sabato 26 marzo 2011

20456 GIORNI

Ho superato le mie personali aspettative. Giorno più giorno meno bazzico da queste parti da 20546 giorni. E in questo tempo il mondo è totalmente cambiato.

C'era il lavoro inteso come dignità, fatica e – possibilmente – giusta retribuzione. C'erano famiglie, rispetto, etica della ricostruzione post bellica, il grande sogno dell'economia socialmente diffusa e redistribuita, la concentrazione sul necessario e il fondamentale. C'erano bar e parrucchieri, mercati e negozietti: c'era il rapporto tra le persone. C'era la Società.

20456 giorni dopo il lavoro è affanno, inseguimento di un precario rapporto tra i debiti contratti e la voracità di banche e finanza. Scomparso il rispetto, sparita la solidarietà, evanescente il concetto di Società, malamente sostituito dalle "amicizie" on line. Da una precarietà che andava consolidandosi in crescita a un crollo sistemico che presenta un conto di precarietà costante. Dalla "mezza porzione" in trattoria al "all you can eat" nei fast food.

In mezzo noi. Noi persone. Noi dimentichi della vulnerabilità individuale, oniricamente proiettati in un pianeta illusorio di oggetti e prestigio e riportati di schianto col sedere per terra a barattare la nostra dignità per un tozzo di pane. Dai diritti dei lavoratori al ricatto dei lavoratori. Con l'universo  femminile tornato al mercimonio che rende più del precariato.

20456 giorni che hanno disegnato una grande iperbole: quella della dignità della persona.



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Gilberto Borzini
 

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