giovedì 30 settembre 2010

ELOGIO DI CAINO

Il peccato originale, anche per la Bibbia, coincide con l'uccisione di Abele da parte di Caino.
L'aggressività, non la sessualità, è il vero demone con cui confrontarsi.
Forse non fu Caino a uccidere Abele, forse fu Abele a uccidere Caino, per poi diffondere la notizia inversa, salvando la faccia, la reputazione e godendosi una nuova identità. Ma quello era un Abele moderno, vicino ai servizi di intelligence.
L'aggressività, l' homo homini lupus di Hobbes, il buon filosofo inglese sinceramente democratico ma troppo pragmatico e oggettivo per essere considerato democratico dai democratici,usi da tempo immemore a mascherare e traviare l'oggettivo attraverso il politically correct.
L'aggressività, che si studia a scuola attraverso millenni di guerre, invasioni, assassini, congiure.
L'aggressività pragmatica di Sun Tzu e Von Clausewitz. che traducono in modelli tattici la natura umana.
Che di natura si tratta, malleabile ma non modificabile, orientabile, ma insita nel genoma della specie.
Così le guerre le vincono gli eserciti, non le crocerossine e neppure i netturbini.
Aggressività e politica, politica e magistratura, politica e finanza : lotte di potere esercitate mediante la forza, col supporto degli scherani mediatici.
Forza che dopo la caduta del muro di Berlino si è tradotta in modalità diverse (energia, economia, finanza) che affiancano, e a volte si sostituiscono, al conflitto armato.
La Cina invade di merci l'occidente e di fabbriche l'Africa.
La Libia e l'Arabia invadono l'occidente con  la finanza dei Fondi Sovrani.
Francia e Germania, da sempre perno delle guerre a noi note, usano la U.E. per ampliare i confini geografici di influenza, ancora legate a modelli napoleonici, a sindromi di Yalta superate dai nuovi mezzi della finanza e della tecnologia.
Gli Americani dichiarano guerre che non sanno combattere, avendo pensato di sostituire l'aggressività con la tecnologia e perdendo davanti a eserciti poveri e scalcinati, ma motivati e aggressivi.
La Russia invade con l'energia, l'India con la tecnologia.
Nuovi modelli economici si impongono, mandando in soffitta il capitalismo liberale, imponendo il capitalismo statuale dove si arricchisce chi fiancheggia la strategia di invasione sviluppata del potere.
La finanza detiene il potere, la politica annaspa, la democrazia è un rito senza sostanza.
Sono cambiati i mezzi, non la natura delle persone, non la natura del potere.
In guerra vince il più forte. Caino uccide necessariamente Abele, trasformandosi a sua volta in Abele, circondato da nuovi Caini e così via.
Il resto è folkolre, marketing della comunicazione politica, mistificazione su parole d'ordine bellissime - pace, democrazia - quanto prive di significato, tese unicamente a camuffare la realtà.
In mezzo a un mondo impegnato in decine di guerre non dichiarate ma combattute, la società civile si imbelletta di buoni propositi, si veste da Abele e si offre a Caino.
Segue i pifferai magici della bontà mentre mille Caini si preparano a divorarla.
Dovendo scegliere, dovendo vivere, conviene rivalutare Caino.

martedì 28 settembre 2010

MINIMA MORALIA

GNOCCA ASSASSINA
C'è in giro una bionda pericolosa. Ha prima preso d'assalto un ricchissimo presidente calcistico, facendosi intestare numerose risorse e conducendolo quasi sul lastrico. Poi ha fatto invaghire un importante personaggio politico, conducendolo gradualmente verso inevitabili dimissioni.
Naturalmente la bionda non ha agito da sola: mamma e fratello si sono prodigati per succhiare le risorse succhiabili dai malcapitati boy-friends.
Del babbo non si hanno notizie: si vede che a succhiare era il meno abile.
Fulgido esempio di coesione famigliare e di moralità, memento eterno del detto che tirapiùdiuncarrodibuoiinsalita
 
SINDROME BIPOLARE
In psichiatria viene spesso confusa con la schizofrenia, ma anche in politica accade la stessa cosa.
Il bipolarismo ha portato il paese alla pazzia.
Ora Cacciari, Fini e Casini potrebbero dare luogo a un terzo polo nel tentativo di curare il malato per nulla immaginario..
E se si provasse con l'elettroshock ?
 
