venerdì 15 ottobre 2010

I NUOVI MISTICI


In qualsiasi periodo di smarrimento etico la mistica corre in soccorso degli intellettuali e dei supposti tali.
Cantanti studiano i mistici Sufi, i Veda vengono sfogliati nelle notti d'autunno, Lao-Tse e Confucio competono per il premio Bancarella.
La ricerca di un'entità ultima coincide con il bisogno della finalità esistenziale.
Ai tempi di Babele tutti parlavano e nessuno si capiva, troppo presi dal proprio egoismo per accettare l'altro e il suo pensiero.
Persino le parole, per eccesso di relativismo, sono diventate complesse avendo bisogno, per essere intese, di una semantica comune, di una struttura cognitiva e neurolinguistica condivisa, di un sostrato culturale - e soprattutto sub culturale - identitario.
La scomparsa dell'identità ha ridotto la lingua ad un farfuglio, la comprensione allo zero.
Quando ognuno crea i suoi propri schemi identitari, quando mille sottogruppi elaborano i propri slang di auto riconoscimento, la comprensione affonda, Babele insorge.
La decadenza dell'occidente si palesa nelle piccole cose e in ogni decadenza si va in cerca di una verità che dia il senso dell'assoluto, del permamente.
Incerti sulla realtà fisica si inciampa, regolarmente, nella mistica, una mistica di conforto che traduca lo smarrimento in speranza.
Ma anche questa ricerca è egoismo, è il binario solipsista dell'autocelebrazione, del distacco dall'altro, del rifiuto di sporcarsi le mani col mondo quotidiano, la nemesi della delusione sociale.
Quando la mistica, o la Fede, è solo ricerca della propria salvezza, disancorata dall'agire pubblico, dal coinvolgimento, dalla ricerca di soluzione sociale, non vale.
Santo è chi scende nella merda per aiutare gli altri ad uscirne, ad alleviare la sofferenza, non chi si barrica nell'eremo gnostico del proprio ego.
In un periodo di smarrimento etico vale ricordare che il Cristo venne a portare la spada.
Oblomov e i suoi italici accoliti, figli del pensiero catodico narcotizzante, possono solo sfinirsi nel gorgo del mugugno.
Gli altri raccolgano la spada, spengano i televisori e scendano nelle strade.
 

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