tasse allo Stato. Cos・pure, signor Berlusconi, lei ha

dichiarato che l'inventore del marchingegno finanziario, che ripeto detiene – sono sue parole –

l'intero capitale del Gruppo, fu Umberto Previti e l'unico scopo per il quale l'invent・consisteva – e

consiste tutt'oggi – nell'aver abbattuto di una considerevole percentuale le tasse, ovvero il bottino

del rapinoso fisco italiota ai suoi danni, con un meccanismo assolutamente legale. Queste, mi

corregga se sbaglio, furono le ragioni che addusse a suo tempo, signor Berlusconi, per spiegare il

motivo per cui il capitale della Fininvest ・suddiviso cos・ ネ una motivazione, per・ che a molti

appare quanto meno curiosa, se raffrontata – ad esempio – con l'assetto patrimoniale di un altro big

dell'imprenditoria nazionale, Giovanni Agnelli, che viceversa ha optato da molti anni per una

trasparentissima societ・in accomandita per detenere e definire i propri beni e quote del Gruppo

Fiat. In sostanza lei, signor Berlusconi, pi・volte ha ribadito che "dietro" le 22 Holding c'・soltanto

la sua persona e la sua famiglia. Non avr・mai pi・motivo di dubitare di questa sua affermazione

quando lei spiegher・con assoluta chiarezza le ragioni di una sua scelta a dir poco stupefacente.

Questa: c'・un indirizzo – a Milano – che lei, signor Berlusconi conosce molto bene. Si tratta di via

Sant'Orsola 3, pieno centro cittadino. A questo indirizzo nel 1978 nacque una societ・fiduciaria –

ovvero dedita alla gestione di patrimoni altrui – denominata Par.Ma.Fid. A fondarla furono due

commercialisti, Roberto Massimo Filippa e Michela Patrizia Natalini. Detto questo, certo

rammenta, signor Berlusconi, che importanti quote di diverse delle suddette 22 Holding verranno da

lei intestate proprio alla Par.Ma.Fid. Esattamente il 10 % della Holding Italiana Seconda, Terza,

Quarta, Quinta, Ventunesima e Ventiduesima, pi・il 49% della Holding Italiana Prima, la quale – in

un perfetto gioco di scatole cinesi – a sua volta detiene il 100% del capitale della Holding Italiana

Sesta e Settima e il 51% della Holding Italiana Ventiduesima. Vede, signor Berlusconi, dovrebbe

chiarirmi per conto di chi la Par.Ma.Fid. gestir・questa grande fetta del Gruppo Fininvest e perch

lei decise di affidare proprio a questa societ・tale immensa fortuna. Infatti lei – che ・un attento

lettore di giornali e ha a sua disposizione un ferratissimo nonch・informatissimo staff di legali

civilisti e penalisti – non pu・non sapere che la Par.Ma.Fid. ・la medesima societ・fiduciaria che ha

gestito – esattamente nello stesso periodo – tutti i beni di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa

Nostra e grande riciclatore di capitali per conto dei clan di Giuseppe e Alfredo Bonn, Salvatore

Enea, Gaetano Fidanzati, Gaetano Carollo, Canneto Gaeta e altri boss – di area corleonese e non –

operanti a Milano nel traffico di stupefacenti a livello mondiale e nei sequestri di persona.

Quindi, signor Berlusconi, a chi finivano gli utili della Fininvest relativi alle quote delle Holding in

3

mano alla Par.Ma.Fid.? Per conto di chi la Par.Ma.Fid. incassava i dividendi e gestiva le quote in

suo possesso? Chi erano – mi passi il termine – i suoi "soci", signor Berlusconi, nascosti dietro lo

schermo anonimo della fiduciaria di via Sant'Orsola civico 37. Capisce che in assenza di una sua

precisa quanto chiarificatrice risposta che faccia apparire il volto – o i volti – di coloro che per anni

incasseranno fior di quattrini grazie alla Par.Ma.Fid., ovvero alle quote della Fininvest detenute

dalla Par.Ma.Fid. non si sa per conto di chi, sono autorizzato a pensare che costoro non fossero

estranei all'altro "giro" di clienti contemporaneamente gestiti da questa fiduciaria, clienti i cui nomi

rimandano direttamente ai vertici di Cosa Nostra.

