domenica 18 settembre 2011

il Grande Cambiamento

 

Basta guardare un albero per capire che l'ultima foglia dell'ultimo ramo è "connessa" alle radici Un albero è un sistema complesso. La società è un sistema complesso.

In questo il macro e il micro si incrociano e si assomigliano, come spesso accade.

L'Europa e l'Italia hanno perso di vista in questi ultimi anni la propria Storia, le radici, i valori, la cultura, avvolte in una Storia più grande, globale, nel tentativo di adeguarsi al cambiamento, di rinnovarsi, di partecipare al grande gioco che altrimenti annichilirebbe il continente.

Sono periodi che includono tutti, di cui si ha coscienza o meno, che raccontano solo a posteriori quanto è accaduto.

Se nei secoli precedenti Stati e individui dovevano organizzare il proprio percorso partendo dalla radice di provenienza, l'attuale scenario globale ci informa che le radici sono ininfluenti, che i ponti col passato e la tradizione, vanno tagliati di netto. Se nei secoli precedenti la tradizione era l'ancoraggio vitale, oggi è solo un retaggio, una certezza di sconfitta, la negazione dell'integrazione necessaria.

Viaggiamo tutti su un volo low-cost, dobbiamo lasciare a terra la valigia pesante e viaggiare col bagaglio a mano.

Nei miei corsi aziendali insegnavo che la riorganizzazione implica l'annullamento dei processi precedenti e la ricostruzione dei processi in un percorso bottom-up, cosa diversa quindi dall'adattamento che è una modifica parziale dei processi di modello top-down. Il nostro modello originario di tipo gerarchico lascia spazio al modello insiemistico (lo descrissi nel 1998 come "gerarchia degli insiemi") in cui la "rete" è il canale essenziale, lo strumento base.

 In questi giorni ho visto in edicola un libretto dove si presenta al mondo italiano il modello "kaizen", adattamento sistemico e permanente di origine giapponese. Cose che insegnavo dieci anni fa e oggi, a mio avviso, totalmente superate. Il modello attuale rinnega il "cambiamento adattativo" ma esige la "riorganizzazione sistemica e dei processi", nelle imprese, nella Governance e negli individui.

Forse i Maya avevano l'occhio lungo, certamente quanto sta accadendo è una vera "rivoluzione", una radicale modifica delle relazioni e del modello di pensiero. La data del 20.12.2012 è coerente con la mutazione in corso.

Passeremo dal pensiero solipsista al ragionamento reticolare e condiviso, dal governo centrale alla wiki-democracy: le convulsioni in corso nello scenario globale rappresentano il crollo del precedente modello, l'agonia del passato. Le categorie economiche e politiche del passato, anche recente, vengono spazzate,  annullate, ridisegnate, resettate.

Il processo include tutti, volenti e nolenti. Dobbiamo ripensare i modelli sociali, economici, politici, relazionali. Dobbiamo scrollarci il passato dalle spalle, guardare esclusivamente al futuro senza immaginarlo clone del passato.  

La società si trasformerà da "ramo che pensa se stesso come autonomo", ad "albero come sistema complessivo".

E' questo il grande cambiamento che abbiamo davanti ai nostri occhi.

Per conquistare questo obiettivo dobbiamo avere il coraggio di interiorizzarlo, di tagliare i ponti con la tradizione, il passato, i modelli di riferimento. Non sarà un cambiamento indolore, ma è un percorso avviato, irrinunciabile in cui chi si ferma per guardare indietro resta inevitabilmente escluso.

 

http://paroladiborz@blogspot.com

 

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