lunedì 31 maggio 2010

COSA SUCCEDE IN INDIA ?

Una raffica di attentati sta devastando l'India. da Mumbay a Calcutta la rete ferroviaria indiana, popolare e frequentatissima, è soggetta da un mese a questa parte ad un'ininterrotta catena di attentati che causa centinaia di morti. Le "firme" rimandano a gruppi maoisti, mentre nel nord del Paese, verso i confini col Pakistan, altri attentati recano le firme talebane e di altri gruppi di impronta islamica. L'aggressione, ferma restando l'mmensità geografica del sub continente indiano, sembra retta da una regia complessiva, al di là delle firme che qua e là vengono posizionate. Chi sta attaccando l'India ? Quai obiettivi si pone ? Una destabilizzazione politica dell'irrequieto Paese ha facile gioco in una cultura da sempre frammentata tra induisti e musulmani, tra localismi e caste La destabilizzazione dell'India minerebbe alle basi il concetto di "Paese in via di Sviluppo" caro ai canoni del modello economico occidentale, palesati dal Fondo Monetario Internazionale. Il controllo di Bangalore darebbe ad altri il pieno accesso ai sistemi informatici - e alle banche dati - dell'economia occidentale. Il controllo di Mumbay è la chiave di volta per la gestione dell'economia e dell'informazione popolare che nella cinematografia ha un asset di particolare importanza. Gli "attentatori" non agiscono per caso e hanno obiettivi precisi che territorialmente vanno dalla costa occidentale indiana al centro nevralgico di Bangalore, nel sud del Paese. La stampa italiana accenna ai fatti di cronaca senza particolari approfondimenti, ma in India si stanno giocando le sorti della globalizzazione intesa nell'ottica dell'economia occidentale. Gilberto Borzini

mercoledì 26 maggio 2010

INCULATIO POPULARIS

Per dirla alla Montalbano-ZIngaretti in questi ultimi giorni mi sento particolarmente "pigghiatu p'u culu" dall'establishment politico nazionale. In Europa tira un'ariaccia fetida, tra borse che precipitano, banche che implodono, disoccupazione a go-go, euro in discesa libera. E l'establishment, mentre prepara una sodomanovra (ovvero una manovra irta di sodomia) chiacchiera fino a notte fonda sul bavaglio da mettere a giornali e editori. Certo, si dirà, sono cose diverse. La commissione che predispone il bavaglio non è la stessa che manovra la sodomisura. Giusto, ma non mi sconfinfera neanche un po'. Non mi convince l'attenzione data al bavaglio più che al tracollo, e non vorrei che alla fine, già che si è fatto un bavaglio, si trovi il modo per allargarne i contenuti, zittendo finalmente quegli sporchi bastardi comunisti, passati dal ciclostile alla stampa che conta, rei di far sapere ai contadini cosa succede in città. Così, magari, il Re potrà continuare a dire che tutto va bene e che la crisi è colpa del tabaccaio che non ha fatto uno scontrino da 2 euro (porco maiale evasore), senza indagare troppo a fondo se le grandi imprese - sostenute dai contributi pubblici e da una fiscalità che consente di pagare poco e quasi sempre altrove - non siano altrettanto, se non di più, responsabili delle falle nei conti pubblici. Per frortuna, dal punto di vista del Re, arrivano i mondiali di calcio, così le masse trinariciute e cerebrolese saranno intorpidite dalle contumelie lippiane e non assalteranno i fornai per sfamare i famigli (cosa che invece si rende probabile in mezza Europa meridionale e orientale). La "finanziaria" in arrivo è una sleppa da 25 miliardi (50milamiliardidilire, ndr) coerente con l'inculatio popularis (che non è un'enciclica) ai danni di possibili pensionandi e pubblici dipendenti (rei questi ultimi di avere votato quasi in massa per i comunisti). Mentre passa l'inculatio iocundis passa il bavaglio alla stampa e si propone un sano ritorno all'apertura scolastica del 1 ottobre (ricordate i remigini ?) senza però fornire alle mamme e ai papà uno spazio extrascolastico dove far stare i bambini a settembre (dice la Gelmini, andate in vacanza a settembre così risparmiate. A Gelmì, ma quale vacanza...!). Il tutto mentre i parlamentari non trovano il tempo per onorare i soldati caduti in Afghanistan, costretti come sono a rientrare a casuccia dopo tanto sudore e fatica. Insomma, pare, a me personalmente, a me che sono di destra (ma tanto) che tiri aria di svaccamento, di improvvisazione, di recita a soggetto, di farsa, di operetta, di teatro dei pupi dove Arlecchino e Pulcinella vengono bastonati a non finire da un Pantalone che se la ride e recita sempre una sola battuta:" va tutto bene, ci vuole ottimismo !" mentre il pubblico canta i versi celebri di Fo e Jannacci: "E sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al Re fa male al ricco e all'Imperatore diventan tristi se noi piangiam!" Gilberto Borzini