PROFUMO DI GERONZI
Geronzi dice di aver fatto una grande cosa per il Paese insieme a Profumo, fondendo Banca di Roma con Credito Italiano.
In effetti oggi il titolo Uncredit vale si e no la metà di quando avvenne la fusione, e BDR fu valutata circa 17 miliardi rispetto ad un valore effettivo di 4.
Non so se il Paese ne abbia tratto vantaggio, ma Geronzi sicuramente sì.
Oggi il benefattore Geronzi vorrebbe unire i destini di Mediobanca e Generali.
Aiuto !

domenica 26 settembre 2010

SODOMINPS

La notizia è stata data alla chetichella, buttata lì, in mezzo alle altre, come se si trattasse di una bagatella da decima pagina.
Dal 1 gennaio 2011 chi avrà maturato i requisiti per andare in pensione dovrà aspettare 12 mesi, alias un anno, prima di ricevere il primo assegno.
I 12 mesi, naturalmente, si calcolano dal termine dell'istruttoria.
A dirlo è l' INPS, con il supporto del governo e il silenzio assenso delle organizzazioni sindacali, da sempre vicine alle necessità dei lavoratori e dei pensionati.
In un paese normale i lavoratori darebbero l'assalto alle sedi INPS su tutto il territorio nazionale, appiccherebbero fuochi sacri usando per materiale combustibile i dirigenti dell'istituto pensionistico, farebbero barricate in strada, chiederebbero indietro i loro soldi, voterebbero per Mao Tse Tung.
Qui no.
Non un rantolo, un fiat, niente.
Tutti presi a lambiccarsi il cervello sull'effettiva proprietà dell'appartamento di Bvd. Princesse Charlotte, gli italiani erano così concentrati da non essersi accorti di aver preso un siluro tra le chiappe.
Sarà che a prenderlo nel sedere i lavoratori italiani sono abituati, sarà che ormai non ci fanno più caso.
O non sarà che gli piace ?
 
 

venerdì 24 settembre 2010

LA FABBRICA DEL FANGO

Comunque vada a finire sarà l'Italia intera a fare una miserrima figura.
Poco importa ormai se la lettera di St Lucia sia vera o no: se è vera Fini deve sparire, se è falsa Berlusconi se ne deve andare.
In entrambi i casi le Istituzioni hanno ricevuto una ferita mortale, e con loro il Paese.
Un Paese dove le aziende chiudono e la disoccupazione aumenta.
Un Paese dove l'INPS non sa se avrà i soldi per pagare le pensioni nel 2011.
Un Paese dove la camorra della monnezza rialza la testa, lanciando un pesante segnale al governo.
Un Paese dove il partito di maggioranza relativa viene messo all'opposizione in Sicilia, lasciandosi alle spalle anni di alleanze strategiche ormai cambiate.
Un Paese dove la Scuola e la Sanità sono allo sbando, dove mancano investimenti sui trasporti, dove l'ombra della ndrangheta pesa sull'Expo milanese.
Un Paese dove le ragazze più fortunate e carine possono guadagnare mercificandosi sulle chat erotiche, o come hostess, modelle o wing-woman.
Un Paese che rilascia diplomi e lauree prive di competenza e di conoscenza.
Un Paese dove manca il rispetto di sé e degli altri: dove tutti sono intenti a misurarsi sulla quantità di spesa e sull'apparire, resi schiavi dalle tv commerciali.
Un Paese inquinato, senza progetti di sostenibilità ambientale.
Un Paese succube della finanza speculativa, senza progetti di economia sociale e sostenibile.
Un Paese di sudditi, sganciato dai salari europei, abbarbicato in difesa di interessi corporativi, che schifa il sostegno agli umili.
Un Paese bloccato da decenni in attesa di risolvere i guai giudiziari di uno che ha fatto troppi soldi per essere normale.
Un Paese barricato in difesa di interessi individuali o di casta pesantemente contrastanti con gli equilibri dei poteri.
Le cose che non funzionano sono troppe per non pensare che ci troviamo di fronte al Collasso di Sistema.
Occorre un Progetto.
Un'economia della  Shar'ia rivolta al sostegno delle opere concrete e al benessere di chi lavora.
Un nuovo rispetto individuale, una diversa consapevolezza del sè.
Un vero rispetto per la donna che sostituisca la sua mercificazione.
Un vero rispetto per i bambini, per costruire il futuro nella sincerità e non nei modelli di consumo.
L'abbattimento delle fabbriche della spesa, aperte tutti i giorni, feste comandate incluse.
L'abbattimento delle fabbriche del fango, per il ripristino della moralità, dell'etica e della decenza pubblica.
Un progetto di green-economy per ridare l'acqua al pubblico, rendere l'aria respirabile, produrre energia pulita, usare le biomasse.
Un progetto culturale basato sulla persona e non sui consumi.
Certo, sembra impossibile.
Finché non ci si prova.
 