Settimo quesito: ・universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore ・"nato col

mattone" per poi approdare alla televisione. Proprio sull'edificazione del network tiv・・incentrato

questo punto. Lei, signor Berlusconi, certamente ricorda che sul finire del 1979 diede incarico ad

Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze tiv・ Lo scopo – del tutto evidente – fu

quello di costituire una rete di emittenti sotto il suo controllo, signor Berlusconi, in modo da poter

trasmettere programmi, ma soprattutto pubblicit・ che cos・sarebbe stata "nazionale" e non pi

locale. La differenza dal punto di vista dei fatturati pubblicitari, ovviamente, era enorme. Fu un

piano perfetto. Se non che, Adriano Galliani invece di buttarsi a capofitto nell'acquisto di emittenti

al Nord, inizi・dal Sud e precisamente dalla Sicilia, dove entr・in societ・con i fratelli Inzaranto di

Misilmeri (frazione di Palermo) nella loro Retesicilia Srl, che dal 13 novembre 1980 vedr・nel

proprio consiglio di amministrazione Galliani in persona a fianco di Antonio Inzaranto. Ora lei,

signor Berlusconi, da imprenditore avveduto qual ・ non pu・non avere preso informazioni

all'epoca sui suoi nuovi soci palermitani, personaggi molto noti da quelle parti per ben altre

questioni, oltre la tiv・ Infatti Giuseppe Inzaranto, fratello di Antonio nonch・suo partner, ・marito

della nipote prediletta di Tommaso Buscetta. No, sia chiaro, non mi riferisco al "pentito Buscetta"

del 1984, ma al super boss che nel '79 ・ancora braccio destro di Pippo Cal・e amico intimo di

Stefano Bontale, il capo dei capi della mafia siciliana. Quindi, signor Berlusconi, perch・entr・in

affari – tramite Adriano Galliani – con gente di questa risma? C'・da notare, oltre tutto, che i fratelli

Inzaranto sono di Misilmeri. Le dice niente, signor Berlusconi, questo nome? Guardi che glielo sto

chiedendo con grande seriet・ Infatti proprio di Misilmeri sono originari i soci siciliani della nobile

famiglia Rasini che assieme alla famiglia Azzaretto – nativa di Misilmeri, appunto – fond・nel 1955

la banca di Piazza Mercanti, la Banca Rasini. Giuseppe Azzaretto e suo figlio, Dario Azzaretto,

sono persone delle quali lei, signor Berlusconi, con ogni probabilit・sentiva parlare addirittura in

casa da suo padre. Gli Azzaretto erano – con i Rasini i diretti superiori di suo padre Luigi, signor

Berlusconi. Gli Azzaretto di Misilmeri davano ordini a suo padre, signor Berlusconi, che per molti

anni fu loro procuratore, il primo procuratore della Banca Rasini. Certo non le vengo a chiedere con

quali capitali – e di chi – Giuseppe Azzaretto riusc・ad affiancarsi nel 1955 ai potenti Rasini di

Milano, tenuto conto che Misilmeri ・tutt'oggi una tragica periferia della peggiore Palermo, per

che a lei Misilmeri possa risultare del tutto sconosciuta, mi appare inverosimile. Ora le ripeto la

domanda: si inform・sulla "seriet" e la "moralit" dei nuovi soci – il clan Inzaranto – quando tra il

1979 e l'80 diverranno parte fondamentale della sua rete tiv・nazionale?

Ottavo quesito: certo a lei, signor Berlusconi, il nome della societ・immobiliare Romana Paltano

non pu・risultare sconosciuto. ネ impossibile non ricordi che nel 1974 la suddetta, 12 milioni di

capitale, fin・sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri, perch・proprio sui terreni di

questa societ・lei dar・corso all'iniziativa edilizia denominata Milano3. Cos・pure ricorder・che nel

1976 l'esiguo capitale di 12 milioni aumenter・a 500; e che il 12 maggio del 1977 salir

ulteriormente a 1 (un) miliardo, e che cambier・anche la sua denominazione in Cantieri Riuniti

Milanesi Spa. Come al solito, vengo subito al dunque: anche in questo ennesimo caso, chi le forn・

signor Berlusconi, questi forti capitali per aumentare la portata finanziaria di quella che era una

modestissima impresa del valore di soli 12 milioni quando la acquist・

Nono quesito: lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fond

l'Immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa societ・ che oggi possiede beni immobili

4

pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo – era il 1978 – aument・il proprio capitale a 900

milioni. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni (4 miliardi e 45 milioni d'oggi, fonte

Istat) che fecero la differenza?

Decimo quesito: signor Berlusconi, in pi・occasioni lei ha usato per mettere in porto affari di vario

genere – l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio – la finanziaria di Chiasso

denominata Fimo. Anche in questo caso, come nel precedente riferito alla Par.Ma.Fid., lei ha scelte

una societ・fiduciaria – questa volta domiciliata in Svizzera – al cui riguardo le cronache giudiziarie

si erano largamente espresse. Tenuto conto della potenza dello staff informativo che la circonda,

signor Berlusconi., mi appare del tutto inverosimile che lei non abbia saputo, circa la Fimo di

Chiasso, che ・stata per lungo tempo il canale privilegiato di riciclaggio usato da Giuseppe Lottusi,

arrestato il 15 novembre del 1991 mentre "esportava" forti capitali della temibile cosca palermitana

dei Madonia. Cos・pure non le sar・sfuggito che Lottusi venne condannato a 2 anni di reclusione per

quei reati. Tuttora ・in carcere a scontare la pena. Ebbene, signor Berlusconi, se quel gangster fini in

galera il 15 novembre del '91, nella primavera del 1992 – cio・pochi mesi dopo quel fatto che

campeggi・con dovizia di particolari, anche circa la Fimo, sulle prime pagine di tutti i giornali – il

suo Milan "pag" una forte somma "in nero" – estero su estero – per la cessione di Gianluigi

Lentini, e us・per la transazione proprio la screditatissima Fimo, fiduciaria di narcotrafficanti

internazionali. Perch・ signor Berlusconi?