18 ANNI

23 Maggio 1992. Sono passati 18 anni. Quel pomeriggio transitavo in autostrada diretto a Palermo circa 5 minuti prima del Giudice Falcone. 5 minuti che hanno segnato un confine inalterabile. Durante questi diciotto anni ho ascoltato lacrime di coccodrillo, ipocrisie, deposizioni fantasiose, e una montagna di bugie. L'ombra dei soliti "servizi deviati" si affaccia sul precedente tentativo di attentato a Falcone, all'Addaura, e fa capolino sulla detonazione di Capaci. Gli uomini dello Stato di allora sono sotto processo (Mori, il comandante Ultimo), o condannati (Bruno Contrada), o morti (Antonino Lombardo). La questione siciliana, i rapporti dello Stato con le mafie, il valore geo-strategico della Sicilia negli equilibri mediterranei sembrano essere perennemente sospesi nell'incertezza. Un'incertezza non certo etica ma economica, basata sullo scambio tra potere e denaro e tra potere e controllo del territorio. Oggi un governo che credevamo liberale fa man bassa di voti controllati dalle mafie, nello stesso modo della DC di Andreotti e Salvo Lima di venti anni fa. A nulla sembra essere servito - se non al giornalismo retorico e di maniera - il sacrificio di Falcone, di sua moglie e della scorta. A nulla sembra essere servito quello di Borsellino e della sua scorta. A nulla sembrano serviti i sacrifici di tutti gli uomini per bene che hanno combattuto le mafie. Le mafie di oggi, agghindate a festa e rese linde da qualche cosmesi di facciata, che dominano nella finanza e nell'economia, che reggono i fili dei burattini seduti nei consigli regionali. E cosmesi, niente altro che cosmesi, sembrano essere i sequestri dei beni "dei clan perdenti": una specie di bottino di guerra che le organizzazioni "vincenti" cedono allo Stato in cambio di silenzi e coperture, relazioni e consenso. Certo l'etica va perseguita, i sequestri della "robba" sono essenziali, ma troppi sospetti in un paese come l'Italia, si muovono dietro i troppi, troppo ravvicinati, troppo conclamati arresti di "boss" che, a ben guardare rappresentano i clan perdenti delle guerre mafiose. Ci si domanda se lo Stato avrebbe potuto ottenere gli stessi successi senza la presenza di "interessi reciproci" con i clan vincenti. Ci si domanda se il "federalismo" non rappresenti la definitiva cessione alle mafie di quasi metà del territorio nazionale. Cosa che potrebbe anche essere ammissibile col cinismo della strategia politica, ma inammissibile per quella cosa che chiamiamo etica. Gilberto Borzini

CRAIG VENTER & DIO

Il SIgnor Craig Venter ha costruito, o meglio creato con l'aiuto di un computer, una vera cellula vivente. Da qui in avanti, afferma, potremo costruire in laboratorio alghe divora petrolio, batteri mangia anidride carbonica, vaccini e anti virali di ogni genere. Il Signor Craig Venter è visibile, riconoscibile, con barbetta bianca. Ha un indirizzo, un telefono e un'e-mail. Inoltre, da scienziato, risponde delle proprie azioni. Infine Craig Venter, che io sappia, non giudica gli uomini né li obbliga ad essere d'accordo con lui né, tanto meno, spedisce tra le fiamme eterne chi non si dichiari a lui sottomesso. Insomma, il Signor Craig Venter è un grande. Certo, si potrà dire che siamo al confine tra la scienza e la fantascienza, ma vale la pena ricordare che la scienza è sempre stata al confine con la fantascienza, anticipandola e rendendola "normale". Mentre altri ricercatori si occupano al CERN della "particella di dio", ovvero dell'energia oscura che pervade l'universo, Stern crea in laboratorio una forma di vita evoluta rispetto alla conoscenza del genoma. Sarà molto interessante osservare gli sviluppi dell'umanità quando le ricerche di Stern e quelle del CERN confluiranno in un unico progetto di conoscenza diffusa. Gilberto Borzini

venerdì 21 maggio 2010

Lettera al Sindaco di Casale Monferrato

Caro Sindaco di Casale Monferrato, ieri sul mio blog ho commentato la nuova disposizione governativa di trasferimento agli enti locali dei beni demaniali. Oggi mi rivolgo a Lei direttamente per alcune osservazioni che mi auguro siano condivise da Lei e dalla Giunta. Premesso che il Piemonte orientale vive una profonda crisi che tutti avvertiamo e conosciamo, credo necessario immaginare il futuro casalese uscendo dai vincoli delle abitudini senza trascurare le tradizioni. Immaginiamo di trasformare una caserma in un vero Campus Universitario: quanta animazione territoriale (e quanto commercio) nelle città universitarie... Immaginiamo di concentrare sul Castello un Expo Permanente delle eccellenze del Monferrato, accompagnato da un Osservatorio Permanente dell'Economia del Territorio che organizzi annualmente un piccolo "Evento" sullo stile della settimana dell'economia di Trento. Chissà che il Castello non divenga baricentro delle visite turistiche al territorio. Immaginiamo di attrezzare un ampio territorio pubblico a "piattaforma logistica", facendo concorrenza a Rivalta Scrivia approfitando del fatto che Milano scoppia e Novara è satura. Evitiamo le ipotesi di nuovo collegamento ferroviario con Milano e lavoriamo sulla viabilità autostradale esistente (si fa prima, costa meno). Quanto lavoro e quanta ricchezza può produrre una piattaforma logistica lungo l'asse Genova-Rotterdam ? Immaginiamo di produrre energia rinnovabile partendo dai palazzi pubblici e dalle aree pubbliche sottoutilizzate, eventualmente collegando agli impianti percorsi didattici ed esplicativi per chi volesse integrare il proprio lavoro agricolo con una sufficiente produzione fotovoltaica. Immaginiamo, certo. Ma i vari percorsi immaginari che Le propongo non impongono investimenti superlativi e possono generare attenzione, interesse e opportunità economiche nel breve periodo, durante il Suo mandato. Grazie per l'attenzione

