Parole grosse volano tra Parigi e Bruxelles, con tappa a Strasburgo, rimbalzando tra Madrid, Praga e Roma.
La questione dei Rom travalica i campi nomadi e le cattive abitudini di chi li abita.
L'Unione non ammette discriminazioni di razza, ma questa nobile ammissione di principio apre le porte a una nuova e ben peggiore discriminazione, quella di casta.
I poveri hanno la tendenza a cercare soluzioni fantasiose per mettere insieme il pranzo con la cena, spesso a danno dei meno poveri, meglio se ricchi.
Gli emarginati hanno la pessima abitudine di mettersi contro al potere costituito.
Insomma, i poveri e gli emarginati strappano il velo ipocrita della società perfetta che il sistema Europeo vorrebbe spacciare per vita reale.
L'Unione Europea, organismo perfettamente burocratico, tende a normare tutto il normabile, compreso l'inutile, per giustificare la propria esistenza.
E' un' Europa occhiuta, cieca, sorda, spesso frustrante, che non prevede che le cose possano andare male, e tanto meno possano andare in maniera diversa da come la norma le prevede.
Il sogno burocratico europeo è una società omogenea, tremendamente piatta, in cui tutti fanno le stesse cose nello stesso modo, con gli stessi mezzi e metodi, piallati sul sistema di sostegno alla valuta europea. Una società di tipo robotico, del consenso silenzioso, basato sul non conflitto sociale in cambio di un welfare sorridente.
Nel momento in cui la congiuntura economica mette in crisi il welfare sorridente il gioco salta e le tensioni esplodono.
I Rom sono brutti, sporchi e cattivi perchè non lavorano, non seguono modelli culturali preordinati, cantano fuori dal coro.
Oggi i Rom sono indicati come pericolosi per alcune società.
Domani lo saranno i poveri, quando la fine del lavoro porterà masse ingenti di persone oltre la soglia di povertà sulla quale finora si dibattono.
Il cane si morde la coda inutilmente.
Il problema non sono i Rom.
Il problema è il modello sociale basato sul lavoro.
Se il lavoro viene a mancare crolla il castello, salta il tavolo, i conti non tornano, il welfare scompare: molti i segnali che vanno in questa direzione.
L'Unione è nata monetaria, ha messo il suo destino nelle mani dei banchieri, e i banchieri hanno ucciso la classe media, vera colonna portante di qualsiasi società complessa.
L'Unione non prevede la povertà tra le possibili categorie sociali, o meglio la comprende nella misura massima del 5% : sopra quella soglia si apre uno scenario catastrofico per la contabilità erariale.
Le parole grosse a proposito dei Rom sono l'anticipazione di parole ancor più violente destinate al problema della povertà e dei poveri.
La deriva europea è intuibile: i Rom sono un pretesto, facile e populista, ma sono la punta dell'iceberg.
Se è vero, ed è vero, che il pesce puzza sempre dalla testa il centro della questione è strutturare il modello sociale a sostegno della riqualificazione della classe media.
Redistribuire gli ingenti profitti dei finanzieri e degli speculatori a sostegno degli artigiani e delle piccole imprese.
Normare le relazioni commerciali favorendo le imprese locali e non quelle globali,nella produzione come e soprattutto nella distribuzione, vero killer della piccola impresa.
Ma su questo fronte non si sentono nobili parole a Bruxelles, a Parigi, a Praga, a Madrid o a Roma.
Molto più facile prendersela con i Rom.
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