giovedì 27 gennaio 2011

STORIA E MEMORIA

Col senno di poi sono bravi tutti a battersi il petto e a cospargersi il capo di cenere.
Se leggiamo la Bibbia, l'Antico Testamento, leggiamo la storia di un popolo che si considera prescelto dal suo dio e va a conquistare militarmente un territorio abitato da altre popolazioni. Il racconto biblico  è un susseguirsi di battaglie e stragi, in cui non si risparmiano donne e bambini con il preciso scopo di disporre di una Nazione per un solo Popolo.
Il concetto di "una nazione, un popolo" è rimasto invariato nei secoli, sotto tutti i paralleli e meridiani e molto raramente incontriamo nell'analisi storica sistemi che ammettono multietnicità e multiculturalità, per non dire delle differenze in materia di fede.
Obiettivo del vincitore è rendere omogenei i popoli e i territori conquistati alla propria lingua, la fede, l'ordinamento, la cultura e le sottoculture in genere.
Chi non si allinea, o minaccia di diventare un problema, viene eliminato. Le etnie di nicchia, considerate destabilizzanti, vengono eliminate.
Dalla Bibbia alla Prima guerra mondiale non cambia, in questo modello, nulla.
Nella prima metà dello scorso secolo il tema non era diverso, una nazione - un popolo, e non fu sviluppato esclusivamente dalla Germania nazista ma con modalità diverse da quasi tutti gli Stati ad ordinamento non democratico, ma va ricordato che anche i sedicenti democratici respinsero profughi e attivarono campi di concentramento per le etnie considerate potenzialmente ostili presenti sul proprio territorio.
La regola statunitense, creata con la costituzione americana, secondo la quale chi nasce negli USA è automaticamente cittadino americano rappresenta da un lato il bisogno di incrementare la quantità di popolazione e dall'altro l'obiettivo di determinare una uniformità iniziale coerente con il motto "un popolo, una nazione".
Oggi è la giornata della memoria. RIcordiamo che dalla Rupe Tarpea venivano gettati i corpi dei bambini nati storpi, inadatti ad uno Stato dove si lavorava e si combatteva. Ricordiamo che Sparta aveva forme di allevamento dei suoi figli piuttosto selettive.
Vogliamo piangere i morti determinati dalla crudeltà dell'agire politico, di un discutibile senso della nazione e dello stato ?
Allora ricordiamoli tutti ma mettiamo contestualmente in discussione i termini di Nazione, di Stato e di Politica.
Una cosa è la Morale, un'altra l'Etica, una terza ancora la Politica.
Stati "etici" non sono ancora comparsi su questo pianeta e laddove si è provato a imprimere una svolta etica alla politica i risultati non sono stati, nel lungo periodo, particolarmente positivi e lusinghieri.
Battiamoci pure il petto ricordando quanta ferocia sa esprimere l'umanità, ma smettiamo di pensare che esistano i buoni e i cattivi perché fuori dalle ipocrisie e dalle mistificazioni di circostanza, siamo tutti simili.
 

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