UNA DATA MEMORABILE

Dall'Europa delle Banche all'Europa dei Popoli Può darsi che il 19 maggio 2010 divenga, nel tempo, una data memorabile. Due i motivi: 1) Angela Merkel vieta la tecnica finanziaria di vendita allo scoperto di titoli (obbligazioni e derivati) 2) il Parlamento italiano vara la prima fase attuativa del Federalismo attribuendo agli Enti Locali le proprietà statali. I due provvedimenti sono di enorme portata. Vediamo perchè. 1) Le vendite "allo scoperto" consentono di acquistare senza soldi titoli (preferibilmente derivati sulle obbligazioni) per rivenderli ad un prezzo inferiore - quindi puntando su un sistema ribassista. Alla vendita il venditore incamera come margine di guadagno la differenza tra il prezzo non pagato di acquisto e il valore effettivo di vendita. Una tecnca squisitamente finanziaria che, se fosse applicata nell'economia reale, darebbe ampio motivo di scandalo (immaginate di portare a margine operativo lordo lo sconto praticato dal fornitore su un acquisto: il vostro commercialita vi prenderebbe a sberle!). Il messaggio del governo tedesco alle banche e ai grandi gruppi finanziari è chiaro: basta con i trucchi e gli artifizi. Il resto d'Europa nicchia e traccheggia, le "consob" europee affermano che non si adegueranno alla politica tedesca, i titoli bancari precipitano in borsa e la Merkel puntalizza che senza una politica economica comune sull'Euro anche il progetto dell'Unione Europea andrà in fumo. E' chiaro che dopo una fase decennale in cui le banche centrali hanno spadroneggiato,- forti anche del "diritto di signoraggio" con il quale le banche centrali (società private partecipate dalle varie banche private, non enti statali e tanto meno proprietà comuni) si arricchiscono stampando carta moneta che rivendono ai governi - e, contestualmente hanno imposto al cotinente, alle imprese e ai cittadini, le proprie politiche monetarie senza tenere conto delle esigenze di esportazione dei produttori economici, bene - dicevo - dopo un decennio simile una posizione di contrasto come quella della Merkel appare come una posizione in cui la Politica vuole tornare ad assumere il potere rispetto alla Finanza. Era ora. 2) La cessione a Regioni, Province e Comuni del patrimonio statale consentirà agli Enti locali di valorizzare i beni stessi, traendone profitto. La riqualificazione di aree abbandonate (le molte ex caserme) o a scarsa genstione (palazzi e castelli come aree verdi) ,determina sia un incremento del Patrimonio territoriale, meglio sarebbe dire del valore patrimoniale, unitamente ad un possibile sviluppo delle ricadute economiche connesse alla rivalutazione patrimoniale. Immaginiamo una grnde caserma ormai inutilizzata che divenga "Campus universitario" e comprendiamo il significato dell'operazione. Immaginiamo un Palazzo che divenga centro studi per lo sviluppo economico, teatro per grandi convegni orientati all'economia territoriale, con aree congressuali e centri di ricerca; Immaginiamo un Castello che divenga expo permanente dell'eccellenza produttiva territoriale; immaginiamo un'area costiera trasformata in centro benessere o sportivo. Immaginiamo un fondo agricolo trasformato in centrale energetica rinnovabile. Ecco, sono solo alcuni spunti per comprendere come una corretta gestione del Patrimonio "devoluto" possano creare ricchezza (e lavoro) per e nei territori. Il 19 maggio 2010 forse non passerà alla Storia, ma segna un punto di svolta nell'interpretazione dell'Europa: forse il primo atto per passare dall'Europa delle banche all'Europa dei Popoli.

DUE BUONE NOTIZIE

Bene. Oggi posso dire che ci sono due buone notizie. Una riguarda l'imponente afflusso di pubblico alla notte aperta dei Musei italiani, con centinaia di migliaia di persone pronte a sfidare la pioggia pur di poter vedere (gratis) alcune delle meraviglie che l'Italia custodisce. Il fatto molto positivo è che la bellezza attrae, l'arte attrae (e magari fa discutere). Inoltre: 1) la pioggia e il maltempo sono un limite superabile, più del costo del biglietto; 2) le persone vanno volentieri ai musei se i musei operano in orari adatti alle esigenze delle persone; Da questi due elementi si desume che: a) gli ingressi museali sono percepiti come elevati; b) gli orari dell'offerta non sono coerenti con le esigenze della domanda. La rigidità delle abitudini e delle prassi consolidate frenano una domanda presente, e non latente, di cultura. La seconda buola notizia è l'incremento dei FLASH MOB. Coreografie di massa, proteste mute, strip collettivi, rave party silenziosi, stanno diventando modalità di espressione planetari che coinvolgono trasversalmente tutti, ovviamente con una preponderanza giovanile. Dalle marce di protesta agli accadimenti improvvisi (mobilitazioni di gruppi numerosi che durano pochi minuti) il cambiamento è significativo e intrigante. Un cambiamento semantico e semiologico che non muta il senso profondo di "ribellione" ad uno statu-quo. I Flash mob si comunicano in rete (i ciclostili vanno finalmente in pensione), le decisioni sono rapide, gli eventi altrettanto, l'appartenenza dipende dalle circostanze e dalle motivazioni. Insomma: un principio di libertà niente male, che viaggia al di fuori delle "prassi consolidate", con un pizzico di fantasia che, a dire il vero, non guasta. Gilberto Borzini

