martedì 19 luglio 2011

Soluzione Finale

Che i mercati finanziari non reagissero positivamente alla manovra disperata di Tremonti era prevedibile.
D'altra parte salvare capra, cavoli, agnello, lupo e barcaiolo è una manovra impossibile.
La scelta del Governo si rivela per quella che è : mantenere salde le posizioni del grande capitale e affondare i deboli tagliando i sostegni alle famiglie, i sussidi alle categorie protette, senza immaginare un futuro per gli studenti capaci ma non abbienti, per la ricerca, per le famiglie numerose.
Mentre gli scandali si susseguono e le richieste di incriminazione e cattura diventano ogni giorno più ingombranti per i rappresentanti del PDL, a tutti i livelli di governo, nazionale e locale, sul ponte di comando si fa finta di litigare e di avere delle idee.
Calderoli (Lega Nord), già responsabile di una legge elettorale ignobile, propone un'improbabile riforma costituzionale, ben sapendo che i tempi sono tali da rendere la cosa un puro bluff, ideale per tirare a campare.
Casini e Fini rimangono semi addormentati sulla sponda del fiume ad aspettare di veder passare il cadavere politico di Berlusconi, evitando accuratamente di andarlo a stanare e cecchinarlo - politicamente si intende - su questioni come famiglia e norme sul fine vita dignitoso.
Il PD passa in testa nei sondaggi elettorali, fermo restando che il partito di maggioranza è rappresentato da chi non va a votare e dagli indecisi.
Nichi Vendola supera il 7% e SEL diventa il secondo partito della sinistra con cui il PD non può non fare i conti, insieme con l'IDV di DI Petro che sembra essere l'unico ad avere le idee chiare con una piattaforma di proposte di legge popolare a prima vista interessanti e ragionevoli.
Il quadro, quindi, è di confusione totale, di ingovernabilità certa anche nel caso di un cambio di Governo e di assetto istituzionale.
La FIAT di Marchionne usa il ricatto come sistema d'impresa, manifestando ormai chiaramente l'interesse a dismettere l'operatività in Italia.
La Confindustria della Marcegaglia rincorre Marchionne, col benestare di due sindacati su tre (CISL e UIL), che del benessere e del futuro dei lavoratori se ne impippano allegramente.
I negozi chiudono, le piccole imprese liquidano, i lavoratori perdono garanzie e lavoro, lo stato sociale si dissolve.
Non esistono più i poli di interesse strategico nazionale: chimica, cantieristica, siderurgia, bianco, tessile, sono gli ectoplasmi della potenza industriale di neppure un decennio fa.
Un quadro complessivo che fa rimpiangere l' IRI e le politiche industriali democristiane degli anni 50-80.
E i mercati giocano al ribasso con un'altalena di crolli e recuperi minimi da sempre gioco preferito per le vendite allo scoperto.
L'Europa non c'è, imbrigliata dalla burocrazia che è l'unico motivo di esistenza dell'Unione Europea.
Der Spiegel titola "Ciao Bella", con l'Italia illustrata come una gondola alla deriva, che si stacca dalle Alpi e naviga verso l'Africa.
Manca poco all'autunno, quando anche i nodi energetici verranno al pettine e le bollette impazziranno grazie alla stupidità di questo Governo che è riuscito in pochi mesi a giocarsi male l'alleanza strategica dell'ENI in Libia, in Algeria e in Russia.
Col petrolio a 100 dollari (e siamo in estate), l'oro a 1600 dollari, gli interessi sui BOT al 6%, la situazione complessiva non ha che una soluzione: resettare il tutto.
E' palese il fatto che questo "sistema" non regge, non sta in piedi, è una bufala che fa solo gli interessi del capitale speculativo e finanziario in Italia come in Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo, Thailandia, Islanda, Malesia e molti altri Paesi di cui non si parla. La Malesia ha risposto picche al FMI e si è tirata su, l'Islanda ha mandato a quel paese FMI e banche internazionali e sta, lentamente, rinascendo. La Thailandia proverà a rinunciare alle pretese del FMI, governato dalle banche centrali asservite agli interessi della merchant bank Goldman Sachs.
I Paesi europei in difficoltà devono scegliere se restare nell'orbita del FMI (e della BCE sua badante) o ridefinire i modelli di un'economia strutturale, slegata dalla finanza speculativa.
Scelta non facile e certamente non indolore ma unica scelta percorribile per ripartire, rilanciare, sognare un nuovo sviluppo.
 
 
 
gil borz
 

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