venerdì 24 dicembre 2010

FUORI DAL NOVECENTO

Forse l'Italia riuscirà a entrare nel terzo millennio, con una decina di anni di ritardo.
E nel nuovo millennio potrà lasciarsi alle spalle ideologie consunte, intellettualismi miopi,stereotipi dannosi.
La svolta di Mirafiori, l'americanizzazione dei rapporti industriali che La Repubblica descrive "truce" in un triste articolo di Luciano Gallino, potrebbe mettere la parola fine su un quarantennio di iper-garantismo, di tutele unidirezionali, che sono componenti non secondarie dell'assenza di investimenti industriali in Italia e dell'orientamento speculativo e non produttivo del capitale nazionale.
La riforma Gelmini tende a muoversi nella stessa direzione, ipotizzando atenei prestigiosi con prestigiosi professori e studenti meritevoli di seguire le loro lezioni, ponendo il concetto di "merito" come asse portante del sistema formativo, sia per i discenti che per i docenti.
Due modelli orientati a dismettere gli automatismi di carriera, le garanzie eccessive che annichiliscono la volontà, i meccanismi della protezione totale che trascinano nella palude dell'inefficienza e del conformismo.
Il '68, anno di svolta fin troppo mitizzato, condusse alla radicalizzazione del conflitto regalando al mondo e all'Europa, non solo all'Italia, varie forme di terrorismo (abbiamo dimenticato Al Fatah e Bader-Meinhoff ? i dirottamenti aerei e le Olimpidi di Monaco ?).
L'Italia uscì definitivamente dagli anni di piombo con la riappacificazione nazionale dei Mondiali 1982, quelli di Bearzot e Paolo Rossi.
Poi un decennio di confitti sotterranei riemersi ed esplosi con Mani Pulite, con il conflitto irrisolto tra magistratura e volontà popolare democraticamente espressa, con le toghe a difesa di sistemi ormai obsoleti e una maggioranza popolare produttiva desiderosa di cambiamento.
Forse, se il patto di Mirafiori sarà confermato e se il governo riuscirà a restare a galla, potremo anche entrare nel nuovo millennio.
Se la resistenza sindacale e politica farà naufragare il progetto Marchionne la FIAT si manterrà americana e l'Italia naufragherà nel dimenticatoio della Storia.
 
 

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