martedì 18 maggio 2010

LA FEDE E LA STIMA

L'Inter di Mourinho ha vinto Campionato e Coppa Itala. Onore al merito. Bravi (brava la società, bravi i giocatori, bravo l'allenatore) tutti. Ora, da italiano, mi auguro vinca anche la Champions. Me lo auguro soprattutto da milanista (una di quelle forme di appartenenza che si formano nella più tenera età e permangono indipendentemente dal corso che segue la propria esistenza). Me lo auguro in particolar modo per Mourinho, un non-italiano a tutto tondo che dimostra la propria non-italianità in tre modi: 1) dice quello che pensa (non è ipocrita) 2) fa quello che dice di pensare (è razionale e conseguente) 3) studia sempre per migliorarsi (viene dal "merito" e non dalla "politica") Le tre cose messe insieme, naturalmente, creano scandalo e pregiudizio in un Paese ipocrita per cultura come l'Italia, in un Paese dove si raggiungono posizioni elevate attraverso le relazioni e non il merito come in Italia, in un Paese dove si è orientati ad un linguaggio politico e non schietto come l'Italia. Per questo, malgrado la mia "fede" milanista stimo moltissimo Mourinho. Ovviamente il Grande Mou è orientato a lasciare un ambiente ostile come quello del calcio italiano, un ambiente governato da interessi d'impresa con relativi intrecci, spregiudicato nelle relazioni con gli arbitri-giudici, comunicato da una geremiade di scribacchini (non riesco a definirli giornalisti, scusate) e commentatori di dubbia qualità giornalistica ma di indubbia appartenenza ambientale. Altri ottimi professionisti hanno lasciato l'Italia, da Capello ad Ancelotti a Mancini. Altri si tappano le orecchie e perseguono i propri obiettivi come l'eccellente Ranieri, vituperato in casa Juve e bravissimo in casa Roma. Il caso Ranieri, come quello di Leonardo, evidenziano come in Italia le pochezze delle società vengano attribuite all'allenatore, quasi sempre incolpevole. E' mai possibile che lo stesso individuo sia una schiappa in una società e un genio in un'altra ? Evidentemente no. La Juve - a secco di quattrini e di idee - acquista ectoplasmi di giocatori (Diego, Iaquinta, Amauri) e la squadra non gira. Il Milan - dove prevalgono esigenze di cassa visto il debito stellare - manda in campo un gerontocomio lento e prevedibile, e solo la classe dell'allenatore e dei "brasiliani" in campo consente di raggiungere un insperato, e a mio avviso (tifoso milanista, ricordate ? ) immeritato, terzo posto. Insomma: il mondo del calcio è davvero specchio della società italiana. Essere bravi non basta. Essere bravi attira invidia e ostilità. Essere bravi e sinceri ti fa odiare. Perchè in Italia siamo Guelfi e Ghibellini, siamo Pro o Contro, siamo Rossi o Neri, e non sappiamo guardare alle cose senza il paraocchi del pregiudizio. Perchè in Italia la politica non è mediazione ma interesse privato, perchè la ragione viene molto dopo la furbizia e il merito è sempre sospetto. E allora, per il bene della nazione, Viva Mourinho ! Gilberto Borzini

lunedì 17 maggio 2010

CRACK ?!

La scorsa settimana l' Unione Europea cercava una soluzione alla crisi finanziaria greca con una riunione tempestosa tra i ministri dell'economia e i primi ministri. I mercati finanziari, il lunedì immediatamente successivo, reagivano con impennate degne di Mirabilandia, dopo di che tornavano a registrare pesanti ribassi, fino al venerdì nero del 14 maggio. Mentre l'Euro persegue una via al ribasso contro il Dollaro e l'oro sale a quotazioni coerenti con quelle registrate a Weimar risultano chiari alcuni elementi: 1) la crisi è SISTEMICA e deriva dalla scopertura finanziaria del mondo bancario (600 trilioni di dollari di warrant e derivati in circolazione, il triplo dell'intero PIL mondiale) 2) l'emissione di BOND (statali o comunitari) a garanzia delle attività creditizie non può coprire i rischi derivanti dalla massa finanziaria speculativa 3) come gli USA hanno erogato 700 miliardi di dollari dopo la crisi Lehman anche l'UE propone 750 miliardi di Euro per fronteggiare la crisi greca: così come lo stanziamento USA non ha modificato l'andamento economico è facile prevedere che anche l'intervento europeo non modificherà la struttura della crisi 4) il sistema POLITICO europeo non ha la minima idea di come affrontare una crisi strutturale, limitandosi a proporre rimedi di tamponamento: un po' come se dvanti ad un'arteria recisa ci si prodigasse con bende e cerotti. 5) fino a quando la politica non avrà il coraggio di STATALIZZARE il sistema creditizio e contestualmente AZZERARE I DEBITI la caduta libera delle economie non avrà freno 6) il ritorno a processi economici, abbandonando quelli finanziario-speculativi, è l'unica via d'uscita dal CRACK planetario Gilberto Borzini

PERCHE' IN ITALIA NO ?

