lunedì 28 giugno 2010

PROCESSO ALLA CHIESA

Leggere le lamentele cardinalizie sulla negazione della libertà che sarebbe stata perpetrata ai danni dell'arcivescovado a Bruxelles fa morire dal ridere.
Per oltre millecinquecento anni la chiesa cattolica ha negato la libertà agli individui, ai pensatori, ai filosofi, spedendone una bella fetta al creatore non senza averli prima torturati, e adesso si appella al diritto delle democrazie occidentali, figlie dell'illuminismo che ha sempre combattuto.
Ma non basta :pretende anche di godere di un diverso status, sia come istituzione che per i suoi appartenenti, rispetto ai comuni mortali, ovvero cerca di evitare ogni e qualsiasi processo, vuoi per le frodi finanziarie, vuoi per gli scandali sessuali.
Bell'esempio di etica e di moralità, non c'è che dire.
La Corte Suprema statunitense ha definito la responsabilità oggettiva dell'istituzione per gli atti compiuto dai suoi dipendenti, il che darà luogo a miriadi di processi e di richieste di indennità e risarcimento milionarie.
Il Governo belga ha reiterato l'indipendenza della Magistratura, evitando quindi di condannare l'operato degli investigatori nell'arcivescovato.
Chiesa accerchiata ?
Non scherziamo.
Chiesa alla resa dei conti, dopo secoli di potere incontrastato, nepotismo, familismo, corruzione, accaparramento di immense risorse (con buona pace dei "poveri di spirito"), pressioni psicologiche, minacce, estorsioni e quant'altro un codice di procedura penale possa descrivere è tempo, in un occidente liberale e laico, che renda conto dei propri misfatti.
"Rimetti a noi i nostri debiti", recita il padrenostro: quindi dov'è il problema ?

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