domenica 27 giugno 2010

SALARIO ED EFFICIENZA PRODUTTIVA

Da più parti si sente dire che i salari italiani sono troppo bassi se paragonati con quelli dei colleghi di altre regioni d'Europa.
Questa affermazione risuta vera se il termine di confronto riguarda esclusivamente la retribuzione.
La questione comincia a cambiare se si osserva non la retribuzione ma il potere d'acquisto localmente determinato.
Nella sola Italia la variazione ha un'ampiezza del 25% tra nord industriale e sud agricolo.
Ma non basta. Quello che normalmente è taciuto è che all'impresa italiana manca l'efficienza produttiva, in particolare rispetto alla concorrenza tedesca.
Ovvero che a parità di ore lavorate la manodopera tedesca produce più prodotti rispetto alla manodopera italiana.
Ma non finisce qui.
Il prezzo medio per unità-prodotto in Germania ha un valore marginale simile a quello italiano, il che ne determina l'altissimo grado di competitività, accompagnato da una reputazione di grande qualità e durata, cosa che non sempre è sinonimo di "made in Italy".
Questo elemento fa sì che gli italiani lavorino di più, ma producano (e guadagnino -  meno) rispetto ai tedeschi, così che la Germania rimane il leader esportativo nell'U.E.e nostro primo importatore.
Di chi è la responsabilità della scarsa efficienza lavorativa nazionale ?
Essenzialmente del sistema basato su nano-imprese che, in virtù delle proprie ridotte dimensioni, non dispongono di risorse da destinare all'efficientamento delle unità produttive, possono investire ben poco in ricerca, puntando su un prodotto di medio-alto livello a prezzo medio-basso, ovvero operando una strategia di "penetrazione" rispetto alla strategia "premium" operata dai colleghi tedeschi (alto prezzo per alta qualità).
Quindi se vogliamo avviare un processo capace di futuro e di sostenibilità sociale è opportuno mettere mano alla riorganizzazione del sistema produttivo, magari partendo da forme consortili ampliate, non solo alla tutela del prodotto ma soprattutto alle modalità promozionali, alla ricerca, all'area contabile finanziaria amministrativa, alla progettazione.
Questo modello è operabile in tutti i settori merceologici, compresi quelli ad alta tradizione artigiana.
Certo, c'è un problema di compatibilità culturale, ma di fronte alla scelta "o si cambia o si chiude" anche le più consolidate tradizioni di individualismo esasperato dei produttori italiani dovrebbe scendere ad un ragionevole compromesso.
 

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