domenica 16 gennaio 2011

IL NUOVO RINASCIMENTO

La Storia è splendida perché ci spiega come agiscono gli uomini i cui comportamenti sono sempre gli stessi pur cambiando i mezzi attuativi.
Sarà per questo che a scuola la Storia si insegna poco e male.
Le repubbliche Marinare di Genova e Venezia nascono attorno al 1200 e controllano fino alla loro caduta (Genova 1805, Venezia 1848) i flussi commerciali del Mediterraneo, i rapporti con le Indie e le Russie, anche mediante la colonizzazione di Creta, Rodi, della Crimea.
Genova, dal 1400 al 1700, è la finanziatrice della monarchia spagnola; Firenze, dal Rinascimento a tutto il 1700, è la Banca che soprassiede a tutti gli interventi del potere temporale Vaticano e nelle relazioni tra questo e i vari poteri temporali continentali che seguono lo smantellamento dell'Impero romano d'Occidente;
I "Lombardi" portano l'istituto del credito su pegno in tutta Europa, e le varie "Lombard street" che si trovano da Londra a Rotterdam fino a Pietroburgo testimoniano la presenza dei loro istituti.
Seguendo i percorsi degli Istituti di Credito italiani, tra loro concorrenti, si svelano le alleanze politiche di un intero continente.
Le Signorie producono ricchezza e con quella arte e ricerca.
Fabriano inventa la carta senza la quale Gutenberg non avrebbe potuto stampare.
Con la carta di Fabriano nasce anche la filigrana e da quella il concetto di titolarità della valuta cartacea.
La Commedia di Dante è lettura essenziale per l'aristocrazia europea, come lo sono il Tasso e, soprattutto, Machiavelli che insegna la gestione politica al mondo.
Con gli Este la musica passa dal coro a cappella , riservato al rito religioso, al nobile intrattenimento, sviluppando l'arte liutaia fino alle eccellenze cremonesi, facendo nascere, di fatto, la musica moderna e gli strumenti ad essa connessi.
Col tempo l'arte e l'architettura italiana sono l'essenza dello stile in un continente che va dalle coste atlantiche agli Urali passando dal Mare del Nord.
Nel 1675 l'italiano è considerata nelle corti europee "La Lingua", tanto che Leopoldo I° d'Asburgo fonda a Vienna l'Accademia Italiana.
Bartolomeo Cristofori, a Firenze, inventa il pianoforte.
Con Pergolesi (La Serva Padrona, 1752) l'italiano diviene la lingua ufficiale del canto.
Sono le Signorie che hanno determinato il canone degli italiani creativi, esportatori di idee, di estetica, di ricchezza, di cultura e di sistemi di economia politica.
Con l'unità nazionale quasi tutte queste eccellenze scompaiono, pur rimanendo tracce inerziali di estetica nella moda, nell'architettura, e isole felici di manualità e tecnica che traducono in motori e meccanica la genialità balistica degli Archibugi.
Con l'unità nazionale, affidata per delega a una dinastia di montanari, la genialità viene compressa e la capacità di anticipazione, detta creatività, risucchiata in un vuoto culturale, in una palude attendista che annulla l'estro.
Il "localismo" è stato nei secoli la forza vitale degli italiani, capaci proprio grazie al "particulare" di esportare sistemi e modelli, credito e arte.
Nel mondo globale il localismo può essere ancora e nuovamente la risorsa, il motore, il cardine della rinascita.
Un nuovo Rinascimento Italiano è possibile, ma solamente se ogni territorio potrà sviluppare autonomamente le proprie caratteristiche e particolarità.
 
 

Nessun commento:

Posta un commento