 

domenica 19 settembre 2010

cordone ombelicale

Giorni fa parlavo con D.
D è un uomo di 44 anni, non proprio un "pischello".
Mi raccontava di sognare ogni notte sua madre, scomparsa circa un anno fa.
Mi raccontava di sua sorella che dice di parlare con sua madre (in trance) e che la mamma è tanto preoccupata per lui.
Mi diceva che lo conforta il fatto di essere convinto che quando lui morirà potrà riabbracciarla, la mamma intendo.
Ho espresso le mie perplessità.
Se tutti dovessero riabbracciare i genitori, l'altra vita sarebbe una specie di orgia, dove tutti sono abbracciati, fino alla cellula primigenia.
Ovvio: la razionalità nulla può rispetto all'affetto.
Il pensiero laico non sostiene la speranza.
Ma siamo sicuri che si tratti di affetto ? O non è forse paura, intima consapevolezza di debolezza ?
Anche F, una donna che ha la stessa età di D., mi scrive dei suoi genitori, della sua preoccupazione relativa al loro invecchiamento.
Giuste preoccupazioni di una figlia affezionata, o qualcosa d'altro ?
Voglio dire : ma quando crescete, ragazzi ?
Quando decidete di vivere la vostra vita, recidendo il cordone ombelicale, il senso di protezione, l'ombrello perdonatutto dei genitori ?
Non sto dicendo che non bisogna amare i genitori.
Sto dicendo che bisogna imparare a vivere da adulti, acquisendo la propria consapevolezza, la propria responsabilità.
Nuotare nel mare profondo della vita senza bisogno del salvagente con l'ochetta.
Si fa un gran parlare di "mammoni" trentenni, ma le conversazioni con D e le lettere di F mi fanno pensare che il processo di "mammonismo"  sia un processo di lunga data, forse alla base del perenne sonnambulismo sociale italiano, fonte della sindrome di Oblomov che sembra attecchire in maniera prodigiosa lungo la penisola.
Il "Mammonismo" si è interrotto in Italia per un breve, laconico, istante: figlio delle letture on-the-road, di una politica "sovversiva" che rinnegava il padre, delle poesie di Corso, delle canzoni di Dylan, delle Opinioni di un Clown scritte da Enrich Boll, delle canzoni di Gaber.
Ma è stato un istante. Un istante sociale.
Un istante che ha coinvolto i nati negli anni '50.
Poi "puff !", l'istante è sfumato, volatilizzato come un peto in una giornata di vento, e la società italiana è tornata a rinchiudersi nel caldo e soffocante abbraccio delle mura domestiche, degli agnolotti della domenica, delle partite a carte dopo il panzo di Natale, nella Tombola di Capodanno, nella rete asfissiante delle telefonate di mammà proprio mentre stai sedendoti a tavola, nei chiacchiericci dei telefonini per sapere come stai, hai mangiato, che tempo fa, ti diverti ?
Una rete ipnotica dove l'affetto è prigionia, dove la libertà è sempre condizionata, dove non si sceglie di vivere ma si resta a un tiro di schioppo dalla caverna originale.
Ovvio che una società simile non abbia alcuna possibilità di crescita.
Ovvio che il "tengo famiglia" si traduca in familismo, in nepotismo, in raccomandazione, alla faccia della meritocrazia.
Confondere l'Amore con il Condizionamento è il cancro della società italiana, il suo limite iniziale allo sviluppo; sviluppo che è in primo luogo delle coscienze, non della tecnologia.
Se il "west" avesse dovuto essere conquistato dagli italiani sarebbe ancora popolato da bufali e da Sioux.
Magari non sarebbe un male, ma la storia è andata diversamente.
La Storia è dinamica.
La "famiglia", intesa italicamente, è estremamente statica.
La rete delle famiglie è una palude di sabbie mobili, il compromesso dell'accomodamento che non consente di volare con le proprie ali.
La "famiglia", così intesa, è il vero problema della crescita di questa, nostra, società.
 