Bangkok: la rivolta di piazza è in pieno svolgimento. I "poveri" tailandesi lottano per il rientro dell'ex presidente (multimilionario proprietario di reti televisive e squadra di calcio) che ha portato il Paese al tracollo economico e contro un governo che ha accettato le condizioni economche imposte dal Fondo Moneterio Internazionale. Grecia: proseguono le rivolte innescate da una crisi economica senza precedenti a causa di un governo di centro destra che ha esaurito le risorse nazionali a furia di corruzione e di evasione fiscale. Da noi il panorama non è diverso: scandali, corruzione, incremento del debito pubblico, serissime difficoltà economiche e sociali, una "manovra" di correzione di bilancio che taglierà, inevitabilmente, le risorse sociali. Ma in Italia la scintilla della protesta - quella vera, quella aggressiva, non le mattane di un cabarettista che manda tutti a "vaffa" - non sembra accendersi. Eppure ci sarebbero tutti gli elementi. Forse perché l'italiano è pigro, attentissimo al proprio personalissimo interesse particolare e se ne infischia dell'interesse generale. Perché l'italiano è rimasto a "viva la franza, viva la spagna purchè se magna". Perché non esiste un'identità, un senso della nazione, tranne in caso di mondiali di calcio. Perché non emerge un senso di collettività. Forse sarà l'esasperato individualismo, e il familismo italiano, a risparmiare all'Italia una sommossa popolare. Ma sarà lo stesso individualismo a fare affondare la barca comune dove ognuno rema verso dove ritiene - personalmente - opportuno Gilberto Borzini

venerdì 14 maggio 2010

LETTERA DALLA BEOZIA

Eccomi qui in Beozia, il paese dei Beoti, un po' beati e un poco idioti. Il cognome più diffuso tra i beoti è Tafazz', soggetto noto per darsi manganellate sui marroni al fine di provare un'esperienza simile al sadomaso passivo. Leader indiscusso della politica beota è Ceausesconi, che controlla con mano ferma e popolarità crescente il Paese. Tra le caratteristiche più riconosciute a Ceausesconi, che giustificano la sua popolarità e consenso, troviamo: a) avere sostituito i rappresentanti politici dei cittadini (parlamentari) con quadri e dirigenti aziendali del suo impero economico e finanziario; b) avere nominato deputate e senatrici alcune sue brillanti amiche c) disporre di un congruo numero di indagati e inquisiti nel suo entourage ministeriale d) avere correttamente interpretato e applicato il manuale della P2 per acquisire, gestire e mantenere il controllo del Paese e) saper trasformare ogni contesto in un business a favore delle proprie aziende (controllate, partecipate, vicine) f) aver fatto proprio il motto di Luigi XIV "arricchitevi!", rivolto esclusivamente ai propri sodali g) sventolare l'arma mediatica del "complotto" per evitare di sottoporsi alla magistratura ordinaria h) avere attribuito ad una sua banca la gestione di tutti i movimenti postali di conto corrente e di deposito i) tentare costantemente di promuovere "grandi opere" disponendo di un portafoglio autonomo di gestione, esente da gare di appalto e da norme banali come la valutazione di impatto ambientale, così da poter affidare le opere ad un ristretto gruppo di amici, anche mediante la privatizzazione della protezione civile l) tentare costantemente di mettere mano alla cosiddetta Costituzione per sovvertirla a proprio vantaggio m) disporre di adeguate relazioni con associazioni mafiose che, in cambio del "federalismo" (leggi: attribuzione del potere locale a chi gestisce i voti senza eccessivo controllo dello Stato) orientano verso Ceausesconi una notevole massa di elettori n) disporre di reti televisive atte a promuovere la decerebralizzazione del telespettatore con adeguati programmi e format che inibiscono la capacità di comprendere, analizzare e criticare ciò che accade o) disporre di giornali e periodici abili nell'aggredire, insultare, mettere alla berlina chiunque non si sottometta alla volontà (delirio di onnipotenza) di Ceausesconi p) fare promesse e contratti con i Beoti che vengono regolarmente ignorati a causa di una congiuntura internazionale sfavorevole q) imporre ai telespettatori l'uso di un aggeggio che da un lato consente di vedere peggio quello che si vedeva prima, dall'altro di captare ulteriori canali con format decerebralizzanti, infine poter sapere sempre (e in tempo reale) chi sta guardando cosa (meglio dell'auditel per definire i costi della pubblicità) r) avere personalizzato l'inno di partito (meno male che Ceausesconi c'è) in attesa di poter sostituire l'inno nazionale col predetto inno di partito s) avere fatto regola propria e del suo entourage il noto proverbio partenopeo "chiagne e fotte" t) riuscire a convincere chi ha la dispensa vuota che la dieta fa bene e non c'è da preoccuparsi Dalla Beozia, per oggi, è tutto, ma state sicuri che entro pochi giorni potremo compilare la lista delle caratteristiche di Ceausesconi almeno fino alla lettera Zeta. Zeta, l'orgia del potere. Ma quello era un film... Gilberto Borzini

