sabato 27 marzo 2010

NUMERI

Premessa: sono assolutamente convinto che tutti gli uomini sono uguali e devono godere degli stessi diritti. Ciò che accadde durante la II guerra mondiale, a partire dalle leggi razziali, fu un'offesa all'Umanità. Moltissime persone morirono in quanto ebree, vittime di una ideologia delirante chiamata nazismo. Tutto ciò premesso viviamo in una condizione di "mistificazione" che moltiplicando i numeri del sacrificio ebraico ha determinato la politica internazionale degli ultimi 70 anni. Per scrivere il mio ultimo romanzo, Barabba, ho sviluppato le necessarie ricerche, trovando i seguenti "Numeri" nelle fonti ufficiali che riporto di seguito. Nell'estate del 1942 il ghetto ebraico di Varsavia esisteva ormai da due anni. Il 16 novembre 1940 - secondo le fonti ufficiali tedesche - vi erano rinchiusi 380.740 ebrei. In Germania nel 1933 vivevano 522.000 ebrei. Col crescere del potere nazista molti migrarono e la popolazione ebraica in Germania allo scoppio della II Guerra mondiale era di 214.000 persone. Una pubblicazione neutrale Svizzera, la Baseler Nachrichten riporta uno studio statistico che mostra che tra il 1933 e il 1945, 1 500.000 Ebrei immigrarono in Inghilterra, Svezia, Spagna, Portogallo, Australia, China, India, Palestina e Stati Uniti. Questo studio é stato confermato dal giornalista Ebreo Bruno Blau, che cita le stesse cifre sul giornale Ebraico di New York del 13 Agosto 1948. Il Congresso Mondiale Ebraico nella pubblicazione "Unità e Dispersione" (p.377), conferma che la maggioranza di Ebrei Tedeschi lasciarono la Germania prima dello scoppio della guerra. A questi si aggiunsero 220 000 dei 280.000 Ebrei Austriaci prima del Settembre del 39. L'Istituto Ebraico delle Immigrazioni a Praga riporta che dal Marzo 1939, 260.000 Ebrei emigrarono fuori dalla Cecoslovacchia. In tutto furono 360 000 gli Ebrei rimasti in Austria, Germania e Cecoslovacchia dopo il Settembre del 1939. A questi si aggiungono le popolazioni di Ebrei Francesi (320.000), Olandesi (140.000), Belgi (40 000), Italiani (50 000), Iugoslavi (50.000), Ungari (380.000) e Romeni (725 000). I dati menzionati sopra per Francia, Olanda, Italia, Belgio, Ungheria, Romania e Yugoslavia non tengono conto delle emigrazioni avvenute a partire dal 1933 ma riportano la popolazione netta in quell'anno. Per quanto riguarda la Russia le cifre precise non sono conosciute. Lo statista Ebreo Jacob Leszczynski dichiarò che nel 39 c'erano 2.100.000 Ebrei nei territori Russi che poi furono occupati dai Tedeschi. Secondo uno studio di Loui Levine, presidente del "Comitato Ebraico Americano per l'aiuto agli Ebrei Russi", oltre l'80% (cioè quasi 2.000 .000) di Ebrei furono evacuati prima dell'arrivo delle truppe Naziste. Questa notizia viene confermata anche dal giornalista Ebreo David Bergelson che sul giornale Yiddish di Mosca l' "Ainikeit Bergelson" del 5 Dicembre 1942 riporta la notizia che oltre due milioni di Ebrei furono evacuati prima dell'arrivo delle truppe Naziste. Quindi in conclusione nei territori occupati dai nazisti a con essi alleati non si trovavano più di tre milioni di Ebrei. Di questi tre milioni non tutti furono internati in campi di concentramento, e di essi sopravvissero, secondo lo studio Ebraico del "Jewish Joint Distribution Commitee", 1.559. 600. Quindi il numero di Ebrei morti nei territori occupati dai Nazisti sarebbe al di sotto di un milione e mezzo di persone e, elemento ancora più sorprendente, i "sopravvissuti" che dopo la guerra hanno fatto richiesta di risarcimento é il doppio della cifra dei sopravvissuti riportata qui sopra. A Yalta si discussero molte cose. Stalin non vedeva l'ora di liberarsi degli ebrei dalla Russia, Churchill intendeva liberarsi del protettorato palestinese. Roosvelt desiderava una colonia "occidentale" ai confini dei territori petroliferi, dove negli anni successivi le "7 sorelle" del petrolio avrebbero sancito il dominio dell'economia americana sul mondo. Gilberto Borzini

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