Nel 2009, in virtù di un consistente curriculum operativo, fui cooptato nella Consulta Nazionale del Turismo presieduta dall'on.le Nicola Bono dietro indicazione delle sedi provinciali di Alleanza Nazionale di Alessandria e di Cuneo.
La Consulta, la cui partecipazione ai lavori era totalmente gratuita, lavorò rapidamente per la formulazione di una nuova Legge Quadro del turismo, ma i suoi lavori vennero fermati, e la Consulta stessa scomparve, quando venne nominata Ministro del Turismo tale Michela Brambilla da Lecco, eccellente imprenditrice alimentare e valida presidentessa provinciale di associazione d'imprese, ma che di turismo, come spesso accade in Italia, non è grande esperta.
"Turismo" è termine che raggruppa troppi elementi per essere considerato disciplina semplice, tanto che definiamo il turismo come industria, in virtù della complessa macchina operativa e funzionale.
Esistono diversissime forme di turismo, sia legate alla struttura paesaggistica, sia ai modelli culturali, sia, soprattutto, alle modalità di fruizione, ovvero ai mercati di consumo potenziali e attivi.
Fatto sta che in Italia, Paese dal potenziale estremo di Turismo e di Cultura, si da per scontato che i due soggetti (turismo e cultura appunto) funzionino da sé, per cui ai vertici dei sistemi vengono messi amici o utili idioti, e poco importa se l'amica immagina di fare promozione turistica abbracciando somari in tivù o rinnegando il Palio di Siena, o se l'utile idiota, davanti al crollo di Pompei, affermi laconico che non ci sono denari, neppure per l'ordinaria manutenzione.
Il vizietto di attribuire poltrone e poltroncine agli amici è, purtroppo, esteso nella penisola, e magari si predilige un fastoso e spendibile pedigree accademico ad un'onesta gavetta trentennale, pur sapendo che l'antico motto "chi sa fa, chi non sa insegna" è nella sostanza veritiero.
Abituato per prassi a giudicare in base ai risultati osservo che troppo spesso i neo eletti attribuiscono valore di interesse generale ai propri interessi personali, e non mi sorprende che un giovane in procinto di sposarsi ponga attenzione ai "matrimoni di charme", indipendentemente dalla struttura e dalle criticità del territorio, così come l'animalismo da copertina della Ministra del Turismo tende a influenzare gli obiettivi turistici nazionali.
Il turismo, in quanto industria, è oggettivo: ha mercati, risorse e modelli organizzativi che vanno disgiunti dalle preferenze, dalle aspirazioni e dai gusti individuali di chi è insediato al vertice della macchina organizzativa.
Questo, in Italia, è difficile da far capire. Il vizietto si replica all'infinito.
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