lunedì 10 maggio 2010

BYE BYE EUROPA

La crisi dell'Euro innescata dal default greco e dalle situazioni caotiche dell'economia spagnola e portoghese, mette in evidenza la pochezza poltica dell' Unione Europea. Anche un bambino capisce che così com'è l'organizzazione politica non funziona: se ad ogni crisi (reale o potenziale) i capi di stato e di governo devono mollare tutto e precipitarsi in riunione plenaria vuol dire che non esiste alcun potere decisionale reale (politico) all'interno dell'apparato comunitario. L' U.E. assomiglia più ad un condominio (dall'attico al seminterrato) che ad un'organizzazione sovra-statale. Quindi ci sono solamente due strade percorribili per dirimere la questione: percorso A : l' Unione Europea diventa Stato Federale. Gli attuali Stati rimangono tali, delegando al Governo Federale le politiche comuni (economia, difesa, commercio, esteri). Le regioni (a questo punto economicamente e non geograficamente definibili) diventano "contee", le province "municipalità", i comuni si trasformano in uffici di relazione col pubblico per le pratiche amministrative. Funzionale ? Certamente. Semplice ? Mica tanto: nessuno vorrebbe rinunciare al suo etto e mezzo di potere. percorso B : qualcuno raggiunga la "tana" e gridi "LIBERI TUTTI !" L'Euro monetario ha portato ricchezza ai ricchissimi e sfiancato la popolazione, ha dato stabilità monetaria e perdita di competitività commerciale, ha moltiplicato i prezzi di consumo e ridotto il potere d'acquisto dei consumatori. Insomma per la popolazione, per i lavoratori è stata una "ciofega" disastrosa. L'Euro fa bene alla Germania ? Se lo tenga. L' Unione Europea non è la Dieta di Aquisgrana, Frau Merkel non è il Barbarossa e neppure Carlo V°. Gilberto Borzini

venerdì 7 maggio 2010

BRIVIDO CALDO

Quando Wall Street ha raggiunto - 9% un lungo brivido caldo ha percorso le arterie informatiche del pianeta. Checché ne dicano i governanti la situazione presenta le seguenti caratteristiche: 1) non c'è più la POLITICA che orienta l'economia, ma è la FINANZA a gestire i politici; 2) i politici MENTONO ai popoli gestendo la CASSA come fosse cosa propria, supportando le perdite delle banche con soldi pubblici e recitando la storiella del "tutto va bene madama la marchesa" 3) la crisi greca è figlia dei punti 1) e 2) oltre ad una vasta corruzione di cui sembra che il Mediterraneo sia padre e madre 4) gli aiuti previsti alla Grecia da parte dell'U.E. e del FMI sono un pannicello caldo, ovvero tamponano una falla ma non servono a recuperare una situazione gravemente compromessa 5) la Grecia dirà "grazie" ma difficilmente onorerà il debito che va costruendo (e che si aggiunge alla voragine esistente) 6) i creditori avranno perso i miliardi prestati alla Grecia, peggiorando i propri disavanzi pubblici 7) alcuni creditori (Italia inclusa) avranno seri problemi di bilancio 8) l'Europa sarà sempre più percepita come un brutto pasticcio politico 9) Germania e Francia si terranno lontani dai "soci poveri" 10) l'Euro perderà valore e, presumibilmente, vivrà su un doppio binario (ricchi e poveri separati in casa). 11) Le materie prime costeranno molto di più e la crescita dei costi delle materie prime ridurrà lo slancio (slancio?) economico produttivo, con pesanti riflessi occupazionali nel breve e medio periodo. Gilberto Borzini