Ecco, queste sono le domande. Risponda, signor Berlusconi. Presto. Come ha visto, di "pentiti" veri

o presunti non c'・traccia negli 11 quesiti. Semmai c'・il profumo di centinaia di miliardi che tra il

1968 e il 1979 finirono nelle sue mani, signor Berlusconi. E tuttora non si sa da dove arrivarono.

Poich・c'・chi l'accusa che quell'oceano di quattrini provenne dalle casse di Cosa Nostra e sta

indagando proprio su questo, prego, schianti ogni possibile infamia dicendo semplicemente la

verit・ Punto per punto, nome per nome.

ノ un'occasione d'oro per farla finita una volta per tutte. Sappia che d'ora in poi il silenzio non le

pi・consentito n・come imprenditore, n・come politico, n・come uomo.

Oltre gli "anonimi" flussi finanziari, c'・un altro mistero da svelare

Un impero di prestanome

Caro Silvio; perch・li ha usati dal '68 all'84?

Casalinghe e praticanti notai, queste furono le prime coperture di Berlusconi che grazie a loro, per

oltre 10 anni, rimarrà nell'ombra. Perché?

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L'altra faccia della medaglia. Signor Berlusconi, certo che abbia letto l'articolo della pagina a

fianco, ora vengo ad affrontare con lei un'altra questione – per nulla marginale – che sta alla base

dei sospetti di riciclaggio su cui i magistrati palermitani stanno indagando.

Nella sua scalata all'empireo dell'imprenditoria nazionale c'・una costante che sconcerta, anzi,

allarma: ・l'inconcepibile, continuo, inarrestabile uso di prestanome che lei ha fatto dal primo

giorno della sua carriera imprenditoriale. Vuole che le rinfreschi la memoria?

Mi spieghi il senso, tanto per cominciare, della nascita della sua prima societ・ costituita il 29

settembre 1968 a Milano.

Col nome di "Edilnord centri residenziali Sas di Lidia Borsani & C.", laddove la signorina Borsani

– se non dico male una sua cugina, signor Berlusconi – era il socio d'opera, mentre il socio di

capitale era la "Aktiengesellschaft fur Immobilienanlagen in Residenzzentren Ag" di Lugano che

infatti forn・i 50.000 franchi svizzeri del capitale, prese vita l'impresa che di l・a poco sborser・pi

di 3 miliardi per comprare l'area dove verr・costruita la citt・satellite di Milano2 nel Comune di

Segrate.

Era una bellissima iniziativa imprenditoriale, signor Berlusconi. Un'iniziativa di cui andare fieri,

che qualsiasi altro imprenditore avrebbe firmato col proprio nome a caratteri cubitali. Lei no. Lei

rimase nell'ombra, tanto quanto restarono nell'ombra i veri fornitori di quei primi 3 miliardi in

contanti del 1968. Una bella somma, sa? Oggi varrebbero pi・di 32, proprio il numero che segna gli

anni che lei aveva quando questa gigantesca fortuna fin・nelle sue mani.

Ecco, se questo fu il primo caso di prestanomi al suo servizio, i successivi che la riguardano

denunceranno uno stile che rimarr・costante per almeno 10 anni, i suoi primi 10 anni d'attivit・

signor Berlusconi. Ricorda?

La Italcantieri Srl, uno dei suoi bracci operativi nell'edilizia, nasce il 2 febbraio 1973 a Milano

avendo come soci Renato Pironi, un giovane praticante notaio, ed Elda Brovelli, una casalinga

senza alcuna occupazione o titolo di studio inerente l'attivit・della societ・che va a fondare e per la

cui "opera" percepir・solo 600.000 lire. Eppure lei usa questi due perfetti sconosciuti – nonch

incompetenti – per far muovere un'impresa che dovr・affrontare un progetto colossale:

l'edificazione e l'ultimazione di Milano2. Perch・

Inoltre, mi permetta signor Berlusconi, i due suddetti – la casalinga e il praticante notaio – nell'atto

di costituzione della Italcantieri risultano essere rappresentanti di due potenti quanto discutibili

societ・svizzere: rispettivamente la "Eti Ag Holding" di Chiasso per la signorina Brovelli, e la

Cofigen Sa per il giovane Pironi.

I suoi due prestanome, signor Berlusconi, a loro volta rappresentavano i finanziatori? Lei non pu

non sapere chi si celasse dietro la Eti Holding e la Cofigen, due societ・finanziarie svizzere.