 

giovedì 16 settembre 2010

Europa e Rom : fine di un sogno

Parole grosse volano tra Parigi e Bruxelles, con tappa a Strasburgo, rimbalzando tra Madrid, Praga e Roma.
La questione dei Rom travalica i campi nomadi e le cattive abitudini di chi li abita.
L'Unione non ammette discriminazioni di razza, ma questa nobile ammissione di principio apre le porte a una nuova e ben peggiore discriminazione, quella di casta.
I poveri hanno la tendenza a cercare soluzioni fantasiose per mettere insieme il pranzo con la cena, spesso a danno dei meno poveri, meglio se ricchi.
Gli emarginati hanno la pessima abitudine di mettersi contro al potere costituito.
Insomma, i poveri e gli emarginati strappano il velo ipocrita della società perfetta che il sistema Europeo vorrebbe spacciare per vita reale.
L'Unione Europea, organismo perfettamente burocratico, tende a normare tutto il normabile, compreso l'inutile, per giustificare la propria esistenza.
E' un' Europa occhiuta, cieca, sorda, spesso frustrante, che non prevede che le cose possano andare male, e tanto meno possano andare in maniera diversa da come la norma le prevede.
Il sogno burocratico europeo è una società omogenea, tremendamente piatta, in cui tutti fanno le stesse cose nello stesso modo, con gli stessi mezzi e metodi, piallati sul sistema di sostegno alla valuta europea. Una società di tipo robotico, del consenso silenzioso, basato sul non conflitto sociale in cambio di un welfare sorridente.
Nel momento in cui la congiuntura economica mette in crisi il welfare sorridente il gioco salta e le tensioni esplodono.
I Rom sono brutti, sporchi e cattivi perchè non lavorano, non seguono modelli culturali preordinati, cantano fuori dal coro.
Oggi i Rom sono indicati come pericolosi per alcune società.
Domani lo saranno i poveri, quando la fine del lavoro porterà masse ingenti di persone oltre la soglia di povertà sulla quale finora si dibattono.
Il cane si morde la coda inutilmente.
Il problema non sono i Rom.
Il problema è il modello sociale basato sul lavoro.
Se il lavoro viene a mancare crolla il castello, salta il tavolo, i conti non tornano, il welfare scompare: molti i segnali che vanno in questa direzione.
L'Unione è nata monetaria, ha messo il suo destino nelle mani dei banchieri, e i banchieri hanno ucciso la classe media, vera colonna portante di qualsiasi società complessa.
L'Unione non prevede la povertà tra le possibili categorie sociali, o meglio la comprende nella misura massima del 5% : sopra quella soglia si apre uno scenario catastrofico per la contabilità erariale.
Le parole grosse a proposito dei Rom sono l'anticipazione di parole ancor più violente destinate al problema della povertà e dei poveri.
La deriva europea è intuibile: i Rom sono un pretesto, facile e populista, ma sono la punta dell'iceberg.
Se è vero, ed è vero, che il pesce puzza sempre dalla testa il centro della questione è strutturare il modello sociale a sostegno della riqualificazione della classe media.
Redistribuire gli ingenti profitti dei finanzieri e degli speculatori a sostegno degli artigiani e delle piccole imprese.
Normare le relazioni commerciali favorendo le imprese locali e non quelle globali,nella produzione come e soprattutto nella distribuzione, vero killer della piccola impresa.
Ma su questo fronte non si sentono nobili parole a Bruxelles, a Parigi, a Praga, a Madrid o a Roma.
Molto più facile prendersela con i Rom.

IO .. CHI ?

