venerdì 26 febbraio 2010

EURO SPACCATO

La fragile costruzione politica di un sistema economico basato sull'Euro sta mostrando in questi giorni la sua intima debolezza.La crisi finanziaria della Grecia, e le pesanti debolezze di Spagna, Irlanda, Italia e Portogallo (da cui l'acronimo PIGS) evidenzia alcuni elementi:1) dall'inizio della crisi Greca il rapporto euro/dollaro è passato da 1,40 a una tendenza verso 1,30 , forse 1,25 nel medio termine2) l'Euro è stato voluto dalla Germania, Paese fortemente esportatore in Europa, per evitare la concorrenza delle economie a svalutazione competitiva, prima tra tutte l'Italia;3) la crisi Greca è scarsamente rilevante e pertanto "curabile" attraverso sistemi normativo finanziari interni e il supporto di FMI o di BCE; diverso, e molto più oneroso, sarebbe il metodo di cura per Paesi economicamente importanti quali Spagna e Italia;4) L'Italia, a differenza della Germania, è storicamente un Paese esportatore su scala mondiale più che europea, e per perseguire i propri obiettivi necessita di una valuta meno forte dell'Euro, così da competere con le esportazioni statunitensi e dell'intera area dollaro verso il mercato cinese, mercato che a sua volta opera azioni di contenimento della valuta locale proprio per favorire il proprio export;Mentre i parametri di Maastricht sono un ricordo storico o geografico, palesemente resi inutili dalla realtà economica e finanziaria, l'Euro si avvia a diventare sempre più oggetto di spaccature politiche e non strumento di unificazione come era stato spacciato dal duo Prodi-Ciampi che tanto ne vollero l'adozione in Italia.L'Euro forte e stabile serve solo alla Germania e, parzialmente, alla Francia.L'Euro forte e stabile mette in difficoltà tutte le economie (macro e micro) del resto d'Europa, in particolare Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Irlanda, Malta, Cipro, Romania, Ungheria, Polonia, Lituania, tutti Paesi in cui il debito pubblico cresce vertiginosamente insieme con la diffusa disoccupazione e serissime difficoltà nella gestione domestica dell'economia familiare e ndividuale.Con l'introduzione dell'Euro, infatti, i prezzi sono esplosi ma, per contro, il potere di acquisto si è duramente ridotto.Vero è che i tassi di interesse sono rimasti bassi, ma altrettanto vero è che pochi riescono a far fronte a mutui e ratei, il che significa che il problema non è nei tassi di interesse ma nelle retribuzioni e nel potere di acquisto delle categorie medio-basse.Discettare sull'Euro come strumento finanziario serve a banchieri e speculatori finanziari.Le persone desiderano semplicemente una vita vivibile, con quale moneta poco importa.L'Euro ha vinto la sua missione politica tedesca ma ha distrutto l'economia europea.Sarebbe ora di assumere iniziative politiche reali ed efficaci. Gilberto Borzini

mercoledì 24 febbraio 2010

MONOCRAZIA E DIGNITA'