Dica, faccia i nomi, perch・altrimenti rimane solo quello di Ercole Doninelli, finanziere elvetico

primo fondatore della famigerata Fimo Sa di Chiasso, societ・di riciclaggio di capitali di mafia, che

proprio nella Italcantieri – in seguito – entrer・in rapporti e affari. Anche la Sogeat Sas; che lei

certamente conosce perch・vantava un credito nei suoi confronti – che immagino lei pag・– di 22,5

miliardi nel 1978 (101,5 miliardi di oggi), ・un altro soggetto finanziario inquietante, mi permetta.

Come fu possibile che ad amministrare la Sogeat Sas di Walter Donati & C., fondata il 4 luglio

1972 con un capitale di 400.000 lire, fu messo appunto il signor Donati, ovvero un suo impiegato,

signor Berlusconi? E poi: chi forn・al signor Donati 1 miliardo, 999 milioni e 600.000 lire per

finanziare l'aumento di capitale della Sogeat deliberato ed attuato non molto dopo la fondazione?

Guardi che stiamo parlando di una somma che oggi equivarrebbe a oltre 22 miliardi, mica

noccioline. Fu un prestanome al fulmicotone, questo signor Donati. Gli ballavano in tasca i miliardi

come a me le monetine.

Tra l'altro, signor Berlusconi, eviti di dire – casomai – che della Sogeat sa poco e nulla, perch・se

Walter Donati fu il socio d'opera, l'altro socio, il finanziatore, documenti alla mano fu l'avvocato

Renzo Rezzonico di Lugano, lo stesso che amministrava le due finanziarie svizzere di cui sopra.

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Insomma, un personaggio che lei conosce e conosceva benissimo. Ora intendiamoci bene. Seppure

possa sembrare irrazionale, la sua scelta di tenere costantemente per pi di 10 anni un profilo

imprenditoriale cos・basso da risultare inesistente potrebbe essere giustificata da un riserbo

caratteriale, da innata timidezza e modestia di cui per・dal 1980 per tutto il tempo a venire fino a

oggi non si trover・pi・traccia. D'accordo, proviamo a prendere per buona questa ipotesi.

Se ・cos・signor Berlusconi, mi usi la cortesia di spiegare all'opinione pubblica la "faccenda

Berruti". Quale?

Le rammento i fatti. Il 12 novembre 1979, a Milano, il capitano della Guardia di Finanza Massimo

Maria Berruti si present・negli uffici di Foro Bonaparte della sua Edilnord, signor Berlusconi, e

interrog・proprio lei sui complicati giri societari e finanziari – farciti di prestanome, come abbiamo

visto – che le avevano permesso di edificare Milano2. Certo ricorda, signor Berlusconi, che lei

rispose al capitano Berruti a questo modo: ォNon sono il proprietario della Edilnord e tanto meno

della Sogeat, Io sono un semplice consulente esternoサ.

Nella relazione su questa ispezione, scritta e firmata da Berruti, risulta cos・ Formalmente, la sua, fu

una risposta ineccepibile, ma nella sostanza una menzogna tonante. Perch・ signor Berlusconi, neg

l'evidenza? Di chi e che cosa ebbe paura? Non certo di Berruti, visto che pochi mesi dopo si

dimetter・dalle Fiamme Gialle e presto diventer・consulente della Fininvest.

Le ripeto la domanda: perch・sostenne di essere un "semplice consulente" delle societ・che avevano

appena finito di edificare Milano2?

A quale retroscena temette di essere associato? Forse si spavent・pensando che qualcuno avrebbe

potuto domandarle chi realmente si celasse dietro i formidabili flussi finanziari arrivati dalla

Svizzera alla Edilnord e alla Sogeat?

Se non ・cos・ spieghi, dica come stanno le cose. Anche perch・ vede, l'allora capitano Berruti (e

attuale deputato Berruti di Forza Italia) nel pomeriggio di quel 12 novembre 1979 torn・a cercarla

nei suoi uffici, signor Berlusconi, e le pose una domanda spiazzante. Berruti le chiese di spiegare

come mai lei, che si era appena dichiarato "consulente esterno della Edilnord e della Sogeat",

ovvero dell'intero affare Milano2, viceversa aveva garantito personalmente – tramite fideiussioni a

diverse banche per importi monumentali – la solidit・di entrambe quelle societ・

Ma come, le fece notare la Gdf, i soci di capitale della Edilnord e della Sogeat erano ufficialmente

svizzeri, cio・i loro capitali erano svizzeri, e per loro garantiva un italiano, Berlusconi? D'altra parte

i fatti erano questi e cos・la Gdf sospett・– ma per poco, fintanto che Berruti non si dimise per

mettersi a lavorare per lei, Cavaliere – che in realt・dietro le finanziarie elvetiche c'era ancora lei,

Berlusconi.

Sospetto pi・che legittimo direi, visto che ancora oggi non si sa, e appunto vengo a domandarle, chi

c'era dietro le varie Eti Holding, Cofigen, Aktiengesellschaft & company. Capisce che se le Fiamme

Gialle erano in qualche modo convinte che alle spalle di quelle sigle spuntava ancora lei, signor

Berlusconi, la questione si complica, e di molto.