Hai una bella faccia tosta, non c'è che dire. E continui a dire io, io, io.
Senti questa.
Mio padre conobbe mia madre perchè il suo amico Dino conosceva Vittorio, che per una lira mangiava una mosca.
Se Vittorio non avesse mangiato le mosche Dino non avrebbe avuto motivo di farlo conoscere a papà.
Papà andò in guerra contro gli inglesi in Africa orientale con gli alpini (ridi ridi, lo so che sembra strano) e Vittorio fu catturato a Tobruk. Gli inglesi spedirono entrambi a Yol, che oggi è dalle parti del Pakistan. Tornati dalla prigionia si ritrovarono e papà si innamorò della sorella minore di Vittorio, che divenne mia madre.
Nacque subito mio fratello, cantierizzato credo in luna di miele; poi passarono cinque anni prima che una sera d'estate fosse complice dell'amore dei miei e, con una probabilità su un miliardo, quello spermatozoo si intrufolasse in quell'ovulo dandomi il mio aspetto.
Superfluo dire che mio fratello è alto, con capelli e occhi chiari, e io sono basso con capelli e occhi scuri: insomma si fa fatica a credere che siamo fratelli.
Stai facendo il calcolo delle probabilità ? Stai provando a giocare con la serie di possibili incontri che avrebbero potuto accadere e cambiare tutta la storia?
No ? Allora vado avanti.
Andai in una certa serie di scuole e così conobbi persone che diventarono amiche solo perché il caso ci aveva messe nella stessa aula, in un certo quartiere di una certa città.
Diventai animatore solo perchè i miei conoscevano una famiglia in cui una figlia lavorava per un club turistico, altrimenti forse avrei fatto il musicista o il poeta, o lo speleologo, vai a sapere.
Mi occupai di line aeree perché quando ero animatore conobbi un dirigente di linee aeree: se lui fosse andato in vacanza da un'altra parte non credo mi sarei occupato di trasporti.
Conobbi Sharon su un volo tra New York e Milano, che lei prese al volo perché arrivava da Los Angeles, e se lo avesse perso l'intera esistenza sucessiva sarebbe stata inevitabilmente diversa. Magari avrei sposato la figlia del verduriere o quella del primario o l'agente di viaggio svizzera, o qualcuna che neppure ho mai incrociato.
Riproviamo:
Stai facendo il calcolo delle probabilità ? Stai provando a giocare con la serie di possibili incontri che avrebbero potuto accadere e cambiare tutta la storia ?
All'incredibile quantità di possibilità alternative che il caso non ci ha presentato ?
Andai a vivere in Monferrato perchè qualcuno aveva pubblicato su quel numero di Smart quella fotografia che attirò la mia attenzione proprio quando Carlo aveva parlato con Fabio facendo il mio nome per la cattedra di marketing a Torino, così ci trasferimmo e la vita cambiò nuovamente seguendo quella che chiamavo opportunità ma che altro non era che il caso travestito.
In tutto questo, io come te e come quasi tutti gli altri, ho sempre immaginato di essere in qualche modo attore protagonista della mia vita.
Che ridere !
Poi ho studicchiato la fisica delle particelle subatomiche, e ho scoperto che tutti i loro scontri, e le reazioni che quegli scontri determinano fino alla creazione della materia dallo scambio di energia, sono fortuiti, incidentali e casuali.
E non mi stupirei che le particelle subatomiche si chiamassero per nome e si definissero con un sorprendente "io".
Come noi, come te, come me.
Il caso, amico mio, governa l'universo.
Il resto è adattamento.
Altro che "io".
 
 