Democrazia, potere del popolo.Burocrazia, potere della normativa.Plutocrazia, potere del denaro.Monocrazia, potere individuale.La struttura greca del vocabolario italiano non lascia scampo ad equivoci: la democrazia italiana si è rapidamente trasformata in una plutocrazia che attribuisce il comando monocratico al plutocrate più forte (non necessariamente il più ricco ma piuttosto più ammanicato, più "furbo" o semplicemente più disponibile).Il Demos, il popolo, ha senso in quanto stimolato dai sondaggi (risposte umorali basate non sulla conoscenza dei fatti ma sulle impressioni che i commenti mediatici sedimentano) offre al monocrate una sponda di sostegno.La burocrazia, infine, contende il potere alla tecnocrazia, cercando di accumulare denari, di cui i plutocrati abbondano, in cambio di favori.Ma questo è un altro film. Esiste una grande differenza tra un monocrate e un monarca. Il Monarca (radice "arké", il primo, il prototipo) ha compiti anche etici e di indirizzo morale: generalmente eredita il titolo per ramo familiare ed è convinto che all'inizio della dinastia ci sia un'attribuzione divina del potere (Dio me l'ha data, guai chi me la tocca docet).Il Monocrate si limita a gestire il potere, non ha sangue blu, non è un "unto del Signore", anche se gli piacerebbe assai. In quanto monocratico il potere viene esercitato in tutti i settori.Recentemente anche nelle scelte più intimamente individuali relative al disposto esistenziale.In questo caso la Monocrazia tende a sconfinare nella Teocrazia (tipico degli stati confessionali come il Vaticano) dove la "parola di Dio" si sovrappone alle Leggi dell'Uomo. Il fatto che sull'esistenza di dio sussistano consistenti dubbi (cinquemila anni di teosofie non hanno portato ad una qualsiasi prova, al massimo a qualche indizio) non impedisce ai teocrati di governare dandone per scontata sia l'esistenza che il valore assoluto degli editti da lui emanati (talvolta in aramaico, talaltra in ebraico, infine in arabo: sembra che il Creatore abbia qualche difficoltà con le lingue moderne. Sa signora, suo figlio è molto intelligente ma non si applica....). Il Vaticano controlla l'Italia meglio dei Carabinieri: in ogni borgo c'è una chiesa, in ogni chiesa un "pastore" che conosce le sue pecore, le apostrofa, le terrorizza con minacce di pena eterna, le confessa, le perdona, le conforta, le controlla. Non sorprende che dopo 1600 anni di esercizio ininterrotto del potere il Vaticano sia ricchissimo - atque potentissimus.Senza l'aiuto e il supporto della Curia d'oltre tevere nessun governo nazionale sta in piedi.Oggi, quindi, l'Italia è un'estensione, una dependance vaticana, governata da un monocrate che facilita le operazioni vaticane (esenzione dell'ICI degli immobili di proprietà diretta o indiretta vaticana, agevolazioni diplomatiche per i suoi funzionari, assunzione diretta degli insegnanti di religione (senza concorso), applicazione dell'8 per millea favore delle Chiese, agevolazione del 5 per mille alle ONLUS, fondi alle scuole parificate (superiori in molte regioni ai fondi per la scuola pubblica), predazione della sanità pubblica mediante convenzioni con la sanità privata gestita da mani pie e caritatevoli... sempre le stesse, sempre più avide. Non sorprende quindi, ancora, che il silenzio mediatico regni attorno aiprogetti e alle proposte dei radicali, colpevoli in primis di essere laici, apertamente schierati dalla parte dell'Uomo e non di dio.Non sorprende il trattamento ipocrita riservato a Morgan, colpevole di ammettere l'uso di sostanze piuttosto comuni nel mondo artistico.Non sorprende l'esclusione di un ragazzo dalla casa del grande fratello, colpevole di aver tirato un moccolo da incazzamento estremo (chi non lo fa?) con relativa reprimenda verbale da parte della purissima e castissima signora Marcuzzi, che a forza di bifidus actiregularis ha dimenticato i suoi calendari di Max.Non sorprende la levata di scudi contro l'Europa, colpevole di avere detto che il crocifisso è di parte e non rappresenta tutti e quindi va tolto dalle aule pubbliche, scuole, ospedali e tribunali. (in Francia, Spagna e Germania non c'è, e non mi sembra che siano Paesi governati da Satana)Non sorprende che per un trans si perda la poltrona, ma la stessa poltrona rimanga appiccicata al culo se si va con le escort (la sodomia "grida vendetta agli occhi di dio", recita un vecchio libro di cui tutti parlano ma ben pochi leggono). L'ipocrisia va a braccetto con la monocrazia.I ladri diventano birbantelli, i magistrati vengono indicati come cospiratori, il monocrate pluri-indagato e pluri-inquisito predica la non ammissibilità alle liste regionali di soggetti indagati, monocrate escluso ovviamente.In questo delirio qualcuno ha sussulti di dignità.Ancelotti, reo di avere idee diverse dal monocrate, venne irriso e indotto ad emigrare (ora guida la classifica inglese, mica male) .Leonardo, reo di allenare la squadra del monocrate, viene dileggiato (e risponde, se non vi va bene me ne vado e non voglio neanche i soldi...! Una risposta talmente incomprensibile per il plutocrate-monocrate da farlo restare muto per oltre un minuto).Veronica è giunta alla conclusione che la dignità individuale vale più di una principesca, reiterata menzogna. Perchè in Italia non si tratta più di una faccenda politica, di essere di destra o di sinistra: è una questione di dignità nazionale. Gilberto Borzini