Si, perch・a questo punto l'intera rete finanziaria da cui lei ricevette qualcosa come 200 miliardi in

contanti quasi 30 anni fa, anzich・in Svizzera va collocata in Italia. ネ cos・ Dica, ・cos・o si tratta di

una mera fantasia? Non penso di poter tollerare il suo silenzio su questo punto centrale, perch

altrimenti entrerebbero in scena ben altri personaggi e situazioni. D'improvviso si

materializzerebbero i fantasmi che circondano Marcello Dell'Utri, sotto processo a Palermo per

mafia. Lugubri scenari che lei ha un solo modo per cancellare: raccontare tutto, nome per nome.

E' facile: convochi una conferenza stampa

MP

Non molleremo. Insisteremo con ogni mezzo a disposizione di chi fa il nostro mestiere per avere,

una volta per tutte, risposte certe e definitive. Silvio Berlusconi accusa i "pentiti" di essere dei

mentitori prezzolati, accusa i magistrati – al minimo – di strumentalizzare dichiarazioni di

delinquenti che in cambio dei loro "racconti" ottengono benefici di ogni genere, primo dei quali il

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pi・prezioso di tutti: la libert・ nonostante costoro siano responsabili di reati gravissimi, quasi

sempre omicidi. Ebbene, c'・un modo sicuro in mano a Berlusconi per far tacere questa gente e

contemporaneamente far s・che le loro accuse si trasformino in un boomerang: svelare tutti i misteri

che circondano – da sempre – in maniera impenetrabile la sua carriera imprenditoriale. I capitali

"svizzeri" che alimentarono dal '68 in poi le iniziative edilizie del futuro Cavaliere sono limpidi

come l'acqua di fonte? Prego, dica di chi erano, signor Berlusconi. Chi glieli affid・era integerrimo?

Prego, faccia i nomi, cos・sapremo quali onesti, laboriosi e lungimiranti italiani si fidarono di lei tra

la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Ottanta permettendo – grazie all'enorme fiducia che

lei riusc・a ispirar loro – la creazione della Fininvest e di ci・che ne ・seguito. Se lei insiste a tacere

su questi fondamentali riscontri che accrediterebbero immediatamente la sua sincerit・facendo

sprofondare in un abisso di menzogna tutti coloro l'accusano, lei di fatto dona il crisma dello verit

a chi "ricorda" i suoi incontri milanesi con Stefano Bonante, a chi "rammenta" i suoi contatti

finanziari con Francis Turatello, a chi "spiega" la presenza di Mangano a villa San Martino con ben

diverse ragioni dalla cura delle stalle, a chi "parla" d・vorticosi giri di capitali di eroina nella Barica

Rasin・e altro perfino di peggio.

Ha capito, signor Berlusconi? E' facile. ネ l'azione pi・semplice che si possa immaginare. Una bella

conferenza stampa affiancato da qualcuno dei suoi antichi finanziatori sorridente come non mai che

stringe in mano vecchi documenti bancari, e il gioco ・fatto.

Sappia che se dovesse accadere, sar・in primo fila a plaudire un galantuomo.

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domenica 24 ottobre 2010

GRAZIE MILENA

La trasmissione Report di ieri 24 ottobre ha finalmente detto quello che molti sommessamente pensavano: l'Italia è passibile di default, di fallimento.
Le politiche finanziarie poste in essere da questo governo non consentono infatti, in caso di aumento dei tassi finanziari, né di governare il deficit nè, tanto meno e soprattutto, di consentire un nuovo slancio produttivo ed economico.
I tanti governi Berlusconi che si sono succeduti negli ultimi quindici anni non solo non hanno ridotto l'imposizione fiscale ma hanno favorito gli speculatori finanziari, i grandi evasori ed elusori, e hanno dissanguato le risorse destinate agli enti locali impedendo di fatto, entro breve, di fornire ai cittadini servizi di base socialmente necessari, dal trasporto pubblico all'assistenza ai disabili.
A breve, pertanto, assisteremo a un contemporaneo processo che vedrà:
- l'aumento delle tariffe per servizi pubblici
- aumento della disoccupazione (in primis con la non riassunzione dei precari)
- incremento delle imposte locali (per finanziare i servizi non più pagati dallo Stato)
- ricerca disperata di soldi da parte di INPS e Agenzia delle Entrate che si scateneranno sui contribuenti più deboli, ovvero più vessabili
- diminuzione - dilatazione temporale - abbattimento delle prestazioni pensionistiche.
Il tutto non potrà non generare un malcontento sociale che potrebbe sfociare in vere azioni di rivolta e sedizione, anche grazie all'incompetenza gestionale degli episodi locali come nel caso di Terzigno dove l'azione politica viene sostituita dalla pura azione repressiva.
Ringrazio Milena Gabanelli, ideatrice e conduttrice di Report, per aver avuto il coraggio di dire con chiarezza ciò che la stampa, anche quella specialistica economico-finanziaria, generalmente tace per convenienza o connivenza.
 
