lunedì 19 luglio 2010

CASTITA' NON VUOL DIRE ASTINENZA

L'Amore, si sa, è indefinibile.
Dell'Amore conosciamo gli attributi possibili: il bene dell'altro, il desiderio, il rispetto, il crescere insieme, la conoscenza reciproca, la passione, la voluttà, il sentimento. C'è l'Amore per l'altro da sé, c'è l'amore per sé, c'è quello patrio e quello filiale, quello materno e quello di dio.
L'Amore, insomma, è una coperta che ognuno può trarre a sé.
Il desiderio si presenta congiuntamente al bisogno di appartenenza, alla necessità di essere riconosciuto come individuo da parte degli altri.
L'Amore è, filosoficamente, un processo ontologico, che riguarda più se stessi che l'altro da sé, e questo Amore introspettivo assume spesso tonalità egoistiche, egotiche, che traducono l'amore - con la a minuscola - in possesso dell'oggetto amato
Ma l'Amore è scambio, conoscenza reciproca, crescita personale attraverso lo scambio, la relazione, la consapevolezza dell'unione di due metà che formano un Unico.
Nel tempo storico molte parole si sono spese, e molta confusione si è creata, spesso volutamente, sul concetto di Castità.
Castità non significa Astinenza, sono concetti diversi, espressi da parole diverse, lontane persino nel significato profondo.
Castità è ordine mentale, è consapevolezza, valutazione dell'atto come conoscenza di sé e dell'altro, di sè mediante l'altro.
Nell'amore odierno, confuso con la pura sessualità egotica, banalizzato nella funzione liberatoria dell'orgasmo, non c'è castità.
Ma possiamo trovare Castità nell'amplesso consapevole, nello scambio delle emozioni, nel congiugimento fisico e mentale, nella fusione di corpi-menti in un unico corpo-mente.
E questo non significa affatto l'astinenza, né esclude dall'esperienza, paradossalmente, la molteplicità dei rapporti.
Come nella perenne ciclicità di Yin e Yian  gli opposti si ricongiungono per comporre l'intero, come nel comportamento delle particelle subatomiche che continuamente si incontrano, si congiungono, si rilasciano per ricomporsi con altre particelle, così l'Amore non pone un pregiudizio quantitativo.
Pone però un valore morale, determinato dalla consapevolezza, dal piacere del donare e del ricevere, dallo scambio consenziente e maturo, dall'esperienza tesa al miglioramento delle conoscenza di sè, dell'altro, di sé attraverso l'altro.
L'Astinenza è la negazione di sé, è la divisione platonica e cartesiana della mente dal corpo, dove la mente annichilisce se stessa frustrando la pulsione del corpo.
E' perversione, è dolore, è sofferenza, che nulla dona alla conoscenza, nulla alla consapevolezza, nulla alla reciprocità.
Ciò che non è scambio, ciò che non è reciproco, ciò che è banalizzato e non consapevole, ciò che è egoismo, come l'astinenza, non rientra nell'Amore.
 
 

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