Un vero PUTTANAIO

Che tirasse più di un carro di buoi in salita era fatto noto e acclarato.Che fosse considerata merce di scambio, anche.Ma che l'Italia governata dal PDL si risvegliasse scoprendosi un vero PUTTANAIO non accadeva dai tempi di mani pulite, e forse neppure da allora.Da 16 ANNI (dicasi sedici anni) aspettiamo un governo liberale che riduca la burocrazia, il peso del "pubblico" con relativo debito, rimodelli le normative per renderle comprensibili e riduca le tasse a favore delle piccole e medie imprese. Da 16 anni aspettiamo e nulla è alle viste.In compenso scopriamo un'estensione paurosa della corruzione, passiamo nottate ad ascoltare discussioni sulla necessità di non far processare Mr. B, ci dilettiamo tra comparsate televisive di puttane semplici, accompagnatrici pentite, escort missionarie e trans costosissimi che allietano le giornate e le nottate dei VIP (VIP ? Very Important Prostitute ???)Mentre le case crollano ci si sfrega le mani pensando alla ricostruzione, mentre le colline franano c'è chi pensa la stessa cosa.Nevicate, esondazioni, burrasche per qualcuno sono come la manna dal cielo per gli ebrei nel deserto.Si arrestano gli sciatori fuori pista, si danno contratti milionari a chi non mette in sicurezza il territorio.Pacchetti di sigarette farcite di mila euro passano di mano, gentili signore la danno conto terzi e il business aumenta.Intanto le PMI chiudono, gli operai stanno sui tetti a protestare, i pensionati boccheggiano, a scuola si studia più latino che inglese o matematica - tanto per migliorare la nostra competitività tecnologica - i negozi tirano giù la saracinesca lasciando spazi vuoti nelle vie urbane come in bocche senza denti, le scuole private ricevono un sacco di soldi che farebbero funzionare meglio la scuola pubblica, la sanità è controllata da un cartello di squali.24 mesi per attivare un birrificio artigianale non sono un record, ma il tempo per cui le varie "competenze" territoriali si mettano d'accordo. 3,70 euro è il prezzo medio al chilo del pane comune. L'aglio ha superato quota 6 euro al chilo: farsi due spaghi aglio e olio comincia a diventare caro.Il debito pubblico aumenta vertiginosamente. I potenti trombano allegramente.Le auto giapponesi vengono immatricolate per far salire i titoli delle azioni, poi ritirate dal mercato per essere rivendute in Cina, Africa e Sud America (non perfette, magari insicure ma a buon prezzo). Il governo non da contributi per le auto e il titolo FIAT sale di 4 punti, finalmente libero di chiudere Termini, Pomigliano e altri impianti.Le banche cantano e ballano in tv. I clienti delle banche saltano o fanno i salti mortali per ripianare lo scoperto.Culetti agitati e tette ballerine popolano lo spazio catodico e le cene familiari.Un completo puttanaio dove tutto è lecito tranne morire in pace (a dio e ai suoi emissari piace farci soffrire fino alla fine).Così dovremmo andare a votare, per mettere una croce e assecondare il volere delle segreterie politiche che stabiliscono, per noi, gli yes men da mandare al potere.E se invece che scrivere una croce ci mettessimo una croce sopra ? Gilberto Borzini