A GRANDI PASSI VERSO IL 20-12-2012

E che diamine ! ero assorto nella lettura dell'eleganza del riccio (un vero, assoluto, straordinario capolavoro ! ) e sbadatamente ho scaricato un domanda: che fare davanti alla crisi totale che si sta espandendo ?. Così, visto che si tratta di una domandona, ripongo i mezzi di sostentamento mentali, utili ad isolarmi dal quotidiano marasma e a fingere di ricostruire consapevolezza e identità, e mi accingo ad "evincere" alcune possibili risposte (o antitesi) certamente non conclusive. a) capitalismo: il capitalismo è morto. Il vecchio padrone delle ferriere oggi fa l'artigiano e tira la carretta alla meno peggio. b) Quando Marx scriveva c'erano diverse economie complementari (l'industria urbana, l'agricoltura, la pastorizia ecc.) per cui si potrebbe obiettare che non le prassi bensì gli strumenti (economia e finanza) sono mutati (come da sempre nei cicli storici). certo gli strumenti orientano le prassi, ma se giochiamo a capirci facciamo prima... c) Rifkin (autore de La fine del Lavoro) pubblica libri e presiede un'istituzione di ricerca economica. purtroppo è seguito da tantissimi individui, nessuno dei quali presiede una banca, al più possiede una bancarella, ma non è la stessa cosa e non definisce alcun effetto. In compenso non so cosa leggano i banchieri (sospetto topolino, chi e cioè, olre a Forbes per vedere se sono ancora nella prima colonna a sinistra...) d) forse partecipando (e vincendo) all'isola dei famosi (o la pupa e il secchione che è meglio assà...) in mondovisione il portatore di un messaggio di un necessario rilancio etico e morale potrebbe essere captato da qualche ascoltatore (sempre che ne esistano tra i tele-spettatori). Certo non da Fazio o da Chiambretti, seguiti da un pubblico tanto intelligente quanto passivo. d) L'islam (la Sharija) può essere una soluzione sistemica, ma credo che le donne occidentali troverebbero da ridire. D'altra parte a quelle lì non va mai bene niente... Potremmo altresì tentare la via della cosiddetta economia sociale, cara al pensiero liberale, che include la compartecipazione dei lavoratori alle imprese, ma in questi cicli le rivoluzioni dal basso hanno poca fortuna. e) la SOBRIETA'. in un qualche mio libro facevo dire a dio che la sobrietà era il centro delle cose. In ogni filosofia che si rispetti (per cui escludo tutto ciò che viene dopo Leibniz) la consapevolezza coincide con l'annullamento del desiderio. La "svalutazione" dell'ego rimanda all'appartenenza al tutto. In un mondo di "pupe" è argomento complesso da far apprezzare f) sobrietà e etica cristiana: l'etica cristiana ha fallito. Il Tempio del Cristo era il Corpo ma la sua interpretazione era mistica, e di mistico oggi abbiamo, al più, i risultati dell'Inter in champions. Va detto che un eccesso di sobrietà annichilirebbe l'economia e le entrate dell'erario, per cui ci vuole prudenza nel progettare la sobrietà sempre che si voglia la sanità pubblica. Se vincesse il pensiero secondo il quale non siamo immortali e alcune malattie ci spediscono al creatore risparmieremmo un sacco di soldi e potremmo diffondere l'etica della sobrietà. Ma la cosa mi sembra ardua. Curiosamente hanno fallito tutte le etiche cristiane CONTEMPORANEAMENTE (cattolica, protestante, calvinista e luterana) e anche quella ebraica non se la passa molto bene (ma con quel dio bizzoso e bizzarro hanno avuto grattacapi per 5mila anni). Rileggendo Weber (etica protestante e spirito del capitalismo) si possono scorgere le tracce degli albori del fallimento (la costruzione del proprio destino, la riconoscibilità del premio divino in terra ecc) dell'etica protestante, ma che dire di quella cattolica secondo la quale puoi vivere una vita dissoluta, l'essenziale è pentirsi in extremis (berlusconi è cattolico, no ?) e nella quale l'mportante è avere un santo (qualsiasi) in paradiso (qualsiasi) ? Sotto Woitila sembrava che la campagna promo del Vaticano fosse "più Santi per Tutti". Con un'etica così scompaginata il cattolicesimo non avrebbe MAI dovuto/potuto svilupparsi (eticamente), ma ha trovato un sacco di fans perchè consente, specialmente dopo il concilio vaticano secondo, di prendere dall'etica totale quello che di volta in volta ti sembra più conveniente: un supermarket dell'opportunismo morale. come uscirne ? grande BOH ! Comincio a sospettare che la congiunzione astrale del 2012 non sia poi tanto sbagliata (tra disastri finanziari e ambientali, tempo 18 mesi e altro che fine del mondo). Dopo la fine del mondo ci sarà un nuovo inizio, probabilmente una sorta di blade runner globale o un nuovo pianeta delle scimmie dove comanderanno i macachi (il che non sarà poi tanto diverso da adesso, almeno filologicamente). Blade runner è più divertente e pieno di gnocche: la semi estinzione elimina i ciospi nei film americani, per questo hanno successo. (pensa svegliarti in un day after popolato da cloni di adele faccio o di rosybindi.... dio-dio-dio perché non sono morto ???) , i macachi al potere è più probabile. Comunque ho deciso: da grande farò lo stilota. Purtroppo rilevo una certa scarsità di colonne, e in più soffro le vertigini, ma ci si abitua a tutto. Voi fate un po' come vi pare ! Allah Bahtar, Habibi (meglio prepararsi...) Gilberto Borzini

RIPENSARE L' ECONOMIA

Il 95% dei flussi valutari internazionali viene impiegato per investimenti finanziari. Solo il 5% per investimenti economici. Se possiamo brutalmente dire che i "poveri" vivono di economia (scambio di beni e servizi a fronte di un corrispettivo) e i "ricchi" di finanza speculativa, dobbiamo concordare con un vecchio concetto marxista secondo cui esiste una lotta perenne tra capitale e lavoro. Il buon Marx, però, individuava nel capitale le risorse investite in un ciclo economico, ovvero quel misero 5% che caratterizza, oggi, i movimenti valutari. Stressando il concetto potremmo sostenere che terminata la fase industriale, caposaldo formale dell'economia "capitalistica" del pensiero marxiano, scompaiano contestualmente capitalismo e marxismo. Filosoficamente il ragionamento sembra reggere, ma la realtà contingente si spinge oltre gli assunti formali. Se la finanza non investe in economia (tranne nel caso della finanza della Sharhija intimamente connessa alla morale islamica) ciò significa che il "capitale" non valuta l'economia stessa sufficientemente remunerativa. Ma di economia vive, o cerca di vivere, la gente. Il concetto stesso di "lavoro" è elemento strutturale del processo economico. Quindi la domanda diviene: può esserci lavoro sufficiente in un mondo che trascura l'economia ? (o che considera l'economia come una sorella povera delle regina finanza?) La sovra-produzione di beni (offerta) come si coniuga con la sotto-propensione all'acquisto/consumo di beni (domanda) indotta dalle ridotte capcità di spesa che l'organizzazione economica (riduzione del lavoro, scarsa retribuzione del lavoro) determina ? Il problema è, naturalmente, gigantesco e non risolvibile in queste righe. Jeremy Rifkin scriveva di una scomparsa progressiva del lavoro, fenomeno di cui siamo oggi osservatori, ma non suggeriva ricette praticabili per risolvere la dinamica, fatto salvo un possibile mondo ideale in cui ad ognuno è dato in ragione delle proprie necessità. Il disporre di beni primari in ragione delle necessità sarebbe già una buona cosa per molti, ma per molti altri significherebbe rinunciare al "desiderio", molla prioritaria del consumismo che fino ad oggi ha retto l'economia. Per cui ci si domanda: può esistere un'economia moderna senza "consumismo" ? Possono coesistere un'economia senza consumismo e una finanza speculativa ? Se la risposta a entrambe le domande è "no" allora è necessario ripensare in primo luogo al rapporto tra finanza e economia e, in seconda battuta, al riequilibrio dei processi economici in virtù della domanda reale. Senza questi ripensamenti, e relative azioni conseguenti, il "crack" del mondo è difficilmente rinviabile. Gilberto Borzini

Poi non dite che non l'avevo detto....