sabato 11 settembre 2010

LA NAUSEA

Una scorpacciata di cose di cattivo gusto non può che avere un risultato fisiologico: la nausea.
Un mese trascorso ad acoltare e leggere colpi bassi e lotte accanite per uno strapuntino di potere determina lo stesso effetto.
Nausea, repulsione rispetto all'argomento.
L'osceno livello raggiunto dalla partitica italiana tra agosto e oggi non ha eguali nella storia nazionale, e come sempre i polveroni alzati in un mese normalmente dedicato a ritemprare le energie assume, col senno di poi, un altro significato.
I contendenti hanno molte cose da nascondere, da far dimenticare.
Berlusconi ha un governo che zoppica vistosamente: l'unico ministero che produce risultati visibili è guidato da Maroni, gli altri sembrano essere inattivi, con l'esclusione del ministero della giustizia (impegnato a combattere politicamente la magistratura e a risolvere le rogne di Berlusconi) e dell'istruzione (impegnato in una riforma ideale sulla carta e catastrofica nell'applicazione).
Anche il ministero della sanità fa parlare ogni tanto di sè: prima con le campagne di vaccinazione per una pandemia che non c'è, poi per le ripetute follie in sala parto sparse democraticamente sul territorio nazionale: possibile che i medici siano impazziti tutti e nello stesso momento ?
C'è poi il Ministero di Tremonti, uomo PDL così vicino alla Lega da far emergere il sospetto che il ministro giochi per sé e non per la squadra.
In pratica nel governo funziona solamente una parte, quella affidata agli uomini della Lega, mentre la sezione di competenza di Forza Italia ha per obiettivo il tenere in piedi il Capo, con obiettivo secondario la frantumazione dello Stato Sociale costruito nel dopoguerra.
I ministri ex AN brillano per l'inazione, capitanati da un La Russa più preso dall'interpretazione del ruolo che dall'agire politico.
I casi imbarazzanti si moltiplicano, e sono messi sotto silenzio le trame della Cricca, i massaggi di Bertolaso, i dossier campani, gli interessi privati di Verdini, l'appoggio esterno alla mafia di Dell'Utri, le cenette con Carboni,le amichette del Presidente,  giusto per ricordare i più noti.
Sul fronte scissionista è chiaro l'obiettivo di minimizzare "l'affare Montecarlo", per nulla chiarito, spostando l'attenzione su idealità dell'etica politica. Fiumi di belle parole a Mirabello, ma resta il fatto che il nulla tenente cognato di Fini vive a Montecarlo, in casa ex AN venduta a società fantasma offshore e gira in Ferrari, e che la suocera dello stesso Fini ha contratti milionari con la RAI a fronte di una dubbia professionalità curriculare.
In questa situazione di assenza istituzionale, che ricorda vagamente l' 8 settembre 43, Federmeccanica straccia il CCNL vagheggiando un ritorno al cottimismo (più produci più ti pago) di stampo cinese. La scusa, come sempre, è quella della globalizzazione.
Quello che non si dice è che le aziende italiane producono male non per colpa degli operai ma perchè spesso organizzate in modo inefficace e inefficiente rispetto alla concorrenza europea.
Ma è più facile scippare gli operai dei loro salari e delle garanzie che ripensare i modelli produttivi e fare nuovi investimenti in ricerca e sviluppo.
In questo tourbillon di nefandezze ecco tornare alla carica l'antico motto "panem et circenses" dell'impero romano.
Mentre il grande business dell'expo 2015 di Milano mette il silenziatore alle infiltrazioni della 'ndrangheta, nella città ex capitale morale accade qualcosa di palesemente poco morale. Inter e Milan vanno a braccetto verso il monopolio del mercato calcistico, e dei ghiotti interessi televisivi ad esso collegati.
E' in corso un grande business che triangola tra Milano, Spagna e Inghilterra, con riciclaggio di stelle cadute (Ibrahimovich ex Inter al Milan, Kaka ex Milan all'Inter, Balottelli ex Inter a Mancini e poi al Milan) dove il sospetto è che gli stessi nomi iscritti più volte a bilancio delle rispettive squadre servano in qualche modo a risistemare i bilanci in virtù della legge salva calcio voluta da Berlusconi, con fiumi di denaro virtuale che si spostano nelle capitali della finanza europee, in un percorso carsico che prima o poi ne farà sparire una parte.
In questa chiave di lettura si capiscono meglio le esternazioni estremamente aggressive della dirigenza juventina (fuori dai giochi milanesi per antica incompatibilità industriale) e il crollo finanziario dell'Impero dei Sensi (la Roma, colpevole di giocare diversamente nel mondo immobiliare, fagocitata da Unicredit e, per default, da Gheddafi socio maggioritario di Unicredit).
Da che Berlusconi è in politica non c'è più alcun settore che non sia stato travolto dagli interessi economici e finanziari del Presidente del Consiglio, un Presidente che utilizza tribune internazionali non per elogiare il Paese che governa ma per criticare Magistratura e Istituzioni del suo Paese: neppure Videla aveva raggiunto livelli così infimi.
Quando un Governo si trasforma in un comitato d'affari non può non mettersi in movimento una rivolta, una reazione.
Un timido, primo avvertimento è emerso a Torino durante la Festa del PD, ed è chiaro che si tratta della punta dell'iceberg.
Per risolvere questa angosciosa situazione ci sono solo due modi: il primo è tornare alla politica, il secondo è resettare il quadro anche a suon di sganassoni.
E siccome la politica è assente si può esser certi che in autunno voleranno schiaffoni pesanti.
 
 