mercoledì 17 febbraio 2010

ERRORI MEDIATICI

La TV immagina di interpretare, quando non anticipare, i gusti del proprio pubblico.Il "potere" che governa le reti televisive immagina, a sua volta, che il pubblico bischero segua pedissequamente il verbo mediatico.Così, per fortuna, non è.Durante il "milionario" l'immarcescibile Scotti domanda quante squadre compongono il campionato di serie A: né il concorrente né il pubblico sanno rispondere.Scotti si sorprende, ma la realtà dei fatti è che al grande pubblico del Calcio non interessa più di tanto.Ore e ore di trasmissioni, commenti e analisi riguardano, parlo di calcio, un'esigua platea e i reali interessi economici delle presidenze dei club.Lo stesso si può dire delle gare di Formula Uno, trasmissioni sempre adatte per una siesta pomeridiana.Insomma, esiste uno scollamento tra le "proposte" televisive e gli "interessi" del pubblico.La "targettizzazione" della gnocca, per esempio, è sconcertante.Rai Uno, convinta di avere un pubblico di camionisti cerebrolesi, perpetua l'immagine di femmina esuberante mandando in onda una Valeria Marini che dopo anni di tentativi dimostra di non avere alcun talento artistico, satura l'etere con un abbronzatissimo conduttore, rievoca mummie canore grazie a Pupo, gioca con i pacchi sostenuta da un conduttore che vorebbe sembrare un simpatico vicino di casa, senza riuscirci.Rai Tre manda in onda un'estetica assente, per non dire un'anti-estetica, condita da tentativi di simpatia (simil satira, mono tematica) non sempre azzeccati e alla lunga davvero stucchevoli.Mediaset propone a un pubblico pensionato canoni di virilità e di sensualità adatti ai quindicenni.Tutti fingono di ignorare che al pubblico interessano i contenuti (vedi il successo delle trasmissioni di informazione) e non le "patate" bollenti o i tronisti.La TV esprime solo se stessa, e non sembra più in grado né di intercettare né tantomeno di comprendere i gusti e la sensibilità del suo pubblico.L'insistenza sui corpi rifatti, sulla perfezione (immaginaria) di un modello estetico dove la mente ricopre un ruolo secondario rispetto alle tette ha decisamente stufato.L'insistenza sul giovanilismo verso un pubblico mediamente over 50, produce effetti boomerang di disaffezione.L'insistenza su target di ragazzine e ragazzini, che non guardano la tv ma chattano su face-book, è risibile.L'insistenza su Morgan sì o Morgan no produce un'irresistibile tentazione di rigetto di Sanremo e delle formosità non sembre gradevoli della sua conduttrice.Il criterio per cui "nazional-popolare" debba essere anche idiota e grasso andrebbe rivisto dai vertici delle tv generaliste.Il pubblico è stufo di essere considerato idiota.Se paga il canone lo fa per paura della legge, non per convizione.E, per quanto ne so, ha una gran voglia di smettere. Gilberto Borzini

LA SINDROME DI CINCINNATO

In Giappone, dove l'occidente ha trovato la sua espressione più parossistica, molti giovani tornano al lavoro della terra, riscoprono lo scintoismo, i canoni dei samurai e la fede nell'imperatore.In Svizzera, paradigma del capitalismo bancario, l'esercito marcia allegramente verso la disfatta economica, senza benzina e senza pneumatici di ricambio per i propri mezzi.Il "sistema" occidentale nel suo complesso sta subendo una profonda revisione, negli atteggiamenti e nei comportamenti, quasi come si fosse in corso una rivoluzione culturale strisciante, di base e non imposta dal vertice.Il "ritorno alle origini", ad un sistema di scambio per necessità e non per diletto è un po' meno intenso in Italia, paese "forte" di un mercato giovanile che, in assenza di un sostrato culturale significativo, continua a essere preda della pubblicità, della moda e della televisione.Fino a quando non avrà più in tasca le risorse sufficienti per acquistare una valanga di prodotti inutili.Il ritorno alla terra, la sindrome di Cincinnato, è probabilmente il momento più alto e significativo del ripudio di un modello economico e sociale che negli utlimi sessanta anni ha portato, a fianco di un apparente benessere materiale, indebitamento economico, depressione culturale, disaffezione sociale e incomprensione valoriale.Non si tratta di un nuovo movimento come furono quello degli Hippies (edonista) o l'antitetico degli Yuppies (materialista) ma di una nuova cultura capace di sovrapporre e rendere complementari la cultura tradizionale con modelli efficienti di produzione di beni reali, primari e necessari.Viva Cincinnato ! Gilberto Borzini