Quarant'anni di contratti collettivi di lavoro hanno promosso la mediocrità e annichilito la motivazione individuale.
Chi era bravo si stancava di impegnarsi, avendo scarse prospettive di miglioramento, chi era sfaticato si sentiva garantito da un sistema socialista di tutela a senso unico. Chi categorizzato sindacalmente accedeva alla CIG, grande paracadute che non stimola l'aggiornamento e la formazione professionale.
Ora i nodi vengono al pettine, grazie alle leggi economiche dell'efficacia e dell'efficienza dettate dalla globalizzazione dei mercati.
L'azione di Marchionne, se pur contenuta dai lacci e lacciuoli della normativa esistente, è in grado di scardinare il sistema: tornare alla regola per cui "chi lavora guadagna; più e meglio si lavora più si guadagna" è talmente cosa di buon senso che solo gli interessi di bottega dei sindacati, e la tutela dell'ozio dei fannulloni, possono contestare.
La FIAT fa i conti, e se li fa bene non ha alternative alla convenienza produttiva.
E' una FIAT diversa da quella di Agnelli: quella era un ammortizzatore sociale, questa è un'azienda che vuole competere e vincere.
Il Paese, al contrario, non fa i conti, aggrappato al sogno socialista della tutela ad ogni costo, delle garanzie preconcette, salvo poi risvegliarsi in autunno e scoprire che non ci sono più denari per pagare i servizi sociali, che la festa è finita, che bisogna battagliare per conquistare ciò che fino a ieri si dava per scontato.
Che bisogna saper fare e saper fare meglio per potersi candidare a un impiego.
Che non basta un "pezzo di carta" ottenuto in un laureificio per pretendere retribuzioni.
Che far muovere i treni costa, che Trenitalia non fa beneficienza ai pendolari e il biglietto va pagato.
Che gli asili costano, la salute è cara, la sicurezza ha un prezzo, l'acqua è oro blu, il riscaldamento è un lusso, il telefonino è peggio del mutuo.
L'azione di Marchionne porta il primo nodo al pettine dell'economia.
Altri, in rapida successione, stanno per presentarsi modificando la struttura dei consumi, dello stile di vita, di pensiero.
Forse arriverà una ventata di consapevolezza, forse continueremo a danzare sul Titanic.
Ma i nodi, inevitabilmente, incontrano il pettine.
Esatto !! Viva i Marchionne, i Briatore, i Tronchetti, altroché gli imprenditori di una volta, gli Olivetti, i Falk, i Piaggio, squallidi inventori e uomini di scienza ed economia che davano da mangiare al paese e portavano in alto il nome dell’Italia in tutto il mondo … Oggi gli affari si fanno così; bisogna smantellarle e rivenderle a pezzi le aziende, mica produrre posti di lavoro e stabilità. Bisogna accaparrarsi contributi statali stanziati per rilanciare l’occupazione per poi utilizzarli per acquisire società straniere e licenziare migliaia di lavoratori mettendo sul lastrico intere famiglie … questa è la vera imprenditoria, questa è la vera auspicabile crescita economica. Erano 20 anni che non sentivo più parlare di sindacati, pensavo fossero delle organizzazioni estinte ormai affette da artrosi e lombosciatalgia per essersi messi a 90° da tempo immemorabile e invece scopro che esistono ancora a mettere i bastoni fra le ruote e a tesserare fannulloni. Risultato: Le azioni FIAT sono passate da un valore di mercato di 25,453 euro del luglio 2000 con la gestione Agnelli, l’ammortizzatore sociale, all’odierno 9,92 euro della brillante conduzione Marchionne. le fabbriche chiudono seguendo un principio che prima si chiamava “fallimento degli obiettivi e incapacità imprenditoriale” e oggi porta il nome di “efficienza”, i lavoratori conoscono sempre più la cassa integrazione e aumenta la precarietà dei pochi posti di lavoro rimasti. Una sola cosa è costantemente in crescita: lo stipendio degli incapaci. Viva Marchionne!!
RispondiEliminaAlberto