venerdì 5 novembre 2010

A TESTA IN GIU'

Per molti anni ho frequentato il mare. Non le spiagge su cui rosolarsi, ma il mare sotto la superficie.
E' un mondo a sè, dove il contrasto tra la luminosità della superficie e l'oscurità dell'abisso pone l'osservatore in una posizione intermedia, in un purgatorio fluido che separa la luce dal buio, con quella vaga consapevolezza che dal buio possa emergere un mostro divoratore.
L'acqua è un elemento diverso dall'aria e dalla terra. Noi bipedi siamo abituati a dividere aria e terra: la terra nutre e viene calpestata, è un punto permanente di appoggio, l'aria da la vita.
Per i pesci non esiste un punto di appoggio, tranne per poche specie come le sogliole. I pesci nascono respirano, si nutrono, si accoppiano, defecano, muoiono nell'acqua.
Ma anche per i pesci esiste un sopra e un sotto: nessun pesce nuota con la testa all'ingiù. Se trovi un pesce con la pancia in alto vuol dire che è morto.
Esiste quindi un rapporto tra il centro di gravità e la vita. Un pesce vivo reagisce alla gravità tenendo la pancia orientata verso il centro gravitazionale. Un pesce morto no.
Senza un centro di gravità si perdono le coordinate essenziali, senza un polo di attrazione il sistema vitale sbanda e si perde.
Tengono la posizione i molluschi abbarbicati alle scogliere, ma è gente senza spina dorsale e senza palle, sempre bisognosa di aggrapparsi a qualcosa.
La vita ha delle regole: un rferimento gravitazionale è fondamentale.
Quando nella vita fisica o nella vita sociale viene a mancare il centro gravitazionale i viventi impazziscono, i branchi vagolano senza meta, le balene spiaggiano, i mostri marini risalgono verso la superficie.
In politica avviene la stessa cosa.
 

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