lunedì 26 luglio 2010

L' IMBROGLIO AFGHANO: siamo alleati o complici ?

Wikileaks ha pubblicato oltre 90 mila files riservati che raccontano l'ennesimo fallimento americano: un fallimento prima di tutto strategico, poi tattico.
L'ultimo fallimento in ordine di tempo dopo Vietnam, Iran, Grenada, Nicaragua, Somalia, Yemen, Kuwait, Iraq.
Dopo la guerra in Corea gli USa hanno conosciuto una sola amministrazione capace di risultati: fu quella di Reagan, favorita dal contesto storico e dall'azione vaticana, che vide sbriciolarsi il nemico storico, l'Unione Sovietica, senza dover neppure lanciare una granata.
Forse fu un caso, forse una botta di fortuna, fatto sta che in nessun'altra operazione geo-strategica gli USA hanno saputo sviluppare una qualsivoglia credibilità.
La nemesi degli USA è quella di coltivare e finanziare quelli che domani saranno i propri nemici.
E' accaduto in Yugoslavia, in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, con una tale monotonia ciclica da risultare quasi un tormentone storico dell'ultimo mezzo secolo.
Da tempo il sub continente latino americano si è staccato dall'abbraccio della dottrina Monroe, fino a risultare praticamente fuori da ogni controllo, con tensioni pericolose e piccole guerre nascoste in corso tra Venezuela, Colombia, Ecuador e Perù.
Il Messico sempre più assediato, se non controllato, dai narco trafficanti, unici a rendere ricca e cosmopolita Miami-Florida.
Gli USA hanno voluto la fine dei due blocchi, nella convinzione di ottenere il monopolio. Si sono ritrovati con un mondo plurimo e incontrollabile.
Discutere oggi la politica strategica degli USA è importante per chi come noi, in un occidente figlio di un dio minore, deve definire la propria identità storica.
Partecipare la via americana al non-consenso non è, a mio avviso, un buon progetto.
Alleati sì, complici no.
Su questo dobbiamo fare alcune considerazioni.
Per maggiori dettagli :

 

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