venerdì 3 settembre 2010

LA STRATEGIA DEL GAS

Pochi anni or sono l'ex cancelliere tedesco Schroeder, terminato il suo percorso politico, accettò l'incarico di amministratore delegato di una società russo tedesca, a maggioranza Gazprom, incaricata di sviluppare il progetto del gasdotto baltico, un progetto che scavalcando la Polonia e l'Ukraina, territori non sempre favorevoli alla politica di Mosca, porterà la Germania ad essere la testa di ponte dell'energia per l'intera vecchia Europa continentale.
E' noto che l'ingresso di Romania e Bulgaria nell' U.E. ha per fondamento il controllo dei gasdotti che, dopo avere attraversato il Mar Nero, raggiungono i confini orientali dell'U.E..
Il benestare tedesco all'ingresso in U.E. dei paesi balcanici, non propriamente noti per efficienza industriale ed economica,  arrivò dopo che alle imprese tedesche furono assegnate le cantierizzazioni dei progetti e i relativi accordi di partnership strategiche inter governativi, che poi vuol dire il controllo dei rubinetti del gas a favore di Bonn.
Anche in quell'occasione fu Schroeder, allora cancelliere, a pilotare gli accordi politici.
Sul fronte dell'accesso energetico meridionale molto si è dibattuto relativamente all'ingresso o meno nell'U.E. della Turchia.
Al di là dei dibattiti surreali relativi allo status costituzionale o religioso di Ankara o sul rispetto dei diritti umani, dove per l'Occidente Ankara è sempre la protagonista del drammatico film "fuga di mezzanotte" che consiglio vivamente di rivedere, la contrarietà tedesca deriva dal non voler integrare un possibile competitor energetico, visto che l'Anatolia diventrebbe il "gate" di ingresso energetico dall'Iran e dal vastissimo territorio turcomanno, kazako e uzbeko in cui si stanno svolgendo drammatiche lotte di potere tenute graziosamente sotto silenzio dalle diverse stampe governative occidentali.
L'accordo italo-libico, approvato in Parlamento da PDL e PD congiuntamente, con il forte sostegno di D'Alema, segna l'ingresso dell'Italia nel business vero dell'energia.
Ed è un business che ha avuto bisogno dell'autorizzazione di Mosca, attuale fornitore primario di energia per l'Italia, e dell'amicizia di Ankara.
Berlusconi ha una montagna di difetti ma le relazioni intessute con Putin, Medvedev, Gheddafi e Recep Tavviv Erdogan (a cui è rimasto in mano il cerino esplosivo del posizionamento strategico di Ankara nel complesso scacchiere medio orientale ed europeo) hanno portato ad un risultato.
Che sia poi un risultato apprezzabile è tutto da dimostrare.
L'accordo con Tripoli, diversamente dalla partnership Bonn-Mosca, implica infatti una netta "mediterraneizzazione" dell'Italia, avvicinandola bruscamente all'Africa e distanziandola dalla Mittel Europa che per anni ha rappresentato l'obiettivo di integrazione italiana con l'U.E.
L'accordo favorisce l'ingresso dei capitali libici nelle operazioni industriali e finanziarie italiane di carattere strategico, impone la costruzione di infrastrutture pesanti sul territorio libico con oneri esclusivamente italiani, modifica di fatto la strategia politica ed economica nazionale imponendo un occhio di riguardo più alle motivazioni della Lega Araba che non a quelle della Nato, con tutte le conseguenze che questa drammatica virata può comportare.
Una virata che, rispetto alle relazioni intra europee e atlantiche, potrebbe tradursi in una "scuffiata", con relativo rischio di affondamento del vascello italico.
Ancora, diversamente dall'accordo stipulato tra Schroeder e Putin che è in definitiva un accordo paritetico, quello siglato tra Berlusconi e Gheddafi definisce una netta prevalenza del secondo rispetto al primo, come a dire che da ieri Tripoli tiene l'Italia per la gola, ed è libera di aumentare o ridurre la pressione sulla carotide a proprio piacimento.
Per ora Gheddafi si è limitato a qualche sceneggiata di prova, mettendo a dura prova le consuetudini della diplomazia e le redazioni filo governative, impegnatissime a trasformare il despota di Tripoli nel brutto anatroccolo della famiglia degli angeli.
Ma l'uomo è istrionico e volubile, e non sembra saper porre limiti alla propria tracotanza, specialmente quando sa che l'interlocutore ha le brache calate e il cappello in mano.
 

giovedì 2 settembre 2010

LA FINE DI DIO

(ANSA) - LONDRA - La creazione dell'universo si puo' spiegare anche senza l'intervento di Dio, come dimostrato dalle ultime scoperte scientifiche. Lo sostiene lo scienziato britannico Stephen Hawking nel suo ultimo libro 'The Grand Design', di cui il Times pubblica alcuni brani. La creazione dell'universo, scrive Hawking, e' stata semplicemente una conseguenza inevitabile delle leggi della fisica: 'Poiche' esistono leggi come quella della gravita' l'universo puo' essere stato creato dal nulla'.

Forse i nostri figli, e più di loro i nosri nipoti, potranno finalmente liberarsi dall'oppressione del concetto di dio. Forse, ed è un augurio sincero di libertà, potranno trovare nella consapevolezza della ragione l'equilibrio del vivere comune, del costruire insieme un nuovo modello sociale. Il concetto di dio, e il potere che ad esso si è inestricabilmente collegato, ha per millenni ostacolato il progresso scientifico, inibita l'espressività individuale, censurato l'arte e il pensiero, condannato la difformità, oppresso il genere femminile. Un pensiero oppressivo, costellato di sensi di colpa, penitenze, violenza e aggressività. Senza l'oppressione di dio potrà svilupparsi un'umanità serena, consapevole, razionale, equilibrata. Un'umanità finalmente libera, capace di costruire da sé e per sé le regole della convivenza, non governata dal panico dell'inferno, dall'ossessione del peccato, dal mistero della morte. Un'umanità senza martiri, un'umanità senza stendardi di guerra che proclamano "dio è con noi". Che liberazione !