 

OLTRE IL PARADOSSO

Immaginiamo di avere un governo che mette nel Parco Nazionale del Gran Paradiso una discarica : tempo tre minuti e il nord Italia proclama la secessione.
Invece il buontempone che si occupa della rumenta con ruolo di sottosegretario alla presidenza del consiglio immagina che in un altro Parco Nazionale, sotto il Vesuvio, si possa non solo aprire una discarica, ma metterne due. Tanto è a Napoli, e chissenefrega.
La voce del sud, nella graziosa figura della silenziosissima ministra dell'ambiente, tace.
Penso che basterebbe alzare il telefono, attraversare un corridoio, e dire al sottosegretario "ma sei scemo ? ma lo sai che cosa è un Parco Nazionale? "
E invece no. Il ministro è troppo educato. Tace.
La tv tenta disperatamente di distogliere l'attenzione parlando e straparlando del tremendo episodio di Avetrana.
Non riuscendo a demenziare integralmente gli italiani cerca di annientarli con il lodo Alfano, mascherina tragica di una riforma della giustizia che non interessa il governo ma la Nazione sì, da vent'anni buoni.
Dalla melassa sbuca Marchionne, a dire quello che tutti sanno: se la FIAT non producesse in Italia guadagnerebbe di più.
L'Italia è agli ultimi posti mondiali per produttività. Ci vuole innovazione, modernizzazione.
E sbuca Vendola, cantndo bellacciao, che non è proprio un manifesto di innovazione.
Il paradosso: nè a destra nè a sinistra si intravede qualcuno con un'idea POLITICA.
Ma in compenso tutti vogliono governare.
Mah...

mercoledì 20 ottobre 2010

LIBERALE, VERDE, SOLIDALE

L'incontro londinese tra Fini  e Cameron tratteggia le linee strategica della nuova destra europea che si vuole Liberale, Verde e Solidale.
Liberale, come deve essere per coerenza una "destra" politica in un panorama, soprattutto italiano, in cui tutti si attribuiscono un liberalismo di facciata senza alcuna prassi liberale, in particolar modo il PDL di Berlusconi.
Siamo al paradosso tutto nazionale per cui un vero liberale come Marco Travaglio diviene un'icona dell'opposizione e trova ospitalità solo nelle aree politiche di sicura matrice originaria anti-liberale.
Verde, perchè solo la green-economy, con tutti i processi di innovazione e cambiamento nelle logiche produttive e distributive, così come in quelle culturali e comportamentali, rappresenta una concreta possibilità di sviluppo economico.
Una green-economy, naturalmente, che non viaggi per preconcetti e pregiudizi, che non osservi le opportunità con le fette di salame sugli occhi.
Solidale, perchè il liberalismo con va confuso con il mercatismo o con la logica del puro profitto, e perchè la destra sociale non dimentica che la redistribuzione delle risorse è elemento fondamentale di coesione sociale e di sviluppo complessivo.
Appare immediatamente chiaro il termine del conflitto tra una destra Liberale che si occupa di politica e un governo che si occupa dei problemi del monocrate o del sostegno alla finanza speculativa, di una destra Verde che non può accettare la militarizzazione di un Parco Nazionale ad uso discarica, di una Destra Solidale che non può digerire un federalismo formale troppo orientato al secessionismo, agli egoismi locali e alle paure incapaci di integrazione sociale.
Questa destra, disincagliata dai fantasmi della storia, disamorata delle tragedie causate dalle monocrazie, sinceramente democratica e costituzionale, favorevole all'immunità e contraria all'impunità, orientata all'integrazione e contraria all'emarginazione, attenta all'economia più che alla finanza, capace di rinnovamento e di progettualità, questa destra, dicevo, merita fiducia.
 

lunedì 18 ottobre 2010

L'ANIMA

Un celebre libro del teologo  Mancuso cerca di spiegare in oltre cinquecento pagine il destino dell'anima.
Peccato che l'anima sia indimostrata. Peggio, non c'è.
Partiamo dal fatto che gli animali, i mammiferi certamente ma anche gli altri esseri viventi, pensano.
Il pensiero è la manifestazione dell'organizzazione neuronale.
Nell'uomo il pensiero cerca di rappresentarsi, e ovviamente si rappresenta come incorporeo, cedendo alla tentazione di non definirsi come epifenomeno del corpo, come manifestazione di un'organizzazione chimico-fisica neuronale, ma come entità autonoma, distinta e separata dal corpo, eterea, incorporea.
Cosa che evidentemente non è.
Il pensiero che riflette su se stesso evita di farsi coinvolgere dalle magagne del corpo, che sa essere caduco e destinato alla svaporazione.
Il pensiero, quindi, si autodefinisce come permanente e di lì tende a gratificarsi attraverso l'immortalità che, unito al corpo, gli sarebbe negata.
Se il pensiero è caduco quanto il corpo ne consegue che il suo riflesso, la sua immagine di sè che chiama spirito, è altrettanto caduca e mortale.
A tutti è noto come il corpo influenzi la mente e lo spirito: un malanno o un malessere, un dolore o una malattia, inferiscono consistentemente sulla struttura dell'organizzazione mentale.
La violenza, l'astio e la rabbia di Lutero non sono comprensibili se non si considera l'afflizione di Martino da una stipsi ostinatissima che lo condurrà alla morte.
Quindi il corpo, null'altro che il corpo, è il fulcro delle cose.
La mente è figlia del corpo, il pensiero una manifestazione della mente, lo spirito una rappresentazione del pensiero.
I romani lo avevano ben capito quando affermavano "mens sana in corpore sano", non disgiungendo i due termini, ma accumunandoli in un medesimo organismo complesso.
Poi arrivarono i cristiani, che divisero con l'accetta lo spirito dal corpo, e si scatenarono le nevrosi.
 
