lunedì 18 aprile 2011

La Passione e Hare Krishna

Chiunque abbia incrociato un gruppo di Hare Krishna sa che i fedeli cantano, sorridono e danzano per lodare il creatore delle cose e della vita. E' un bel modo per dire grazie alla propria divinità.

Diversamente le religioni monoteiste sono cupe, sature di sensi di colpa, traboccanti di fiamme, torture e penitenze eterne anche per il solo aver pensato di peccare.

Da un lato la gioia di vivere, e di esserci, dall'altro l'oppressione della sottomissione a un dio bizzarro e crudele.

Forse è una questione di clima: i monoteismi nascono in regioni desertiche e aride.

Forse una questione di alimentazione: i padri delle diverse chiese avevano diete dannose, Lutero  soffriva di stipsi ostinata e di emorroidi e generalmente parlando i dispeptici e i colitici non sono tipi allegri.

Clima e alimentazione, certo, incidono: i polinesiani che si nutrivano di pesce e cocco erano allegri, i messicani che avevano una dieta a base di mais e fagioli erano tristi e cattivi. Adesso entrambi mangiano surgelati e guardano la tv con sguardi inebetiti….

Il dramma, però, è che lo scimmione umano ha cercato per millenni risposte a ciò che non conosceva e non capiva dando a tutto il nome di "dio", attribuendogli caratteristiche talmente antropomorfiche da renderlo persino grottesco, tanto che Stendhal scrisse che "dio ha la sola giustificazione di non esistere".

Stasera la7 presenta la "Passione" di Mel Gibson: bel film (bel mattone in aramaico e latino)  che mi pone una semplice domanda. Perché un dio di bontà non si è limitato a portare saggezza e sorriso, pietas e compassione alle proprie creature? Mah … Hare Krishna a tutti !

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