IL SENSO DELLA VITA

Da qualche parte nel Corano si dice che la vita è un purgatorio in cui gli uomini sono chiamati a perfezionarsi e purificarsi per accedere al paradiso o finire all'inferno: una specie di torneo con relativi premi e punizioni.
Sarà che ho letto il Corano in traduzione italiana, perchè le sfumature dell'arabo antico mi sfuggono, ma l'idea di essere stato inserito in un gioco a premi senza averne fatto richiesta mi secca oltremodo.
La tradizione cristiana non è da meno: non fai tempo a nascere che sei già macchiato da un fantomatico peccato originale, una cosa che avrebbero compiuto due ominidi millenni fa, e che grava ancora come un macigno sull'umanità. Da qui il fatto che devi passare una vita di espiazione, per una roba che tu manco sai cos'è.
Pura follia.
Nel buddhismo si dice che siccome la vita è sofferenza e la sofferenza è data dal desiderio, bisogna abolire i desideri per non soffrire: annullare il corpo (insana fonte di desideri quali la fame e la copula) per congiungersi idealmente alla complessità dell'universo.
Affascinante teoria, ma che non spiega perchè si debba ostacolare un corpo che è l'unica cosa che ci consente di esistere.
Le religioni si sforzano di dare un senso alla vita, il premio, il paradiso, il nirvana che sia.
Ma il senso, a ben guardare, è lontano dall'essere comprensibile.
La vita scorre per imitazione e per contrasto: si rifà a riti e abitudini e necessità, al di fuori delle quali è dura trovare qualcosa da fare.
Da milioni di anni ogni individuo che viene al mondo fa e rifà le stesse cose,e a seconda dell'età e dello sviluppo fisiologico scopre o dimentica certi piaceri, come se ogni individuo fosse sempre il primo a scoprire le pulsioni, l'unico a conoscerle.
Una specie di gioco teatrale, in cui la parte è sempre la stessa, ma il provino è proposto a miliardi di aspiranti attori.
Insomma, sa di presa in giro.
Per cui se la vita è una presa in giro, o una combinazione di abitudini e necessità fisiologiche, l'intera storia della filosofia va gettata nel cesso.
L'intero pacchetto delle religioni fa resettato.
Tutto ciò che ha cercato, o cerca, di dare un senso a ciò che senso non ha va ignorato.
Se riuscissimo a farlo probabilmente ci siederemmo davanti a un fuoco e ci domanderemmo: e adesso a che cosa possiamo pensare ?
E presumo che non troveremmo risposte neppure a quella domanda.

mercoledì 1 settembre 2010

SBARACK OBAMA

7 anni di combattimenti. 4 mila morti.
Questo il rendiconto della presenza statunitense in Iraq.
Provate a dire ad alta voce "BANG - UNO", "BANG - DUE" e andate avanti fino a quattromila... non è divertente.
Innumerevoli e anonime le vittime irachene.
Sere fa ho rivisto "The deer hunter", in italiano Il Cacciatore, strarodinario film di Michael Cimino, con un altrettanto fantastico cast: il Vietnam, la fuga apocalittica, l'assalto all'ambasciata USA di chi voleva sfuggire a un destino certo e atroce.
Parallelismi, somiglianze che le guerre si portano addosso.
Oggi Barack Obama sbaracca le truppo dall'Iraq, e promette di fare la stessa cosa il prossimo anno in Afghanistan.
E' dai tempi della guerra in Corea che gli USA prendono legnate su tutti i fronti, forse non sarebbe male prendere in considerazione l'idea che il mondo, e la geopolitica, sono cambiati e che la guerra non è più la prosecuzione della politica con altri mezzi.
Il medio oriente torna a infiammarsi.
L'occidente osserva inebetito la debacle del proprio sistema economico.
Centinaia di migliaia i posti di lavoro a rischio.
Interi "sistemi paese" dal destino incerto, intere classi lavoratrici con i sogni spezzati
Barack Obama, il marketing-dream della politica americana, affronta il rischio del collasso economico USA tagliando le immense spese belliche avviate in tempi di vacche economiche meno magre delle attuali.
Barack Obama scopre l'acqua calda, affermando che per rivitalizzare l'economia bisogna sostenere la classe media (annichilita da un ventennio di predominio della finanza e della speculazione bancaria, ovvero dagli amici dei presidenti).
Barack Obama sbaracca dall'Iraq, ma la sua presidenza coincide con lo sbaraccamento complessivo dell'American Dream.