giovedì 2 settembre 2010

IL SENSO DELLA VITA

Da qualche parte nel Corano si dice che la vita è un purgatorio in cui gli uomini sono chiamati a perfezionarsi e purificarsi per accedere al paradiso o finire all'inferno: una specie di torneo con relativi premi e punizioni.
Sarà che ho letto il Corano in traduzione italiana, perchè le sfumature dell'arabo antico mi sfuggono, ma l'idea di essere stato inserito in un gioco a premi senza averne fatto richiesta mi secca oltremodo.
La tradizione cristiana non è da meno: non fai tempo a nascere che sei già macchiato da un fantomatico peccato originale, una cosa che avrebbero compiuto due ominidi millenni fa, e che grava ancora come un macigno sull'umanità. Da qui il fatto che devi passare una vita di espiazione, per una roba che tu manco sai cos'è.
Pura follia.
Nel buddhismo si dice che siccome la vita è sofferenza e la sofferenza è data dal desiderio, bisogna abolire i desideri per non soffrire: annullare il corpo (insana fonte di desideri quali la fame e la copula) per congiungersi idealmente alla complessità dell'universo.
Affascinante teoria, ma che non spiega perchè si debba ostacolare un corpo che è l'unica cosa che ci consente di esistere.
Le religioni si sforzano di dare un senso alla vita, il premio, il paradiso, il nirvana che sia.
Ma il senso, a ben guardare, è lontano dall'essere comprensibile.
La vita scorre per imitazione e per contrasto: si rifà a riti e abitudini e necessità, al di fuori delle quali è dura trovare qualcosa da fare.
Da milioni di anni ogni individuo che viene al mondo fa e rifà le stesse cose,e a seconda dell'età e dello sviluppo fisiologico scopre o dimentica certi piaceri, come se ogni individuo fosse sempre il primo a scoprire le pulsioni, l'unico a conoscerle.
Una specie di gioco teatrale, in cui la parte è sempre la stessa, ma il provino è proposto a miliardi di aspiranti attori.
Insomma, sa di presa in giro.
Per cui se la vita è una presa in giro, o una combinazione di abitudini e necessità fisiologiche, l'intera storia della filosofia va gettata nel cesso.
L'intero pacchetto delle religioni fa resettato.
Tutto ciò che ha cercato, o cerca, di dare un senso a ciò che senso non ha va ignorato.
Se riuscissimo a farlo probabilmente ci siederemmo davanti a un fuoco e ci domanderemmo: e adesso a che cosa possiamo pensare ?
E presumo che non troveremmo risposte neppure a quella domanda.

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