domenica 8 agosto 2010

COMMEDIA ALL'ITALIANA

L'estate, in Italia, è periodo di libertà, una specie di carnevale ufficioso, favorito dalla vampa estiva.
Nel passato fiorivano i"governi balneari", che traghettavano maggioranze riottose da una composizione a una ricomposizione o verso nuove elezioni.
Questa estate fornisce qualche brivido in più, aiutata dalle freddure che se non fossero barzellette dovrebbero far pensare.
La barzelletta maggiore è la nascita di un polo centrista che si ispira alla "questione morale".
Un polo cioè formato dal MPA, il cui presidente è indagato per appoggio esterno ad associazione mafiosa, UDC, che annovera tra gli altri anche un certo Cuffaro, condannato in secondo grado per lo stesso reato, e FLI, il cui gran capo dovrebbe spiegare la vendita immobiliare di un bene di partito a Montecarlo e favore di una società offshore che fa capo a suo cognato.
Bel trio: adattissimo a questionare sulle moralità altrui.
E chiudiamo un occhio sul fatto che la sorella del cognato prima che con il capo avesse una relazione con tale Gaucci, formidabile Adone, bello come un dio greco, candidato al Nobel per la finanza creativa, di cui certo ella ammirava più le doti di prestanza che il portafoglio.
Altra barzelletta riguarda il PD, che vuole cacciare il terribile Berlusconi ma non vuole andare a elezioni, anche perché totalmente privo di idee e programmi.
Talmente privo di programmi e di idee che accetterebbe un Tremonti al governo, dopo avere sparato per anni con l'artiglieria pesante contro le scelte da lui operate.
Potrebbe poi dire che le cose cattive le ha volute Tremonti, quelle buone le ha fatte il PD.
Comico.
"Alle urne alle urne" grida Mister Simpatia Tonino, che dal voto vedrebbe l'IDV crescere di importanza nel desolato schieramento di centro sinistra, ai danni del PD.
Rosicchia oggi, rosicchia domani, vuoi vedere che diventa il riferiento del centro sinistra ?
Povero Gramsci, povero Berlinguer...
Alle elezioni vuole invece andare chi potrebbe starsene tranquillo a governare, forte di una maggioranza certa e di un nugolo di peones senza arte né parte, che siedono in parlamento con l'unico scopo di eseguire le volontà del capo schiacciando un bottone.
La barzelletta consiste nella smania di potere e di controllo assoluto delle truppe cammellate e degli ascari , smania che conduce l'attuale presidente del consiglio verso il modello del "tiranno" ateniese.
In linea col "tiranno" le camicie verdi lombardo-venete puntano al controllo totale del nord-est e, se butta bene, a una tornata elettorale che unisca le politiche alle regionali in Piemonte, così da non perdere l'esiguo vantaggio maturato nel nord ovest nell'impari lotta che si intravede tra il sorridente Cota e l'inappuntabile Chiamparino.
In questo clima le baruffe si susseguono a velocità incalzante: battutacce, offese, insulti, in una commedia delle parti che nulla ha a che fare con la brutta situazione sociale nazionale, ma rimanda interamente ad una lotta di potere fine a se stessa.
Una commedia all'italiana che non merita la classe dei Sordi e dei Banfi.
Una commedia con spunti da Pierino, con tanto di "cocottes", di mercimonio e di prurigini mai sopite.
Mentre l'estate trascorre osserviamo, impavidi ed eroici, lo scorrere della storia minore.
Con un dilemma: finirà questo brutto film ?
 

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