C'è chi suona la campana a morte per l'euro. Non è la prima volta, ma il "de profundis" è in sintonia con il clima di scetticismo con cui i mercati hanno accolto il salvataggio della Grecia. Così il Wall Street Journal dà voce al verdetto del "leggendario investitore" Jim Rogers, secondo il quale nel giro di 15 o 20 anni l'euro sarà defunto. Sotto il titolo "Una breve e tortuosa strada per l'euro" Patricia Weathcroft nota che tra le tante voci desiderose di proclamare la fine dell'euro, quella di Rogers "merita una certa attenzione". Dopotutto, è l'investitore che insieme a George Soros ha fondato il Quantum Fund. Ebbene, a suo parere, la Grecia è fallita e bisognava lasciarla fallire. A che serve, chiede, caricare il paese di altri debiti che non sarà in grado di ripagare? Rogers e gli scettici come lui vedono nero per la valuta europea e prevedono che, dopo la Grecia, ci sarà la coda per avere trasferimenti di fondi dai paesi più forti ai più deboli, "in particolare Spagna e Portogallo" . Questo perché nessuno dei paesi deboli appare propenso a prendere le misure necessarie a rimettere in forma la loro economia. Secondo Weathcroft, Rogers magari sbaglia a scrivere l'epitaffio, ma l'euro "certamente è condannato nella sua attuale forma". "Prestare più soldi a chi è in bancarotta è solo una ricetta per rinviare una calamità finanziaria". Angela Merkel e Nicholas Sarkozy, secondo l'opinionista, staranno certamente lavorando a un piano B. A porte chiuse, a Berlino e Parigi, si discuterà come stabilire un'eurozona "più piccola e più forte", prevede il Wsj. Non sarà il grande sogno europeo, ma "è il solo modo realistico per andare avanti". Tra le altre voci pessimistiche sulle sorti dell'euro, gira negli Stati Uniti un commento di Matthew Lynn dell'agenzia Bloomberg (ripreso tra gli altri dal sito del San Francisco Chronicle). Titolo: "Come gli investitori possono approfittare del collasso dell'euro". Primo consiglio: comprare bond tedeschi. Secondo: comprare dollari. Il terzo consiglio è compraretitoli italiani. Perché? "L'Italia è stata la grande perdente dell'euro… liberata dalle catene dell'euro, l'economia italiana potrebbe rimettersi in moto se la valuta può essere svalutata tenendo a bada le retribuzioni". DA: FINANZA&MERCATI ILSOLE24ORE.COM > Notizie Finanza e Mercati ARCHIVIO VISTI DA LONTANO Morte annunciata per l'euro? di Elysa Razzino Gilberto Borzini

PEOPLE OF EUROPE: RISE UP !

Un cartello ad Atene invitava gli europei a insorgere. Le banche hanno speculato fino a mettere in crisi l'economia. I governi hanno sostenuto le banche con i soldi dei contribuenti. Le banche hanno preso i soldi e ristretto il credito ai contribuenti. Le banche hanno ricominciato i loro giochetti. L'economia è a pezzi e la disoccupazione cresce. L'invito di Atene andrebbe raccolto. Gilberto Borzini

lunedì 3 maggio 2010

IPOCRISIA VERDE

Una petroliera si incaglia sulla barriera corallina australiana. Una piattaforma petrolifera si spezza all largo della Louisiana. Milioni di tonnellate di greggio si riversano in mare. Uccidono specie animali, compromettono i territori, devastano il lavoro degli uomini. Le variegate associazioni ambientaliste tacciono, preferendo attaccare le ventilate costruzioni di centrali nucleari. Secondo una profonda inchiesta dell'Espresso - in edicola - le varie mafie italiane si sono lanciate nel business dell' Energia verde, riciclando capitali e ottenendo finanziamenti pubblici. Le variegate associazioni ambientaliste tacciono, preferendo ricordare i danni di Chernobyl. Il prezzo del greggio torna a salire, il costo dei carburanti è stellare, i consumi non diminuiscono, le città sono profondamente inquinate. Le variegate associazioni ambientaliste tacciono: non una proposta di implementazione del trasporto pubblico locale. Migliaia di camion - pesantemente inquinanti - trasportano merci attraversando l'Italia. Le variegate associazioni ambientaliste tacciono, preferendo sostenere i NO TAV e affossando i progetti di trasporto a basso impatto ambientale. Il sospetto che le variegate associazioni ambientaliste trovino sostegno nelle società petrolifere è sempre più forte. L'ipocrisia, come il fare Lobby, non ha confini. Gilberto Borzini

FINI & LEONARDO : DESTINI INCROCIATI

Con curiosa tempistica attorno a Ceausesconi si compiono fratture e divorzi. Fini e Leonardo fanno cose molto diverse, ma hanno un punto in comune: la signorilità. Signorilità che si accompagna al saper camminare a testa alta e schiena dritta, al motivare le proprie scelte e ragionare sui propri errori.Fini e Leonardo non sono due "Yes-man". Quindi sono incompatibili con Ceausesconi. Con i destini personali si incrociano anche quelli funzionali. Il Milan arranca, il PDL pure. Le "provinciali" crescono, in campionato come in politica. Gilberto Borzini