sabato 6 novembre 2010

IL VIZIETTO

Nel 2009, in virtù di un consistente curriculum operativo, fui cooptato nella Consulta Nazionale del Turismo presieduta dall'on.le Nicola Bono dietro indicazione delle sedi provinciali di Alleanza Nazionale di Alessandria e di Cuneo.
La Consulta, la cui partecipazione ai lavori era totalmente gratuita, lavorò rapidamente per la formulazione di una  nuova Legge Quadro del turismo, ma i suoi lavori vennero fermati, e la Consulta stessa scomparve, quando venne nominata Ministro del Turismo tale Michela Brambilla da Lecco, eccellente imprenditrice alimentare e valida presidentessa provinciale di associazione d'imprese, ma che di turismo, come spesso accade in Italia, non è grande esperta.
"Turismo" è termine che raggruppa troppi elementi per essere considerato disciplina semplice, tanto che definiamo il turismo come industria, in virtù della complessa macchina operativa e funzionale.
Esistono diversissime forme di turismo, sia legate alla struttura paesaggistica, sia ai modelli culturali, sia, soprattutto, alle modalità di fruizione, ovvero ai mercati di consumo potenziali e attivi.
Fatto sta che in Italia, Paese dal potenziale estremo di Turismo e di Cultura, si da per scontato che i due soggetti (turismo e cultura appunto) funzionino da sé, per cui ai vertici dei sistemi vengono messi amici o utili idioti, e poco importa se l'amica immagina di fare promozione turistica abbracciando somari in tivù o rinnegando il Palio di Siena, o se l'utile idiota, davanti al crollo di Pompei, affermi laconico che non ci sono denari, neppure per l'ordinaria manutenzione.
Il vizietto di attribuire poltrone e poltroncine agli amici è, purtroppo, esteso nella penisola, e magari si predilige un fastoso e spendibile pedigree accademico ad un'onesta gavetta trentennale, pur sapendo che l'antico motto "chi sa fa, chi non sa insegna" è nella sostanza veritiero.
Abituato per prassi a giudicare in base ai risultati osservo che troppo spesso i neo eletti attribuiscono valore di interesse generale ai propri interessi personali, e non mi sorprende che un giovane in procinto di sposarsi ponga attenzione ai "matrimoni di charme", indipendentemente dalla struttura e dalle criticità del territorio, così come l'animalismo da copertina della Ministra del Turismo tende a influenzare gli obiettivi turistici nazionali.
Il turismo, in quanto industria, è oggettivo: ha mercati, risorse e modelli organizzativi che vanno disgiunti dalle preferenze, dalle aspirazioni e dai gusti individuali di chi è insediato al vertice della macchina organizzativa.
Questo, in Italia, è difficile da far capire. Il vizietto si replica all'infinito.
 

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