giovedì 12 agosto 2010

IL MONDO NON SI FERMA AD AGOSTO

Gli italiani, si sa, sono estremamente tradizionalisti.
Resistenti alle innovazioni, diffidenti di tutto e di tutti, intimamente ostili ad ogni cultura diversa da quella del borgo natìo - anzi, di ogni cultura tout court - , gli italiani si tuffano nelle mode con l'entusiasmo di un bambino, ma delle mode seguono l'apparenza, non la sostanza innovativa.
Primi al mondo per percentuale di  telefonini pro-capite, gli italofonici non hanno compreso che la tecnologia, telefonia e mondo web,  ha abolito alcuni concetti quali il tempo-lavoro, la settimana corta, la notte e le vacanze..
La raggiungibilità perenne e la connettività garantita praticamente ovunque fanno sì che il resto del mondo mantenga livelli produttivi elevati quando da noi si recita la commedia delle vacanze d'agosto.
Un Paese europeo, inserito a pieno titolo nella comunità produttiva globalizzata, non dovrebbe neppure permettersi di chiudere la produzione per un mese e, a dirla tutta, non dovrebbe permettersi di ridurre la produzione neppure di notte o di domenica.
Certo, qualcuno dirà che la qualità della vita va salvaguardata.
Ma la qualtà della vita non è determinata dal potere d'acquisto, ma dal come si utilizza la vita.
In un mondo basato sulla competitività produttiva le ferie di massa agostane rappresentano una resa, una bandiera bianca alzata davanti alla concorrenza.
Mentre il mondo globalizza servizi, prodotti e processi di produzione l'Italia si balnea, si incoda in autostrada, si suda nelle feste notturne di piazza al suono di un'allegria forata e fittizia, si seppellisce nei villaggi tutto compreso per farsi animare, incapace com'è di trovare in sé il divertimento e la gioia.
Mentre il mondo globalizza i mercati del lavoro e attira aziende con agevolazioni economiche, salariali e produttive, in Italia i pretori applicano pedissequamente normative superate, reintegrando personaggi licenziati per sabotaggio favorendo così l'emarginazione produttiva italiana e la fuga delle imprese dal territorio nazionale.
Mentre il mondo gira, l'Italia va al mare.
 
 
 
 

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