 

venerdì 15 ottobre 2010

I NUOVI MISTICI


In qualsiasi periodo di smarrimento etico la mistica corre in soccorso degli intellettuali e dei supposti tali.
Cantanti studiano i mistici Sufi, i Veda vengono sfogliati nelle notti d'autunno, Lao-Tse e Confucio competono per il premio Bancarella.
La ricerca di un'entità ultima coincide con il bisogno della finalità esistenziale.
Ai tempi di Babele tutti parlavano e nessuno si capiva, troppo presi dal proprio egoismo per accettare l'altro e il suo pensiero.
Persino le parole, per eccesso di relativismo, sono diventate complesse avendo bisogno, per essere intese, di una semantica comune, di una struttura cognitiva e neurolinguistica condivisa, di un sostrato culturale - e soprattutto sub culturale - identitario.
La scomparsa dell'identità ha ridotto la lingua ad un farfuglio, la comprensione allo zero.
Quando ognuno crea i suoi propri schemi identitari, quando mille sottogruppi elaborano i propri slang di auto riconoscimento, la comprensione affonda, Babele insorge.
La decadenza dell'occidente si palesa nelle piccole cose e in ogni decadenza si va in cerca di una verità che dia il senso dell'assoluto, del permamente.
Incerti sulla realtà fisica si inciampa, regolarmente, nella mistica, una mistica di conforto che traduca lo smarrimento in speranza.
Ma anche questa ricerca è egoismo, è il binario solipsista dell'autocelebrazione, del distacco dall'altro, del rifiuto di sporcarsi le mani col mondo quotidiano, la nemesi della delusione sociale.
Quando la mistica, o la Fede, è solo ricerca della propria salvezza, disancorata dall'agire pubblico, dal coinvolgimento, dalla ricerca di soluzione sociale, non vale.
Santo è chi scende nella merda per aiutare gli altri ad uscirne, ad alleviare la sofferenza, non chi si barrica nell'eremo gnostico del proprio ego.
In un periodo di smarrimento etico vale ricordare che il Cristo venne a portare la spada.
Oblomov e i suoi italici accoliti, figli del pensiero catodico narcotizzante, possono solo sfinirsi nel gorgo del mugugno.
Gli altri raccolgano la spada, spengano i televisori e scendano nelle strade.
 

sabato 2 ottobre 2010

AGLI AMICI CHE FANNO POLITICA

Il noto giornalista, bersaglio di un temibile attentatore in agguato, rientra in casa.

L'attentatore lo attende sul pianerottolo di casa, ma prima di palesarsi attende che il bersaglio si chiuda alle spalle la porta.

La scorta decide di non prendere l'ascensore ma di scendere dalle scale, e incontra l'attentatore.

La scorta spara un colpo, l'attentatore ne spara due, nessuno viene colpito.

Nessuna traccia di sangue, quindi, per inseguire l'attentatore.

L'attentatore fugge per i giardini intercondominiali.

La scorta da l'allarme.

Ricerche inutili dell'attentatore.

Anni prima lo stesso agente di scorta aveva affrontato un episodio in tutto simile a quello raccontato (porta chiusa, pianerottolo, bang-bang-bang, fuga bucolica, nessun ferito, nessuna cattura).

Alcune riserve sulla pratica di tiro dell'agente di scorta.

Consistenti riserve sulla realtà dell'episodio.

 

Domanda italica per eccellenza: cui prodest ?

Tra le regole della politica ne cito sette che reputo esiziali:

 

1)      Coerenza e mantenimento delle posizioni non rientrano nell'agire politico: la politica è dinamica.

2)      Fare politica in chiave etica è come bere il tè con la forchetta.

3)      Gli elettori decidono in base a meccanismi irrazionali, ai propri desideri e alle paure.

4)      L'identificazione con il leader ha poco a che fare con la ragione e molto col sentimento e la suggestione.

5)      La verità non esiste: il politico manovra le opinioni, non la verità.

