martedì 16 novembre 2010

IL GOVERNO DEI SAGGI

E' forse venuto il momento di ripensare con serietà al concetto di Democrazia a suffragio universale.
A tutti è noto che se in Algeria, pochi anni or sono, fosse dato esito al suffragio popolare i fondamentalisti islamici avrebbero assunto il potere, così come accadde una trentina di anni fa nell'Iran di Khomeini.
La manovrabilità della pubblica opinione, grazie alla prepotenza dei mezzi di comunicazione di massa, non determina una sovranità popolare, ma la sovranità di chi meglio usa i mezzi di comunicazione, siano essi i pulpiti delle parrocchie o le trasmissioni televisive, spesso provocando danni immensi.
Mussolini venne democraticamente eletto, il rifiuto dell'energa nucleare venne democraticamente sancito, Bush jr venne rieletto con un plebiscito : quanto influisce l'emotività sul voto popolare? e quanti danni produce l'emotività allo sviluppo coerente di una società di estrema complessità quale quella contemporanea ?
Si può governare emotivamente una nazione immersa in un continente le cui fondamenta economiche e politiche scricchiolano paurosamente ?
I dati OCSE relativi alle competenze analitiche e critiche degli studenti sono, in questo senso, scoraggianti: disegnano un Paese con qualifiche formali a cui non corrispondono competenze di ragionamento, ed è probabile che gli stessi dati possano essere replicati sull'universo della popolazione.
Siamo abituati a pensare, o indotti a pensare, che la democrazia sia la miglior forma di governo.
Ma su questa abitudine occorre operare un ragionamento "laico".
Forse al posto della tessera elettorale bisognerebbe istituire una "patente a punti" elettorale, ottenibile previa esame di qualificazione, un test attitudinale simile ai quiz che l'OCSE o il progetto PISA propongono agli allievi degli istituti secondari.
Forse non otteremmo il "governo dei saggi", ma più probabilmente un governo di minor espressione emotiva, capace di esprimere progetti e programmi, non simpatia o antipatia viscerali.
Quando il potente di turno si appella costantemente alla "volontà popolare" ricorda altre frasi, diverse ma coerenti, come "dio me l'ha data, guai chi me la tocca", ed esprime lo stesso concetto di potere.
Una riflessione senza pregiudizi, laica appunto, sarebbe davvero necessaria su un argomento per nulla secondario.

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