sabato 27 marzo 2010
PERCHE' IL NEW YORK TIMES ATTACCA IL VATICANO ?
Attacchi concentrici: bersaglio il Vaticano, pretesto la pedofilia.
Germania, Irlanda e Stati Uniti in testa, questi ultimi guidati da un più che mai agguerrito New York Times, storico periodico democratico.
La pedofilia è un reato gravissimo ma non ignoto nel settore curiale (mia madre mi ammoniva a stare attento andando all'oratorio, e di tempo ne è passato parecchio).
La pedofilia però è un reato capace di suscitare ancora indignazione, più dei peccatucci legati al denaro o al potere.
Quello che si cerca di ottenere è un crollo della credibilità complessiva del Vaticano, partendo dai pilastri dell'etica predicata e mal razzolata.
Uscendo dal vincolo della fede cattolica, alcuni milioni di elettori potrebbero avvicinarsi ad altre fedi, in particolar modo all'anglicana (Irlanda), protestante luterana (Germania), evangelica o battista (USA). Ma l'attacco non viene dalle altre confessioni. Viene dai "media", e i media rappresentano interessi non confessionali.
Un attacco così radicale non si registrò neppure ai tempi dello IOR di Marcinkus. Eppure ci sarebbero stati tutti gli estremi per fare un gran baccano. Uscirono articoli e una mezza dozzina di libri attinenti ai "banchieri di dio", ma il trambusto rientrò, grazie anche all'abile diplomazia posta in essere da Papa Woijtiya, che seppe proteggere Marcinkus, tutelare gli interessi vaticani, ridurre il debito con la magistratura e l'erario italiano, promuovendo un paio di eventi straordinari per rimpinguare le esauste casse vaticane. Non per altro Woijtyla beatificò il fondatore dell'Opus Dei (soldificio planetario), Josemaria Escrivà, e di Padre Pio, fondatore del soldificio di San Giovanni Rotondo e indisse un anno Santo.
Evidentemente Ratzinger non utilizza la medesima diplomazia di Woijtyla, anzi: la riorganizzazione in corso dei vertici cardinalizi e curiali scuote dalle fondamenta profondi interessi sparsi nell'impero planetario vaticano.
Aggredire il Vaticano in questo momento significa provare a destituire l'autorità di Ratzinger, rallentando se non impedendo, il processo di riorganizzazione avviato dal suo pontificato.
Vale la pena allora domandarsi "di quali interessi" si tratta.
E' un caso che negli USA l'attacco al Vaticano coincida con una riforma sanitaria che, di fatto, estende l'aborto terapeutico ad ampie fasce di popolazione a basso reddito ?
E' un caso che in Irlanda l'attacco al Vaticano coincida con la necessità statale di fare cassa, eventualmente annullando le notevoli facilitazioni ed esenzioni fiscali di cui l'extraterritorialità vaticana gode ?
E' un caso che in Germania l'attacco al Vaticano coincida con un'idea tedesca dell'Europa comunitaria molto più vicina al pangermanesimo economico che non ad una cooperativa di mutua assistenza a cui partecipano i pigri cattolici e i permalosi ortodossi ?
E' un caso che l'attacco al Vaticano coincida con lo sforzo operato da Ratzinger per ridurre il dialogo interconfessionale, in particolar modo verso l'Islam?
Non dimentichiamo, tra le altre azioni di Ratzinger, il "perdono" ai Lefebreviani e il dialogo riaperto con esponenti del negazionismo, evidenti tentativi di ricompattare attorno al Vaticano le forze "dure & pure" del radicalismo cattolico.
Il "caso Williamson" , vescovo lefebreviano negazionista, ha recentemente scosso il mondo, facendo alzare la voce anche alla tranquilla, in apparenza, signora Merkel.
Sull'affermazione della "Shoah" si sono fondati i pilastri del mondo post-bellico e delle alleanze strategiche dell'alta politica.
Sulla credibilità della Shoah si fonda la credibilità delle "costituzioni democratiche", delle iniziative dell'ONU, dell'esistenza di Israele, dei conflitti armati in difesa della pace.
La "linea Ratzinger" fa paura a molti.
La pedofilia è solo un pretesto.
Gilberto Borzini
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