6)      Nel format della politica il consenso si ottiene con l'empatia più che con la ragione

7)      Generare mostri, suscitare allarme, è strumento politicamente utile quando si rischia una diminuzione del consenso.

 

O sbaglio ?

senza parole

 
 

ITALIA & VATICANO

Molti amici mi interrogano sul complesso rapporto tra Italia e Vaticano,un rapporto in cui spesso l'ingerenza di Oltre Tevere negli affari interni della politica nazionale italiana è considerata eccessiva.
Come noto lo Stato Italiano nasce come realtà anti Vaticana. Le guerre risorgimentali, concluse con la conquista di Roma, sono essenzialmente guerre di conquista dei territori, dei beni e del potere Vaticano.
Cavour, liberale e massone, era scomunicato e, come lui, molti altri ministri e capi di governo italiani fino al 1929.
Mussolini, con il Concordato, paga al Vaticano 750 miioni di lire (di allora) per i danni di guerra subiti dal papato, introduce nelle scuole del Regno e nei tribunali il simbolo della Croce, fino ad allora assente, e l'ora di religione con docenti retribuiti dallo Stato Italiano.
L'idillio tra Chiesa e fascismo dura fino alla fine della II guerra mondiale, dopo di che il Vaticano ottiene che la Costituzione repubblicana faccia proprio il Concordato.
Nel 1985 il socialista Craxi, grande contributore di Solidarnosc, sigla il nuovo Concordato, che regala al Vaticano l'8 per mille e una vasta serie di agevolazioni fiscali sul territorio nazionale.
Storicamente, quindi, il rapporto tra Vaticano e Italia è piuttosto articolato.
Paolo VI aveva affidato le materie di rilevanza religiosa della politica italiana alla Conferenza Episcopale; Ratzinger ha affidato al Cardinal Bertone, segretario di Stato della Santa Sede, gli stessi compiti, esautorando la CEI governata da Bagnasco e trasferendo i rapporti con l'Italia dal piano etico-religioso (CEI) a quello della politica estera (segreteria di Stato).
I riflessi sono stati immediati, visto che la Segreteria di Stato ha come organo di informazione l'Osservatore Romano, mentre la CEI si basa su l'Avvenire.
L'Osservatore elogia l'attuale governo italiano, la CEI lo critica aspramente.
Al di là di questi elementi, comunque utili per comprendere lo stato delle relazioni, entrambi i contendenti affrontano una medesima crisi.
La Fede è ai minimii storici (il 37% degli italiani si dichiara praticante, ma ben pochi si adeguano alle indicazioni etiche e morali impartite dalla Chiesa).
Il relativismo culturale ha determinato la drastica diminuzione del senso di appartenenza e di indentità collettiva, sia nella Chiesa che nello Stato, favorendo lo sviluppo di egoismo, individualismo e materialismo, ovvero di etiche oppositive rispetto alla "triade" Dio-Patria-Famiglia storicamente determinata come collante popolare.
Dal dopo guerra in poi Santa sede (per bocca della DC) e PCI si sono scontrate nella ricerca del consenso "sullo stesso mercato".
Entrambi i contendenti, infatti, si rivolgevano alle masse popolari.
Con la caduta del Muro di Berlino, la scomparsa del comunismo, la socialdemocratizzazione del PCI, l'unica "forza" di ispirazione socialista e popolare è rimasta la Chiesa, forte del fatto che la proposta cristiana originaria è decisamente comunisteggiante (gli ultimi saranno i primi, socializzazione dei mezzi di produzione nelle comunità originarie ecc.).
Ma tutte le forze in campo, Chiesa e partiti populisti, hanno perso il rapporto con il loro "mercato", sostituiti da consumismo e mercatismo.
I partiti politici - tutti, nessuno escluso - sono i più deboli: non prospettano ideologie capaci di smuovere entusiasmi, non hanno idee alternative nella gestione della prassi e della congiuntura, e di conseguenza accettano, quando non ricercano, di buon grado una spalla di sostegno presso la Santa Sede.
Le reciproche debolezze, che sono debolezze di Fede, Fiducia e Carisma, muovono i protagonisti all'alleanza.
Un'alleanza per la sopravvivenza.
In questa fase, più che mai, è impensabile che la politica nazionale si discosti dall'orientamento etico vaticano e il Vaticano, a sua volta, non perde occasione per mostrare la sua forza rispetto alla politica italiana.
A meno che Cavour non risorga dalla tomba, a meno che il Governo non affronti la diplomazia vaticana con le stese logiche con cui affronterebbe un'altra diplomazia estera, ribattendo alle ingerenze estere con azioni diplomatiche durissime  fino alle conseguenze belliche di un disaccordo intenso, a meno che il Paese non si trovi di fronte ad una calamità assoluta (invasione, devastazione, guerra) è certamente improbabile che il quadro muti.
Di novelli Cavour all'orizzonte non se ne vedono, quindi restiamo a guardare questa commedia recitata da poteri sempre più deboli, che rendono sempre più debole, frantumata e incerta la collettività.